3% – stagione 3: recensione della serie TV Netflix

Recensione della terza stagione di 3%, serie Netflix brasiliana che convince a partire da un soggetto indovinato e dove gli attori sono il punto di forza.

Un caso molto particolare lo show realizzato in Brasile e trasmesso in 190 paesi grazie alla piattaforma Netflix. 3% è riuscito ad appassionare schiere di fan che si domandano come è stato possibile, con un budget risicato a disposizione, mettere in scena una storia che ricalchi le orme di un romanzo distopico dettagliato e con dei veri colpi di genio. Giunti alla terza stagione, le idee di certo non mancano e attendono di essere esplorate quanto prima.

3%: un nuovo tipo di paradiso nella serie originale Netflix

3% recensione stagione tre cinematographe,it

Difficile non pensare alle influenze Orwelliane che invadono lo schermo mentre si visiona la stagione composta da otto puntate. Lo show propone un’atmosfera cupa, opprimente, dove l’affetto e la comprensione viene meno. Ragazzi in condizioni disperate vivono l’incubo dell’avvento di una società apparentemente libera nella Conchiglia, una struttura che funge da territorio neutrale e non in bilico fra la povertà assoluta dell’Entroterra e regno del comfort che si distingue nell’Offshore.

Michele, ex ribelle a favore della Causa, un movimento che mirava a smantellare il Processo stabilito per selezionare giovani talenti meritevoli di raggiungere l’oasi fittizio dell’Offshore, guida un nuovo gruppo di emarginati. La narrazione si concentra sulle dinamiche che animano il gruppo e sui conflitti che avvengono fra lei e gli avversari che aveva affrontato nel Processo della prima stagione, tra cui Rafael, un altro membro dell’allora problematica Causa, Joana e Marco, una personalità che subisce un arco evolutivo ricercato e volto al cambiamento interiore che guarda alle migliorie da applicare allo stile di vita che conducono.

3%: non ci si fida di nessuno nella serie originale Netflix

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La sceneggiatura è ben strutturata: evidenzia i caratteri più forti e li fa scontrare continuamente fra loro, adoperando dei flashback tattici quando serve mostrare lati inespressi dei protagonisti della serie. L’aspetto veramente riuscito di 3% è la capacità di rendere ambigue tutte le pedine messe in campo: non si sa per chi tifare e quale causa abbracciare nel corso delle puntate. Il capovolgimento delle situazioni è ancora molto presente, dove il confine fra buoni e cattivi si assottiglia a tal punto da non distinguere i leader dai tiranni, i manipolati dai manipolatori.

Le problematiche emergono di prepotenza quando un disastro naturale irrompe nella prima puntata, andando a rivoluzionare notevolmente e già da subito le interazioni fra i personaggi. Nei momenti in cui bisogna pensare unicamente a “vendere cara la propria pelle” utilizzando a pieno regime l’istinto di sopravvivenza, la serie ingrana la marcia per destrutturare ogni personalità presente in scena, non concedendosi tempi morti o puntate riempitive che potrebbero far storcere il naso. Le relazioni amorose non occupano uno spazio significativo all’interno dello show, si riprendono i ritmi della prima stagione e si rimettono in primo piano i test e le prove dove solo i meritevoli possono vivere all’interno della Conchiglia.

3%: donne caparbie e intraprendenti messe in risalto nella serie originale Netflix

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3% sa come sfruttare le attrici a disposizione per vivacizzare lo svolgimento del racconto. Si torna a studiare le figure di Michele e di Joana assieme a Gloria direttamente dalla seconda stagione: ragazze divenute donne con alle spalle una vita piena di sofferenze e sacrifici. Cosa si è disposti a fare per far valere la propria voce? A questa domanda le interpreti sanno come imporsi e dettare legge, a loro spetta la gestione dei principali colpi di scena.

Personalità all’apparenza granitiche e inespugnabili si rivelano flebili, con punti deboli che riguardano familiari e affetti. Le emozioni più pure non sono tollerate all’interno di 3%, si predilige un assetto standardizzato e si è costretti a scegliere una fazione specifica per continuare a vivere. La risolutezza è la chiave per la sopravvivenza. L’esplorazione della convivenza e degli scontri accesi nella Conchiglia rappresenta un vero punto di forza della terza stagione, con un ritmo vertiginoso e sempre in crescendo e performance attoriali ancora una volta molto valide e ispirate.

[bage-votazioni]

Regia - 3
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.8

Tags: Netflix