Che fine ha fatto Sara? – Stagione 2: recensione della serie Netflix

La seconda stagione della serie thriller più seguita di Netflix, Che fine ha fatto Sara?, si dipana tra innumerevoli colpi di scena, redenzioni, suspense e omicidi.

Dove eravamo rimasti, ovvero: chi era davvero Sara? Cosa nascondeva? A chi appartiene il cadavere rinvenuto nel giardino di casa Guzmán? Sono tanti gli interrogativi che ci ha lasciato la prima stagione di Che fine ha fatto Sara? (nella versione originale il titolo è ¿Quién Mató a Sara?), la serie thriller messicana più seguita degli ultimi tempi.
Diretta da David Ruiz e interpretata da Ximena Lamadrid, Manolo Cardona e Ginés García Millán, è approdata a marzo su Netflix, per lasciare gli spettatori incollati allo schermo. Serie perfetta per il bing watching, Che fine ha fatto Sara? ha raddoppiato con la seconda stagione, approdata sulla piattaforma streaming dal 19 maggio 2021. 

Che fine ha fatto Sara? – Stagione 2:  il passato torna sempre e comunque

Che fine ha fatto Sara?

Che fine ha fatto Sara? – seconda stagione ©Netflix

Mentre le vite dei Lazcano si infrangono, i pezzi del puzzle lentamente cominciano ad incastrarsi. Tuttavia, c’è solo un dato che ha portato alla morte di Sara (Ximena Lamadrid) o c’era di più? Questa è la domanda a cui si cerca di rispondere nella seconda stagione di Che fine ha fatto Sara?

Il finale di stagione ha lasciato irrisolte diverse questioni che la seconda stagione dovrebbe districare. Prima fra tutte: l’identità del cadavere seppellito circa venti anni prima nel giardino di casa Guzmán, del quale il diario di Sara conteneva una mappa relativa al luogo della sepoltura. Il cadavere, che presenta un colpo di pistola in mezzo agli occhi, porta subito a César e alle sue abilità da cacciatore. Purtroppo però Álex, avendo un passato da detenuto, rischia di diventare il primo indagato.

La ragazza dagli occhi da cerbiatta si rivela essere un vero pericolo per la sua famiglia e i suoi amici. Un dato pare certo: Sara era sociopatica e affetta da una forma di schizofrenia paranoide. Álex Guzmán (Manolo Cordona), non si arrende ed è disposto a tutto per scoprire chi ha ucciso sua sorella e soprattutto a sciogliere i nodi sulle dinamiche ad essa connesse. Nelle ricerche Álex è aiutato da una misteriosa informatrice.  Inoltre, si palesa anche una vecchia conoscenza dei Lazcano e dei Guzmán.

Una matassa narrativa sempre più confusa e ricca di colpi di scena

Che fine ha fatto Sara? - Seconda stagione

Gli sceneggiatori, guidati dal creatore della serie, José Ignacio Valenzuela, hanno costruito il loro puzzle con adeguata ingegnosità. Tra intrighi, morti e tradimenti, la cosa più interessante della seconda stagione di Che fine ha fatto Sara? non sono tanto gli omicidi e chi li ha commessi (sebbene questi dettagli siano piuttosto intensi), bensì le dinamiche che coinvolgono tutti i membri della famiglia Lazcano, che riescono a destare l’attenzione dello spettatore. C’è un tema centrale di sottofondo: tutti i personaggi hanno qualcosa da nascondere;  indipendentemente dal fatto che siano buoni o cattivi. Tutti, eccetto Elisa Lazcano, che sembra essere l’unico personaggio innocente in tutto questo.

Gli aspetti tecnici e qualche scivolone di troppo nella serie TV Netflix

Per quel che riguarda la fotografia e l’uso di effetti speciali, in alcuni casi risulta pressoché evidente un calco di mano eccessivo. La colonna sonora in alcuni contesti è superiore, il che fornisce un miglioramento alla sequenza narrativa. Sul versante attoriale: Manolo Cordona (Álex), conferma la sua buona capacità interpretativa. Gines Garcia Millan (Don César) resta comunque il personaggio più interessante della serie, anche se nella seconda stagione la sua presenza sul piccolo schermo è inferiore rispetto alla stagione precedente.

Che fine ha fatto Sara? - Seconda Stagione

Manolo Cordona ©Netflix

Con i suoi otto episodi e i mille interrogativi, la seconda stagione di Che fine ha fatto Sara? mantiene la sua linea narrativa frenetica, riuscendo a tenere lo spettatore col fiato sospeso. Tuttavia, poiché la serie presenta così tante trame aggiuntive, potrebbero esserci momenti in cui la narrazione diventa troppo confusa con eccessi da soap opera troppo evidenti.

Se si pensava di poter ottenere una risposta diretta alla domanda “Chi ha ucciso Sara?” ci si sbaglia. La serie si prende i suoi tempi per introdurre personaggi e situazioni che non si sa se davvero possono darci una risoluzione. Anche il titolo dell’episodio finale, Ho ucciso Sara, sembra non essere del tutto risolutivo. La serie Netflix termina con un cliffhanger che ci fa pensare che la terza stagione sia già dietro l’angolo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.6

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