Call My Agent – Italia: recensione della serie Sky Original

Arriva in Italia la serie sugli agenti dello spettacolo remake del cult francese Dix pour cent

Il dietro le quinte del mondo dello show business italiano, dei suoi attori, registi e sceneggiatori raccontato con (auto)ironia e leggerezza: Call My Agent – Italia, remake del cult francese Dix pour cent, una serie Sky Original in sei episodi prodotta da Sky Studios e Palomar, arriva dal 20 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming su NOW, diretta da Luca Ribuoli (Speravo de morì prima,  La mafia uccide solo d’estate, Noi) e scritta da Lisa Nur Sultan (Sulla mia pelle, Studio Battaglia, Beata te) e, per le sceneggiature degli episodi 4 e 5, da Federico Baccomo (Abbi fede, Studio  Battaglia, Improvvisamente Natale).

Protagonisti della serie sono la CMA (Claudio Maiorana Agency), una potente agenzia di spettacolo, i suoi agenti Vittorio Baronciani (Michele Di Mauro), Lea Martelli (Sara Drago), Gabriele Di Lillo (Maurizio Lastrico) e Elvira Bo (Marzia Ubaldi) e i loro assistenti Monica Ferri (Sara Lazzaro), Pierpaolo Puglisi (Francesco Russo), Camilla Zanon (Paola Buratto). Nel loro ufficio che affaccia su Piazza del popolo a Roma e in giro per la capitale vivono la loro vita a mille, con tante ansie, sempre di corsa, al telefono, sui set per risolvere i problemi dei loro preziosissimi clienti. Ogni episodio è incentrato su uno dei loro talent: Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti, Matilda De Angelis, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti, che interpretano sé stessi.

Call My Agent – Italia –  Il volto tragicomico del mondo dello spettacolo

Call My Agent Italia, cinematographe.it
Paola Cortellesi e Maurizio Lastrico

Vediamo Paola Cortellesi, protagonista della prima puntata, attrice preparata ed entusiasta, prendere molto con sul serio il ruolo della regina Tànaquil in Tuskia, serie colossal internazionale sugli Etruschi, tanto da coinvolgere per prepararsi al meglio Alberto Angela; o il premio Oscar Paolo Sorrentino proporre in agenzia una nuova, geniale idea per il sequel sulla sua serie sul Papa: The lady pope, interpretata da Ivana Spagna. Il tutto raccontato in un’atmosfera tragicomica perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo come le bizze delle produzioni, i capricci delle star, l’invadenza dei giornalisti, e naturalmente la rivalità tra gli stessi agenti, come Vittorio, freddo e calcolatore, che cerca sempre di essere un passo avanti ai colleghi, o Lea, una macchina da guerra disposta a tutto per far ottenere ai suoi clienti il cachet più alto possibile. I riferimenti al nostro showbiz, presente e passato, sono tanti, accattivanti e divertenti, come il flashback in cui viene mostrato Vittorio sconsigliare Paolo Genovese di girare Perfetti Sconosciuti perché si sarebbe rivelato un flop, salvo poi diventare uno dei più grandi successi italiani con remake in tutto il mondo.

Call My Agent Italia, cinematographe.it
Paolo Sorrentino

Una sfida non da poco quella di Sky, quella di eguagliare il successo francese Dix pour cent, che ha già un remake inglese, mantenerne lo spirito e adattarlo coerentemente alla realtà cinematografica italiana che sembra vinta. Il merito sta sicuramente in una scrittura che, pur prendendo molto dalla serie francese, in particolare riguardo le dinamiche tra gli agenti e assistenti e le loro vicende personali, riesce a esprimere al meglio le caratteristiche dei protagonisti di puntata, a rispecchiare la loro personalità, come nell’episodio dedicato a Paolo Sorrentino che pronuncia un surreale e clamoroso monologo “alla Sorrentino”, e lui stesso autoironicamente interpreta il suo “personaggio”. E poi ci sono i riferimenti ai temi attuali che suscitano sempre grandi dibattiti: come le discriminazioni sessuali, l’appropriazione culturale, i codici etici da rispettare. Quando Paola Cortellesi rischia di perdere il ruolo della regina nella serie sugli etruschi perché troppo “vecchia”, Gabriele, il suo agente, cerca di sminuire la parte dicendole che la serie è troppo “maschile” per la sua sensibilità: Non è una rilettura che mette la donna al centro della storia”. “Sti cazzi Gabri, so’ gli etruschi, che stiamo a fa’ le femministe prima di Cristo?”, è la risposta della Cortellesi, una stoccata intelligente al politicamente corretto imperante al cinema e nella serialità.

Un lavoro per amanti del cinema e disperati

Call My Agent Italia, cinematographe.it
Marzia Ubaldi, Sara Drago, Maurizio Lastrico e Michele Di Mauro

Una regia dinamica che segue i personaggi nelle loro concitate giornate e che sa anche esaltare la bellezza di un’altra protagonista della serie: Roma, set ideale per le nostre produzioni e sfondo di indimenticabili film del passato e del presente. “Tu ami andare al cinema, ma fare il cinema è un’altra cosa”, dice Vittorio alla giovane Camilla che vorrebbe lavorare alla CMA, e Call My Agent – Italia ci dimostra chiaramente che inferno possa essere, un mondo a sé con le sue regole non scritte, con i ritmi serrati da seguire, i talent da tutelare e coccolare, i successi e le star di domani da prevedere. Un lavoro, come dice Lea, per amanti del cinema e disperati. Alle spalle un passato glorioso, quando gli agenti si chiamavano impresari, come lo era Elvira che ha vissuto “la dolce vita”, ha conosciuto i più grandi e ha chiamato il suo cagnolino dal quale non si separa mai Marcello, in onore di un “certo” Mastroianni. Il pensiero non può in questo caso non andare a Giovanna Cau, storica “avvocatessa del cinema italiano”, alla quale il personaggio di Elvira sembra ispirato.

Nel cast anche Kaze nel ruolo di Sofia, la receptionist dell’agenzia, ed Emanuela Fanelli in quello della più invadente attrice della CMA, Luana Pericoli. Con la partecipazione di Alberto Angela, Joe Bastianich, Livio Beshir, Dominique Besnehard, Piera Detassis, Paolo Genovese, Federico Ielapi, Pif, Ivana Spagna.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.5