Di nuovo 15 anni: recensione della serie TV Netflix

Nella serie brasiliana Di nuovo 15 anni, una trentenne torna ai tempi del liceo per sistemare la sua vita.

Avete mai desiderato di tornare indietro nel tempo e cambiare il corso degli eventi? Questa è l’idea su cui si basa la nuova serie brasiliana Di nuovo 15 anni, disponibile ora su Netflix.
Di nuovo 15 anni è una serie di genere teen drama diretta da Vivianne Jundi e Dainara Toffoli e basata sull’omonimo romanzo del 2013 della scrittrice Bruna Vieira.
Lo show è composto da sei episodi, che sono stati resi disponibili dal servizio streaming a partire dal 25 febbraio.

Una trentenne insoddisfatta può cambiare la sua vita grazie ad un viaggio nel tempo

di nuovo 15 anni - Cinematographe.it

Anita (Camila Queiroz) ha trent’anni e vive sola con il suo gatto a San Paolo, in Brasile. La donna conduce una vita che non la soddisfa appieno, per questo motivo l’idea di tornare nella sua piccola città natale, Imperatriz, per partecipare al matrimonio della sorella maggiore Luisa (Mariana Rios) non le va proprio a genio. Anita, infatti, sarà costretta a rivedere tutti i suoi ex compagni di liceo, che fremono dalla voglia di godere delle sue sventure.
Giunta finalmente al party per il matrimonio con indosso il vestito del ballo di fine anno e le sue vecchie converse, la protagonista si ritrova ben presto ad andare incontro a tutte le sue aspettative peggiori: i bulli del liceo sono rimasti tali, mentre i suoi parenti si dimostrano gravemente preoccupati per la sua vita da single.

Unico faro nel buio è Enrique (Breno Ferreira), il suo migliore amico, pronto a soccorrerla nel momento del bisogno. Ma la presenza di Enrique non basta a togliere Anita dai guai. Ella infatti, accusa davanti a tutti gli invitati il marito di sua cugina, Eduardo, di essere un viscido e un traditore, finendo con scatenare l’ira della sorella, che la esorta a lasciare la festa.
Anita, colma di rabbia, si rifugia nella sua cameretta e – incuriosita – si collega al Photoblog del suo vecchio computer. Improvvisamente è di nuovo il 2006 e la donna si ritrova nel suo corpo da quindicenne (ora interpretata dall’attrice Maisa Silva), il giorno del primo anno di liceo. Questa è una grandissima occasione per lei: potrà riabbracciare il suo papà (morto a causa di una malattia), vendicarsi dei bulli ed evitare che sua cugina passi il resto della sua vita con l’inqualificabile Eduardo.

La protagonista trova inoltre il modo di fare avanti e indietro nel tempo, tornando alla sua vita da trentenne. Ma scopre che ogni volta che cambia un evento nel 2006, si trova a vivere una versione diversa di lei adulta, spesso con affianco un compagno di vita che non approva. La donna capisce dunque di avere una missione: cambiare il corso degli eventi a suo piacimento, in modo tale da essere, nel futuro, la versione di sé che desidera. Ma, come le spiega il suo saggio padre, le persone non sono delle marionette e non può prendere delle decisioni al loro posto. Anita imparerà questa lezione di vita a sue spese.

Di nuovo 15 anni: il grosso problema della serie Netflix

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Guardando Di nuovo 15 anni, si ha la sensazione di stare assistendo a qualcosa di estremamente familiare e già visto. Sono moltissime le pellicole – perlopiù statunitensi – che hanno affrontato il tema dei viaggi nel tempo all’interno di un contesto teen. Il personaggio interpretato da Matthew Perry in 17 again rimpiange i bei tempi delle scuole superiori, quando era una promessa del basket, e ha l’occasione di tornare al suo ultimo anno di liceo per evitare di fare una scelta sbagliata. Oppure, nel film 30 anni in 1 secondo, la tredicenne Jenna esprime il desiderio di saltare l’adolescenza ed arrivare subito ai 30 anni. Insomma, niente di lontano anni luce dalla trama a grandi linee della nuova serie Netflix.

