After Life 3: recensione dell’ultima stagione della serie di Ricky Gervais

Disponibili su Netflix gli ultimi episodi della serie firmata dall’autore e attore inglese Ricky Gervais.

Si conclude con la terza stagione la brillante dramedy scritta, diretta e interpretata da Ricky Gervais: con le ultime sei puntate di After Life, disponibili su Netflix, salutiamo l’irriverente e sensibile protagonista Tony, ancora profondamente tormentato dalla perdita dell’amata moglie Lisa (Kerry Godliman). Alla fine della seconda stagione Tony aveva salutato per sempre il padre malato di Alzheimer e aveva dato una possibilità al suo rapporto con l’infermiera Emma, mettendo finalmente da parte l’idea del suicidio. Nei nuovi episodi lo ritroviamo di nuovo a guardare i video di Lisa, a rivivere la quotidianità e la felicità perdute. È distaccato da Emma (Ashley Jensen) che vede solo come un’amica, mentre la donna continua a sperare di poterlo conquistare. Ma per Tony continua ad esistere solo Lisa e il suo dolore. Dolore che cerca di annegare nell’alcol ma senza tentare di autodistruggersi come in passato.

After Life 3 – Una ragione per continuare a vivere

After Life 3, cinematographe.it

Il nuovo Tony, come si era già visto nella stagione precedente, tenta di reagire rendendosi utile per gli altri, assecondando la richiesta del cognato Matt (Tom Basden) a fare sport insieme, aiutando la nuova stagista del Tambury Gazzette a trovare un appartamento decente, o spronando Kath (Diane Morgan) ad avere più fiducia in sé stessa. È il filo conduttore di questi ultimi episodi che vedono Tony rivolgersi ancora di più al prossimo che per motivi diversi dai suoi combatte delle battaglie quotidiane e che può rivelarsi una ragione per alzarsi la mattina. Mi sedevo su questa panchina ogni giorno, da sola, sperando che arrivasse qualcuno che mi capisse. E sei arrivato tu, gli spiega Anne (Penelope Wilton), la tenera vedova con la quale chiacchiera al cimitero, ormai diventata un suo punto di riferimento, che si preoccupa per lui, che non sopporta l’idea che possa perdere la speranza, che non trovi una ragione per continuare a vivere: “Voglio che tu viva, Tony. Non solo che non ti suicidi o aspetti pazientemente la morte, ma che tu viva”.

Salvare delle vite

After Life 3, cinematographe.it

Pur utilizzando lo stesso schema che può in alcuni momenti sembrare ripetitivo, After Life 3 non perde la sua essenza e la sua autenticità e rimane quel gioiellino che ha saputo parlare di perdita, di dolore e morte senza retorica, dosando umorismo scorretto e situazioni esilaranti e surreali a momenti di profonda riflessione, di estrema delicatezza, di commovente dolcezza. Per tre stagioni Ricky Gervais ha alternato la sua caustica comicità alla bontà d’animo del suo personaggio per dare il ritratto non di un uomo cinico e incattivito, come era nei primissimi episodi, ma semplicemente realista: non può e non vuole sostituire Lisa, non ci racconta una storia consolatoria, non è facile dimenticare, non c’è per forza un nuovo amore a sistemare le cose. Insomma, racconta la realtà come se non ci trovassimo di fronte a una serie tv, mostrandoci come il percorso per ritrovare e migliorare sé stessi dopo un trauma è lungo e tortuoso, ma una speranza c’è sempre.

After Life 3, cinematographe.it

Si parla anche di aldilà, di paradiso e angeli nei quali forse Lisa aveva voluto credere nell’ultima fase della sua vita, ma che per Tony non possono esistere, se non quelli che ogni giorno si prendono cura degli altri, “indossano divise da infermiera e lavorano sodo per pagare l’affitto, alcuni lavorano per enti benefici, altri hanno quattro zampe e abbaiano. Tu sei il mio angelo, Tony”, gli spiega ancora una volta Anne che riesce sempre a toccare le corde giuste del protagonista. Che sia con un sorriso, con un semplice gesto, con una donazione, con delle scuse sentite, Anne ci dice che tutti ogni giorno possiamo salvare delle vite. E questo è l’ennesimo regalo che Ricky Gervais ci fa: consegnarci in un periodo così difficile per tutti, tra tanta bruttezza, volgarità, solitudine e paura un messaggio di gentilezza e amore verso il prossimo anche quando diventa difficile aprirsi agli altri.

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Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

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