Briganti: recensione della serie Netflix con Matilda Lutz

Briganti è brillante e macchiettistico, ma anche di grande intrattenimento: una vera chicca italiana nel panorama internazionale.

La serie Briganti, prodotta da Netflix Italia e creata dal collettivo GRAMS*, arriva in streaming il 23 aprile 2024, portando il pubblico in un viaggio coinvolgente nell’Italia post-unitaria del 1862, attraverso sei episodi avvincenti che mescolano abilmente tradizione italiana e ambizioni internazionali. Briganti rappresenta un tentativo di esplorare il periodo tumultuoso della storia italiana attraverso la sua narrazione avvincente e avventurosa. La serie si impernia sulle avventure eccitanti e selvagge della protagonista Filomena una donna in fuga da un matrimonio violento e oppressivo, che si unisce a una banda di briganti del Sud Italia.

Le puntate, avvincenti e perfette per una giornata di binge-watching, romanticizzano e idealizzano la storia vera, rendenola una vera e propria parentesi di spaghetti western all’italiana nel cinema internazionale.

Una serie avvincente, spiritosa e imperfetta: l’Italia riprova a conquistare la scena internazionale

Briganti Netflix - Cinematographe.it

Briganti è una serie TV che parte con premesse cretive e divertenti, messe in scena attraverso la spiritosa e accattivante trama. La trama segue da vicino le vicissitudini di Filomena, interpretata da Michela De Rossi, una donna proveniente dalle campagne che, nonostante un matrimonio violento e oppressivo, decide di ribellarsi e cercare un destino migliore. La sua ricerca la porta a imbattersi in una mappa che indica la posizione dell’oro delle Camicie Rosse, scatenando una serie di eventi che la coinvolgono in un mondo pericoloso e affascinante.

De Rossi porta sullo schermo un personaggio complesso e sfaccettato, donandogli profondità emotiva e autenticità. La sua performance cattura l’attenzione dello spettatore sin dai primi momenti della serie, offrendo un’interpretazione convincente e coinvolgente.

Attraverso il suo ruolo, De Rossi trasmette con maestria le sfumature psicologiche e emotive di Filomena. Il personaggio è caratterizzato da un profondo senso di giustizia e da una determinazione incrollabile, che emergono chiaramente nelle sue azioni e nelle sue interazioni con gli altri personaggi. De Rossi riesce a comunicare la complessità interna di Filomena, esplorando le sue paure, i suoi desideri e i suoi conflitti interiori con grande sensibilità e naturalezza.

Orlando Cinque e Marlon Joubert, rispettivamente nei panni di Monaco e dello Sparviero, incarnano con credibilità il conflitto interiore dei briganti, divisi tra il desiderio di giustizia e la durezza della loro vita criminale. Anche la carismatica Matilda Lutz, che già si era fatta apprezzare per la sua versatilità nell’action/reveng movie Revenge di Coralie Fargeat, interpreta con grande abilità la sua brigantessa Michelina Di Cesare. Il personaggio di Michelina rappresenta un punto focale della narrazione, incarnando la forza e la determinazione delle donne del Sud Italia durante quel periodo storico tumultuoso.

Matilda Lutz offre un’interpretazione intensa e magnetica, dando vita a un personaggio complesso e affascinante. Michelina è una figura leggendaria, rispettata e temuta dai suoi stessi compagni briganti, ma anche ammirata per la sua abilità strategica e la sua fermezza di carattere.

La regia di Steve Saint Leger, noto per il suo lavoro sulla serie Vikings, conferisce a Briganti un’estetica suggestiva e coinvolgente, che richiama il mondo del western e dello spaghetti western italiano. L’uso sapiente della fotografia e delle location, principalmente ubicate in Puglia, crea un’atmosfera avvolgente e autentica, che trasporta lo spettatore nell’Italia rurale dell’Ottocento. I costumi e le scenografie della serie TV sono accorti e precisi, perfetti per creare un’ambientazione realistica e suggestiva, riproducendo con cura l’atmosfera dell’Italia post-unitaria. Dalle vesti logore e polverose dei briganti, alle case diroccate e ai paesaggi selvaggi del Sud Italia, ogni dettaglio contribuisce a immergere lo spettatore nell’epoca e nei luoghi in cui si svolge la storia.

Tuttavia, nonostante i pregi estetici e le performance degli attori, Briganti presenta alcune lacune nella imponente e scanzonata, nonché fumettistica, sceneggiatura. La trama risulta, tavolta, piuttosto frammentaria e a tratti lenta, con una mancanza di approfondimento dei personaggi che rende difficile per lo spettatore entrare fino in fondo in empatia, immergersi totalmente nell’atmosfera, ripercorrere i passi di questi avi coraggiosi e ribelli. I briganti sono eroi del western, personaggio più che persone, finché rappresentano solo la misura e la dimensione fittizia del brigantaggio come fenomeno ma non la sua cifra più concreta, storicamente documentata.

La serie supera i suoi piccoli difetti, distinguendosi per la sua capacità di intrattenere e coinvolgere il pubblico, offrendo una visione avvincente e romantica del brigantaggio post-unitario. Con una combinazione di elementi epici, interpretazioni convincenti e una trama avvincente, Briganti si rivela un’aggiunta significativa nel panorama delle produzioni italiane e un’opportunità per esplorare temi di libertà, giustizia sociale e solidarietà umana.

Briganti: valutazione e conclusione

Briganti non è una serie TV perfetta, né eccezzionale, ma offre un solido e duraturo divertimento allo spettatore: sebbene possa non essere priva di difetti, infatti, il suo mix di elementi epici, scenografie suggestive, performance attoriali e una trama coinvolgente lo rendono un’esperienza televisiva degna di nota, capace di trasportare lo spettatore in un viaggio indimenticabile nel cuore dell’Italia del XIX secolo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.9

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