Bridgerton – stagione 2: recensione della serie TV Netflix

Lady Whistledown è pronta a raccontare ancora una volta le notizie dell’alta società londinese: misteri, intrighi, amori e tradimenti della nobiltà, di chi deve per forza seguire una strada battuta per inclinazione naturale, per cultura e per tradizione. Si torna lì, dove si sono innamorati Daphne (Phoebe Dynevor) e il Duca, per seguire altre storie, altri bisbigli nella tanto attesa seconda stagione di Bridgerton (su Netflix dal 25 marzo 2022 con i suoi 8 episodi) che si concentra su Anthony Bridgerton (Jonathan Bailey) – storia narrata nel romanzo Il visconte che mi amava di Julia Quinn -, il più vecchio dei fratelli. Antony, affascinante, scapolo, ombroso, tanto quanto lo è stato il Duca, tanto quanto basta per farlo diventare il più ambito nome tra i giovani inglesi, diventa il centro di questo nuovo viaggio, la cui narratrice è ancora Lady Whistledown.

Bridgerton 2: amori, intrighi e segreti a corte

Lady Whistledown: “Le domande abbondano sull’identità e sulle fonti di questa autrice. Naturalmente vi è un’altra identità sconosciuta al momento, ma su questa avete buone speranza di far luce, sto parlando del diamante della stagione”

La seconda stagione di Bridgerton si apre con due certezze, il mondo a cui si fa riferimento, quello della nobiltà, fatto di balli, incontri con la Regina, giochi di seduzioni e tradimenti, silenzi e segreti, e Lady Whistledown – di cui nessuno sa l’identità a parte lo spettatore – che continua a pungolare con i suoi scritti. Se la prima stagione raccontava di Daphne e il suo amore con il Duca, questa seconda si concentra su Anthony e sulla sua ricerca della viscontessa. L’amore e la sua ricerca, il desiderio e l’essere donna in quel tempo, le fondamenta sono le stesse – nei momenti clou c’è anche Daphne che sembra essere trait d’union, cupido, protettrice d’amore, consigliera, come a dire: “ascoltami fratello, ci sono passata, dammi retta” -, il modus narrandi anche, a cambiare sono i protagonisti che sembrano per certi versi riproporre gli schemi, le dinamiche, le motivazioni che muovevano, della storia d’amore di Daphne e del Duca.

La stagione ci riporta tra i Bridgerton e le altre nobili famiglie che nascondono mille segreti, incroceremo gli sguardi di Penelope e di tutti i Featherington (devono sopravvivere agli scandali passati e Penelope deve ancora gestire il suo amore per Colin, il suo rapporto con un mondo che non la include ma la esclude), Lady Danbury sempre impegnata a trovare le giovani più pronte a diventare gemme da presentare alla regina Vittoria, in questi episodi forse più empatica e umana rispetto a quella che abbiamo imparato a conoscere nel primo capitolo. Ciascuno di loro recita la propria parte, mentre la cinica, serpeggiante e fin troppo obiettiva Lady Whistledown continua ad osservare un mondo che conosce benissimo. Anche lei avrà i suoi problemi perché la regina vuole scoprire la sua identità e la stessa Eloise Bridgerton sembra essere ancora più ossessionata dallo scoprire chi si celi sotto la maschera di questa autrice.

Anthony: “Sopportabile, rispettosa, fianchi adatti alla maternità e metà cervello, l’ultimo non è un requisito fondamentale”