È possibile ricondurre questo tipo di film/tv show al genere che Blake Snyder nel suo saggio Save the Cat definisce “Genio della lampada”, ovvero tutte quelle storie in cui l’eroina o l’eroe hanno ricevuto delle facoltà magiche in modo del tutto inspiegabile e possono ottenere tutto ciò che pensano di desiderare, raggiungendo una “falsa vittoria”. Falsa poiché l’eroina/eroe deve fare ancora molta strada prima di imparare il senso del viaggio e realizzare ciò di cui ha veramente bisogno.
Ora, se il vero oggetto del desiderio è molto chiaro in 17 again e in 30 anni in 1 secondo, non lo è altrettanto in Di nuovo 15 anni. Questo perché la serie ha un grosso problema.

All’inizio della storia vediamo la protagonista, Anita, essere completamente insoddisfatta della sua vita: non ha un buon lavoro, non sembra avere amici, ha interrotto i rapporti con la famiglia. Ma è tutto qui, nel procedere della storia non abbiamo altre notizie riguardo la sua esistenza, non sappiamo quali scelte l’hanno condotta ad avere quel determinato stile di vita. Infatti, le Anita trentenni che appaiono durante i vari viaggi nel tempo della protagonista, sono solo una versione frutto delle eventi che la Anita quindicenne ha deciso di cambiare. Inoltre, la donna nel momento in cui torna trentenne non acquisisce i ricordi degli anni trascorsi e dunque appare spaesata e “stramba” agli occhi dei suoi conoscenti. Questa strana scelta di sceneggiatura è molto difficile da ignorare.

Temi di oggi nel mondo di ieri

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Anita ha un animo vintage, rimasto indissolubilmente legato agli anni dell’adolescenza: ha una passione per Il favoloso mondo di Amélie (questo è il nome che ha la sua gatta nel presente) e per Friends, tant’è che la porta della sua camera – sia nel presente che nel passato – è ricreata a immagine e somiglianza della porta di Monica Geller nella celebre sit-com.
A tal proposito, la performance di Maisa Silva è senza dubbio la più riuscita. L’attrice infatti fornisce alla protagonista quei tratti caratteriali e quella mimica facciale tipica di chi sembra avere più anni di quelli che dimostra, mantenendo comunque quella ingenuità legata invece all’adolescenza.

Anita, venendo dal 2021, sa molto di più rispetto ai suoi coetanei: parla di Instagram, di Snapchat, di tematiche LGBTQI+. Peccato che questo grande vantaggio non sia stato sfruttato a dovere all’interno della serie, mentre invece avrebbe potuto, da un lato dare il via ad una serie di gag molto divertenti riguardo gli strumenti social del futuro, e dall’altro fornire l’occasione per parlare in modo più approfondito di temi come l’identità di genere, il bullismo e l’incertezza dei giovani di oggi nei confronti del futuro. È un peccato che queste tematiche in Di nuovo 15 anni vengano appena accennate o trattate superficialmente attraverso l’introduzione di personaggi improvvisati all’occorrenza e stereotipati.

Di nuovo 15 anni: considerazioni finali

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Nonostante alcuni elementi sarebbero potuti essere scritti in maniera più dettagliata, lo show rimane comunque gradevole e offre buone probabilità di fare binge watching per sapere come va a finire.  L’idea di una donna che torna ad avere 15 anni per sistemare alcune cose della sua vita e di quella dei suoi amici è gradevole e profuma di comfort-series.
Non sappiamo ancora se la serie avrà un seguito – in quanto ciò dipenderà dal modo in cui il pubblico la accoglierà – ma il finale si presta bene ad una ipotetica seconda stagione.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.4

Tags: Netflix