Cabinet of Curiosities: recensione della serie Netflix di Guillermo Del Toro

Dal regista de La Forma Dell'Acqua, una serie divertente e spaventosa che è già cult.

Guillermo Del Toro’s Cabinet of Curiosities è una serie Netflix i cui primi due episodi sono disponibili dal 25 ottobre 2022 sulla piattaforma streming.

Le stanze delle meraviglie, o wunderkammer, o gabinetti delle curiosità, nate in Europa nel 1500, sono raccolte non specialistiche e prescientifiche di ogni possibile cimelio proveniente da esplorazioni e viaggi in tutto il mondo, insomma a tutti gli effetti precorritrici degli attuali musei.
Contengono ogni tipo di reperti appartenenti al mondo naturale, come animali imbalsamati, crani e scheletri, ma anche creature mostruose e bizzarrie pseudo realistiche, spesso conservate in improbabili diavolerie meccaniche.

Guillermo Del Toro’s Cabinet of Curiosities è un distillato purissimo dello stile del regista

Chi ha avuto la fortuna di vedere (in foto, ovviamente!) gli appartamenti dove vive il regista Guillermo Del Toro sa bene che la sua casa è una vera e propria stanza delle meraviglie: pareti ricoperte da librerie a muro di legno stracolme di oggetti, statue, libri, riguardanti nello specifico il mondo dell’orrore e dell’occulto, anzi della pseudo scienza, perfettamente in linea con l’universo poetico di questo grandissimo autore contemporaneo.

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Il suo è un cinema profondamente classico ma anche visionario, che ruota quasi ossessivamente intorno a tre cardini: la Storia, la poesia e la deformità. Uniti dai sentimenti di amore e perdita, in un labirinto di sogni, incubi ed emozioni, tutto ispirato da una poetica ombrosa, tanto composita quanto sognante.

È per tutti questi motivi che la serie Netflix, Guillermo Del Toro’s Cabinet of Curiosities è un distillato purissimo di questo regista, che appare sotto forma di opera profondamente intrisa di una cinefilia appassionata e appassionante: non per niente, l’intro di ogni episodio riecheggia da vicinissimo il leggendario Alfred Hitchcock Presents, antologia televisiva presentata dal più grande regista al mondo in persona, che di volta in volta introduceva con il suo humor affilatissimo dei racconti tramutati in mini film da altri registi.

Identica l’operazione di Del Toro: che esce dal buio per azionare una scatola magica, di cui muove la rotella per far uscire fuori le piccole meraviglie contenute, dando il via ad otto racconti del brivido e del terrore girati da autori affini a lui e al suo sentire.

Cabinet of Curiosities: la serie Netflix raffinata, elegante e spaventosa

Cabinet of Curiosities è un esercizio di stile brillante e oscuro, raffinato ed elegante, spaventoso e bellissimo: dove ogni componente di questa famiglia cinematografica (Vincenzo Natali, Guillermo Navarro, David Prior, Jennifer Kent, Keith Thomas, Panos Cosmatos, Catherine Hardwicke, Ana Lily Amirpour) dà libero sfogo al suo estro creativo.

Il risultato è strabiliante, anche perché Del Toro ha prevedibilmente l’intelligenza di lasciare esondare le caratteristiche delle personalità autoriali a cui affida la regia dei vari episodi impossibili da addomesticare -non si può immaginare niente di più lontano, ad esempio, tra la claustrofobica anarchia di Amirpour e le simmetrie glaciali di Natali-, facendo sì che questa antologia sia una vera e propria raccolta di piccoli mediometraggi a sé stanti con distinti aspetti formali.

Cosa pensiamo dei primi episodi della serie TV Netflix?

Il primo, Affari Al Buio, vede in regia Navarro, che a lungo è stato il direttore della fotografia di Guillermo: ed è per questo che la partenza è quanto mai deltoriana, perché ha un impianto visivo ben riconoscibile nel calore dei colori, nell’equilibrio tra buio e luce, nel gusto per l’orrore in bilico tra spavento e risata liberatoria.
Il secondo, I Ratti Del Cimitero, vede invece cimentarsi Natali, ed è il capitolo più breve -con i suoi appena 38 minuti di durata- ma anche il più divertente nella sua messa in scena del disagio fisico.
La fonte è uno scrittore che figura a pieno titolo tra i numi tutelari della fantascienza dell’epoca d’oro, Henry Kuttner, quello che possiamo vedere è un gustosissimo impasto tra Lovecraft e John Landis, ristretti nelle simmetrie stranianti delle inquadrature perfette del regista.

Cabinet of Curiosities restituisce allora un universo immaginifico artigianale ed emozionante, dotato di un’ispirazione sincera.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.2

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