Anthony ha le idee chiare, sa quali caratteristiche dovrà avere la donna che sposerà, la futura viscontessa, fin da subito è chiaro, accampa scuse, pretende da questa lei tantissime qualità, più si alza l’asticella più la ricerca diventa difficile. Il visconte è intransigente, mette all’angolo le giovani nobili più brillanti, chiede, indaga, riempie di domande e ovviamente non trova nessuna alla sua altezza. Fino a quando, su invito di Lady Danbury, dall’India arrivano le sorelle Kate (Simone Ashley) ed Edwina Sharma, belle, intelligenti, preparate, estremamente diverse l’una dall’altra. Se Kate è un’interessante ventisettenne che ha solo una certezza, quella di non volersi sposare, Edwina invece è stata cresciuta per convolare a nozze. Sa tutto ciò che dovrebbe sapere colei che è stata costruita per questo, non è un caso che sia proprio lei il diamante di quest’anno, scelto dalla Regina, quando incontra Anthony sembrano essere fatti l’uno per l’altra, almeno sulla carta: lui non è più una mitragliatrice caricata di domande atte a mettere in soggezione la malcapitata fasciata e costretta dalle stecche di corsetti e avvolta da tessuti meravigliosi, perché Edwina è lì per dialogare con lui, non per farsi interrogare. Forse sta proprio qui l’incaglio; è tutto perfetto, ben scritto e questo accade perché Anthony non vuole innamorarsi vuole solo trovare una giusta compagna. Amare è una sofferenza perché quando si vuole bene, ma davvero, si è più vulnerabili e se mai dovesse accadere qualcosa di male chi resta sarà infragilito e sofferente; dunque è meglio seguire le regole, assecondare il corso delle cose.

“Niente sentimenti, quel che cerco è presto detto”

Anthony dice questo, subito, ai fratelli, come per mettere le cose in chiaro, come per tutelarsi, come per dire non aspettatevi un amore come quello di mia sorella. Non è un caso se l’uomo incontra prima Kate, ribelle, indipendente, coraggiosa, poi la sorella minore, Edwina che, invece, è molto vicina all’idea di moglie perfetta. Inevitabilmente emerge fin da subito una verità: Anthony è colpito, attirato da Kate che è recalcitrante e sembra mal sopportare il pretendente di Edwina, sembra volerli allontanare a tutti i costi perché se lui vuole solo trovare una moglie, la sorella è spinta dal desiderio di trovare l’amore (e ci crede che il visconte possa esserlo perché così le è stato insegnato). Anthony, chiamato dai “colleghi” uomini dell’alta società il trofeo, è perfettamente integrato in questo mondo, una bolla di ipocrisie e costrizioni, di sessismo e machismo che possono essere riassunti da queste parole:

Un nobile: “Ce ne è una diversa dalle altre? Basta scegliere la meno sgradevole, impalmarla, nutrirla, fecondarla e tornare a ben più piacevoli affari e a ben più piacevoli compagnie”

Anthony: “Deridetemi pure ma se devo arrendermi ai ceppi del matrimonio, la signora in questione dovrà offrire ben di più”
Un nobile: “Cercate l’amore?”
Anthony: “L’ultima cosa che cerco”

E poi continua a discutere sulle infinite qualità che deve avere la moglie più che altro per il patrimonio genetico della prole, con delle parole che rappresentano la donna come una mera “riserva riproduttiva” per usare una definizione di Kate.

Bridgerton 2: la storia di un libertino e il suo amore

“Le ragazze sono tutte uguali. […] Vorrei solo essere pronto quando si presenterà la mia occasione”

Lo sa lo stesso Anthony che le cose sono più difficili di così. Il libertino visconte ha un cuore con ferite profonde (la morte del padre), con un macigno gravoso, la famiglia da portare avanti, paure difficili da cancellare (perdere chi ama), e così di episodio in episodio appare sempre più chiaro che il vero rapporto non è quello tra lui e Edwina, la donna che dovrà sposare ma quello con Kate. Mentre il fidanzamento e le nozze sono sempre più vicini, è sempre più pericoloso il rapporto che si sta instaurando tra Kate e Anthony spinto addirittura dall’ingenua Edwina che crede che la sorella e il futuro marito si odino. Nuovamente dunque si porrà un quesito ormai noto in Bridgerton: è più giusto seguire il cuore o la testa? Seguire ciò che è giusto o ciò che fa stare meglio? Tutti sembrano avere le idee chiarisisme, soprattutto le donne della famiglia, prima fra tutte la madre e la stessa Daphne: il giovane deve scegliere chi ama. Il visconte si trova dunque diviso tra un amore dirompente (tanto quanto il sentimento tra Daphne e il Duca) e inaspettato, difficile da arginare, e una relazione di convenienza nonostante il giovane desideri conoscere Edwina.

