Andor – stagione 2: recensione della serie TV Disney+
Andor 2: la recensione della seconda stagione della serie tv, prequel di Star Wars: Rogue One, disponibile su Disney+ dal 23 aprile.
Andor 2, disponibile su Disney+ dal 23 aprile 2025, prosegue l’ascesa dell’eroe Cassian (interpretato da Diego Luna) e la sua trasformazione da civile a ribelle. La serie prequel di Rogue One: A Star Wars Story si era presentata fin da subito come un prodotto diverso rispetto alle opere legate al mondo creato da George Lucas. Atmosfere cupe, in cui la speranza sembra essersi svanita – oppure è solo celata dal potere dell’Impero, che controlla le vite altrui a suo piacimento. In questo contesto, la prima stagione di Andor aveva abbozzato il suo protagonista, facendoci scoprire il suo passato e anticipando quello che sarebbe stato il suo futuro, fino al finale. Avevamo lasciato Cassian mettere il capo dell’Alleanza Ribelle Luthen Rael (Stellan Skarsgård) davanti a una scelta: ucciderlo, oppure accettarlo nella sua causa. Questa rappresentava una scelta cruciale per lo sviluppo di Cassian Andor, che nella seconda stagione lo troviamo nel vivo della sua missione per contrastare l’Impero Galattico e il suo folle piano di conquista.
Andor 2 alza l’asticella con una stagione ancora più oscura

Gli eventi di Andor 2 si svolgono un anno dopo il finale della prima stagione. Le storie dei nostri protagonisti sono divisi, per poi convergersi man mano che la narrazione prosegue. Andor 2 è un capitolo complesso poiché esce dalla sua zona comfort per esplorare a fondo il controllo e i giochi di potere, tutte tematiche che portano inevitabilmente alla rivolta. L’Impero Galattico vuole costruire un’armeria nel contro di Ghorman, un pianeta tranquillo, abitato da civili e umili operai. In realtà si tratta di un bluff, che nasconde ben altro di oscuro: l’intento è quello di stanziarsi lì per mettere mani su un potente materiale che l’Impero intende estrarne. Nulla di nuovo fin qui: i fini dell’Impero sono sempre stati quelli di approfittare dei più deboli per poter esercitare il controllo su di loro.
Nel frattempo l’eroe Cassian è in fuga verso un pianeta dove spera di incontrare una spia. Tuttavia, l’atterraggio si rivela ostile e finisce prigioniero di un gruppo di ribelli: qui la narrazione subisce una battuta di arresto, poiché la storyline è estenuante e prosegue per due lunghi episodi di cui si poteva benissimo diluire qualcosa. Luthen e gli altri, invece, cercano disperatamente di mettersi in contatto con Cassian, ignari di cosa gli sia successo. Altrove, negli alti ranghi, si continuano a tessere alleanze con un matrimonio tra due giovani, mentre di nascosto si cerca di organizzare l’imminente rivoluzione. Mon Mothma (Genevieve O’Reilly) cerca di trovare un equilibrio nella sua doppia – e fragile – vita. Poi ci sono gli ambiziosi Dedra (Denise Gough) e Syril (Kyle Sollar) che mirano ad arricchirsi con Ghorman. Non manca l’amore di Cassian per la meccanica Brix (Adria Arjona), anche se ritroviamo un po’ in ombra almeno nella prima parte di stagione.
Andor 2: valutazione e conclusione

Andor 2 non è una serie per tutti, e già dalla prima stagione è possibile rendersene conto. Lo stile cupo, amplificato ancora di più in questa nuova tranche di episodi, è un’anticipazione delle dinamiche che andranno a crearsi nel film Rogue One: A Star Wars Story. Le tematiche politiche hanno da sempre accompagnato la saga cinematografica e proseguono anche nelle opere televisive, riflettendo la situazione geopolitica dei nostri tempi. Il creatore e regista Tony Gilroy conosce il mondo in cui opera, e lo mette in pratica: l’Impero e le sue pretese di conquista, fatte anche a costo di compiere un massacro sulla popolazione innocente di Ghorman, è un chiaro riflesso a ciò che sta accadendo in Medio Oriente. Si tratta sempre di potere e di controllo, un gioco di equilibri che porta conseguenze devastanti, specie nel finale di stagione. Man mano che la narrazione prosegue, il personaggio interpretato da Diego Luna (il vero collante della serie, dotato di forte carisma) si affina e rivela nuovi lati di sé che già conosciamo grazie alla pellicola del 2016. Se la prima stagione aveva introdotto la storia, la seconda stagione scava più a fondo ed rappresenta una fase preparatoria per l’esplosione finale: la spia Cassian Andor è pronta a diventare uno dei simboli della Ribellione.