Come vendere droga online (in fretta): recensione della serie tv Netflix

Le sei puntate di cui è composta la serie tedesca hanno preso ispirazione da una storia vera, quella di un teenager tedesco che aveva costruito un impero della vendita di droghe online dalla sua camera.

Prendiamo un amore finito, un cuore a pezzi e il desiderio di riprendersi l’amata. Prendiamo l’età più complicata, l’adolescenza. Prendiamo  un computer, delle pasticche e la possibilità di comprarle con un semplice click. Cosa viene fuori? Facile, Come vendere droga online (in fretta). Le sei puntate di cui è composta la serie tedesca, creata per Netflix – disponibile sulla piattaforma dal 31 maggio 2019 – da Philipp Käßbohrer e Matthias Murmann, hanno preso ispirazione da una storia vera, quella di un teenager tedesco che aveva costruito un impero della vendita di droghe online, l’Amazon delle sostanze illegali, dalla sua camera.

Come vendere droga online (in fretta))Tutto inizia da una delusione d’amore

Come vendere droga online (in fretta) si apre in un momento che per Moritz (Maximillian Mundt) dovrebbe essere il più felice della vita: la sua ragazza, Lisa, dopo un anno negli Usa, torna finalmente in Germania. Tutto invece va storto: lei ha fatto tantissime nuove esperienze (tra cui ha incontrato le sostanze stupefacenti), ha vissuto ciò che il suo timido fidanzato neanche sogna dalla sua cameretta. Rimesso piede a casa, si sente irrimediabilmente cambiata e ha bisogno di una pausa, dal loro amore e da lui – a beneficio del bello della scuola che vende droga agli studenti. Moritz, distrutto, ferito, è convinto che quello sia solo un momento passeggero e che ci sia una soluzione. Con l’aiuto del migliore amico disabile, Lenny (Danilo Kamperidis), decide di riconquistarla comprando una grande quantità di ecstasy e venderla sul loro sito online (Mydrugs per la vendita di sostanze stupefacenti, spedite ai compratori tramite posta). Chiaramente le cose non vanno come previsto.

Accanto al protagonista, imbrigliato in problemi personali, d’amore e di “lavoro”, c’è sempre Lenny, anche se si allontanano lungo gli episodi, che riesce ad acquistare la simpatia dello spettatore: l’amico, affetto da una malattia degenerativa incurabile, è la voce della coscienza, cinica e disincantata – perché lui è abituato a ben altri dolori e a ben altre paure -, del protagonista che si mette spesso in situazioni pericolose.

La serie vuole essere un ritratto spassionato e ironico della generazione Z – amante dei social e vittima di essi (pensiamo alla sorellina di Moritz che continua a postare video su Instagram) – colta nei giorni delle grandi sfide e delle grandi opportunità, quando sei fortissimo e fragilissimo al tempo stesso. Come vendere droga online (in fretta) ti fa entrare in un trip, come quello di chi si fa, è troppo vera, troppo reale, troppo “stupefacente”, molte sono le critiche mosse allo show perché racconta con naturalezza un mondo da cui i genitori vorrebbero tenere lontani i propri figli – e questa serie è pensata proprio per i teenager. Come vendere droga online (in fretta) vuole invece mostrare proprio quel mondo e lo fa non tanto come un documentario – anche se ci sono momenti in cui si respira proprio quell’aria di “realtà” perché i protagonisti o i personaggi secondari parlano direttamente in camera come se fossero ripresi durante un’intervista – ma più con la leggerezza di un amico, un fratello più grande che narra una situazione senza troppi tabù.

Come vendere droga online (in fretta))Come vendere droga online (in fretta): una storia di droga per raccontare una generazione

Il commercio di droga online è un pretesto per mostrare una generazione sola (Lenny, bloccato sulla sedia a rotelle, spesso immerso in numeri e videogiochi, non si confida con il suo migliore amico ma racconta tutto a degli sconosciuti), fragile e disillusa (Lisa deve rifugiarsi nel mondo psichedelico per sopportare le giornate), per mettere in scena la difficoltà del crescere e del trovare se stessi. Al centro ci sono ragazzi che si sentono al sicuro dietro o davanti ad uno schermo, indossando altre facce felici, divertite e divertenti, facce altre, ma c’è anche il rapporto complicato con i genitori che non ci sono e, se ci sono, sono talmente impegnati a vivere la loro vita, da non accorgersi di nulla (i genitori di Lisa, il padre di Moritz e la madre di Lenny ne sono una prova). Quella mostrata nella serie tv è una generazione costretta ad affrontare ingiustizie, dolori, come l’abbandono e la malattia – Moritz e la sua sorellina sono stati abbandonati con la madre, Lenny vive con la spada di Damocle della morte sulla testa – e lo fanno nel migliore modo possibile o in quello che per loro e più facile.

Moritz, grazie alla sua bravura, alla sua capacità e alla sua intelligenza, e grazie all’amico Lenny, diventa uno dei più grandi spacciatori in Europa, un demiurgo di quella insana “felicità” che il sintetico può portare ma che poi lascia ancora più sofferenti di prima. Da timido nerd, sfortunato in amore, diventa un uomo “d’affari”, una sorta di self-made man con dei numi tutelari, Steve Jobs e Mark Zuckerberg (che entra nella serie per raccontare la vicenda di Moritz; sia il protagonista che il leader di Facebook hanno costruito i loro imperi partendo da una delusione d’amore), che lo hanno formato e che hanno creato a loro volta un impero. Di giorno in giorno, di tappa in tappa, il ragazzo si fa strada tra piccoli spacciatori e problemi di cuore, tra partire di droga e grandi successi, colto in un delirio di onnipotenza. Arriva il riscatto per lui, dimostrando che lui è un’ape non una mosca secondo la teoria di Lenny per cui il mondo è diviso tra le une e le altre. Mentre le prime, se rimangono intrappolate in una bottiglia, riescono ad uscirne, le mosche, sciocche e prive di intelligenza, continuano imperterrite a sbattere contro le pareti e alla fine per fortuna trovano la via d’uscita.

Come vendere droga online (in fretta)Come vendere droga online (in fretta): un finale aperto che fa pensare ad una seconda stagione

Come vendere droga online (in fretta) è una serie diretta, forte, ma anche delicata ed introspettiva – la voce over racconta le piaghe di una gioventù che si maschera con “filtri” che non hanno nulla a che fare con quelli di Instagram ma che sono ben più profondi -, sfrutta un montaggio velocissimo, proprio per dimostrare quanto siano rapide le sinapsi dei due giovani e quanto altrettanto lo sia il loro percorso, e una regia originale – Moritz parla dal futuro per spiegare la sua decisione di vendere a Netflix la sua storia – per raccontare i personaggi, puntando su una generazione giovane di attori che riescono perfettamente ad interpretare i loro ruoli.

Nella serie ci sono eco del mondo di Sex Education – serie tv britannica, sempre Netflix, in cui ritroviamo il rapporto tra Moritz e Lenny (e la sua evoluzione) in quello tra il protagonista Otis e Eric -, di quello di The End of the F***ing World e di quello, anche se molto lontano, di Breaking Bad (entrambi i personaggi sono degli spacciatori sui generis che iniziano a intraprendere questo “lavoro” per risollevarsi da situazioni in cui sembrano perdenti).

Queste sei puntate, godibili e interessanti sotto molti punti di vista, si concludono con un finale aperto che fa pensare ad una seconda stagione dove ci si potrebbe aspettare un maggior approfondimento psicologico e un’analisi più accurata dei personaggi secondari.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

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