Interessante è il racconto del rapporto tra le due sorelle Sharma – che vivrà momenti difficili a causa di questo rapporto a tre – così diverse, lontane, interessante anche perché Kate è figlia del padre (ormai morto) di Edwina con un’altra donna ed è stata cresciuta e trattata sempre proprio come lei. Kate è pronta a sacrificare se stessa per il bene di Edwina e di quella che considera una madre, nonostante non lo sia biologicamente, sacrifica i propri desideri, passioni perché deve occuparsi di loro alla stregua di un padre e di un fratello. Edwina è colei che dovrà sposarsi, dovrà avere famiglia e Kate, appena la sorella più piccola si sposerà, tornerà in India; mentre Edwina è il diamante della stagione, Kate è considerata troppo vecchia – nonostante non abbia raggiunto i 30 anni -, è una femminista che mal sopporta i giudizi di questi uomini che usano le donne, che credono di poter fare tutto in nome del loro sesso, il primo, quello potente, che comanda e che sceglie. Quanto si può fuggire dai propri sentimenti? Per quanto si può mentire?

Una storia di donne tra uomini

Bridgerton è anche e forse soprattutto un racconto di donne, donne che devono sposarsi, devono fare figli, devono seguire ciò che il protocollo dice, se esci da quel contorno tutto crolla e diventi una mina vagante, pericolosa per te e per la tua famiglia. Avere una figlia nubile vuol dire avere qualcuno in più da sfamare, vuol dire essere mal visti dalla società e anche dalla propria famiglia.

In un dialogo di Kate con Eloise Bridgerton, una delle donne più forti e libere della serie, che in questa stagione deve iniziare a trovare marito, le due discutono sull’essere donna, sul matrimonio. Eloise ha bisogno di consigli e di condividere le sue idee con qualcuno che abbia le sue stesse idee e così chiede: “voi non siete sposata per scelta?”, pone questa domanda perché i suoi fratelli la criticano per la sua ossessione di libertà. Essere “zitella” appare come il peggior incubo per una donna, eppure Eloise sottolinea, guardando Kate così forte, indipendente e coraggiosa, che non le sembra infelice, anzi la vede “perfettamente a vostro agio nella situazione”.

Kate: “Non posso certo dirvi che sia l’ideale. Il mondo non è proprio un posto accogliente per una donna nubile. Non c’è spazio per noi nella società se non ai margini delle cose.”
Eloise: “Sembra la società ad essere in difetto più che la donna”
Kate: “Sì, concordo”

Questo diventa un discorso fondante, c’è la possibilità, anche se “scabrosa”, di non essere parte della norma, una scelta non di comodo, ma complessa, difficile, che ti rende una cellula fastidiosa, esterna, che vaga al di fuori come una scheggia impazzita. Lo è Kate, lo è Eloise, lo è, anche se perché non voluta, Penelope, lo è Lady Danbury che però ha avuto un marito ma che ora è sola. La possibilità di scegliere è qualcosa di fondamentale nel percorso di maturazione della femminilità e del femminile, poterlo fare è una delle più grandi libertà: lavorare o non lavorare, scegliere chi essere, cosa essere, sposarsi o non sposarsi, avere figli o non averli. Questo dialogo è molto importante perché a farlo sono due giovani donne, libere, aperte, mature nei pensieri e nelle idee.

Le storie di queste donne si intrecciano e si sciolgono di fronte agli occhi dello spettatore che assiste a queste vicende tra il romantico e l’ironico attraverso le parole di Lady Whistledown che fa parte e si smarca da quel mondo così fittizio eppure esistente. Le vite dei personaggi procedono, i drammi aumentano per esplodere e poi si calmano, gli amori nascono mentre le relazioni di convenienza si dimostrano per quello che sono errori che non sempre si compiono.

Bridgerton 2: tra ironia e amore la seconda stagione continua a fare bene il suo lavoro

La seconda stagione di Bridgerton continua ad essere una piacevole narrazione in cui si sorride, si riflette e si patisce. Pur lavorando sulle stesse dinamiche la serie si dimostra essere interessante disamina sui rapporti umani, sulle dinamiche uomo-donna e uomo-donna-società. Nonostante non ci siano grandi colpi di scena, anzi tutto sembra essere molto prevedibile, questo secondo capitolo risulta una buona panacea ai pensieri del vivere.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6

Tags: Netflix