Zac Efron: con i piedi per terra – tutte le location del documentario Netflix

Immaginate di poter viaggiare per tutto il mondo, scoprendo tutti i segreti della Terra e vivere appieno ogni emozione che una cultura diversa dalla vostra può regalarvi. Ora mettetevi sul divano, aprite Netflix e prendete il documentario Zac Efron: con i piedi per terra e gustatevi i luoghi più belli del mondo, insieme all’attore statunitense. Zac Efron ha realizzato questo documentario, in cui viaggia per alcuni dei luoghi più belli al mondo, scoprendo insieme agli spettatori alcuni dei segreti della Terra. Ecco una guida ai luoghi visitati.

Zac Efron: con i piedi per terra – i luoghi visitati dall’attore

zac efron, cinematographe.it

Nel primo episodio, Zac è stato in Islanda. Qui ha visitato la Fontana Spa, sul lato nord del famoso Golden Circle islandese; il ponte tra i continenti a circa un’ora da Reykjavik; Hellisheidi Geothermal Power Station, la più grande centrale geotermica del mondo, al sud dell’Islanda; l’Hilton Reykjavik SPA; l’Omnom Chocolate a Reykjavik; la Centrale elettrica di Lkòsafoss; il ristorante Dill a Reykjavik; il Parco delle risorse Laguna Blu nel sud-ovest dell’Islanda, che rappresenta in realtà il deflusso di una centrale elettrica. Qui Zac ha scoperto che quasi il 100% dell’energia islandese proviene da fonti rinnovabili, come l’energia geotermica e quella idroelettrica. Le cascate e i vulcani diventano elettricità che alimenta le case islandesi. In Islanda Zac Efron ha anche cucinato, in particolare il pane nella Terra, nelle vicinanze di una sorgente termale. Una volta impastato il pane, basta mettere la pagnotta seppellita nel terreno e lasciare che cuocia per 24 ore, prima di gustarla.

Nel secondo episodio ci si trasferisce in Francia. La maggior parte del tempo, l’attore lo trascorre a Parigi, in cui visita il Chunnel tra Londra e Parigi, un impianto di trattamento delle acque e il Santuario della Nostra Signora Lourdes a Lourdes, in Francia. Questo episodio si concentra in particolare sull’acqua. Efron, insieme al suo compagno di viaggio Olien, visita Parigi per parlare del suo sistema idrico pubblico particolarmente buono. In più entriamo a contatto con il Santuario di Lourdes, che i malati visitano nella speranza che la sua acqua possa guarirli miracolosamente. Proprio in questo episodio, i due protagonisti, invece di concentrarsi sul cibo, fanno una degustazione con un sommelier d’acqua, tra cui assaggiano un’acqua densa che viene definita “l’olio d’oliva delle acque”.

Il terzo episodio ha come protagonista la Costa Rica e in particolare la Ecovilla, una comunità indigena. Hanno inoltre visitato anche la provincia di Limòn sulla costa atlantica e in particolare un luogo chiamato Punta Mona. Qui scopriamo come una comunità di 44 famiglie di 28 paesi riesce a mantenere la sua impronta di carbonio molto bassa, anche raccogliendo rifiuti solidi in grandi sacchi, usando solo il metano prodotto per produrre energia. Impariamo anche come funziona la scuola non tradizionale della comunità, compresi gli studenti che imparano più lingue e costruiscono da soli i propri giocattoli. Caratteristica della Costa Rica sono le ricche colazioni di Punta Mona, con frittelle, frutta e latte di cocco appena fatto.

zac efron, cinematographe.it

Nel quarto episodio arriviamo in Italia e in particolare in Sardegna, dove Zac visita l’Ecomuseo, un cimitero e varie case private, tenendo un corso privato di cucina. Inoltre visita anche un allevamento di pecore locale. In Italia Zac non poteva andarsene senza aver imparato come i sardi mangiano. La Sardegna è una delle cinque regioni al mondo con la più alta concentrazione di centenari. Zac parla con molti medici e intervista gli stessi centenari, che rivelano che la loro longevità dipende anche dalla dieta ricca di carboidrati. Proprio qui Zac impara a fare focacce e ravioli ripieni di patate, formaggio di pecore e zafferano.

Nel quinto episodio ci si trasferisce a Lima, dove visitano l’Angry Orchard sidro e una fattoria a New York; il centro direzionale delle patate; il ristorante centrale di Lima; il mercado de Surquillo e il quartiere Chilcas di Lima, famoso per il surf sulla sabbia. Alla fattoria, Zac conosce la storia delle mele e del perché sono state usate per la prima volta in America. A Lima, il focus è la crioconservazione – preservare cioè il DNA di una specia nel caso in cui vada in estinzione – delle patate. I padroni di casa spiegano anche la tecnica della biopirateria, prendere cioè illegalmente le piante indigene da un paese o un’area e coltivarle in un altro paese. In queso episodio Zac fa un buonissimo pranzo al Central, il ristorante stellato Michelin che mette in evidenza gli ingredienti nativi del Perù.

Sesto episodio, viaggio in Puerto Rico, dove vediamo l’Old San Juan. Il quartiere di Cantera a San Juan; la Fattoria Drutos del Guacabo; l’hotel Caribe Hilton; il bed and breakfast Casa Sol; la Conservaciòn ConCiencia e il ristorante Cocina Abierta. Il cibo tipico di Puerto Rico, provato da Zac Efron sono state le Ceviche con pesce fresco pescato dalla lancia.

Nel penultimo episodio si va a Londra, dove visitiamo il tetto del New York Hilton Mistown; la ruota panoramica di Londra, la London School of Economics; la ArcelorMittal Orbit slide; un sito del progetto TreeBox, il Tamigi con Tamigi21; la Deliciously Ella bakery e il ristorante Aulis. Qui a Londra si discute dell’importanza delle api nel nostro ecosistema. I padroni di casa del tetto Hilton Mistown ospita 150 mila api. In Inghilterra apprendono gli sforzi del paese per ridurre l’inquinamento dell’aria e dell’acqua. Il pasto di Efron a Londra è stato a base vegetale, nel ristorante Aulis, dove lo chef utilizza solo cibo della sua fattoria.

Ultimo episodio: Iquitos. Qui Zac trascorre del tempo nel nord del Perù, dove esploriamo il Rio delle Amazzoni. Inoltre, la fondazione Ayahuasca a Mishana; il ristorante Ikiitu e l’Amazon Rescue Center di Iquitos. Qui scopriamo di più riguardo le piante che crescono vicino all’Amazzonia peruviana. Nel momento culinario, invece Zac gusta i Grubs alla griglia al ristorante Ikiitu.

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