Perché Il Trono di Spade introduce il Viaggio nel Tempo e poi non lo usa?

Il concetto di Viaggio nel Tempo, introdotto nella sesta stagione de Il Trono di Spade, non è stato sviluppato come avremmo sperato.

La stagione finale de Il Trono di Spade (2011-2019) ha diviso non poco i fan per la leggerezza con cui sono state chiuse molte linee narrative. Il modo in cui s’è risolto il destino di personaggi come Cersei e Jaime Lannister, per non parlare poi di Daenerys Targaryen ridotta a “Mad Queen” dopo anni in cui venne proposta come la salvatrice dei Sette Regni, è sintomo di una scrittura superficiale che ha dovuto tener conto delle esigenze del network, e della mole di materiale narrativo da inserire in appena sei puntate; in tal senso però, nella sesta stagione venne introdotto il concetto di viaggio nel tempo grazie all’incontro di Bran Stark con l’allora Corvo-a-Tre-Occhi, tuttavia poco sfruttato e mai approfondito nelle stagioni successive.

Bran Stark e il suo potenziale poco sviluppato

Le abilità soprannaturali di Bran Stark già chiare dalla 1×01 de Il Trono di Spade, gli permisero di approfondire il suo lato più spirituale e mistico, riuscendo a trasferire la sua mente dentro a Summer, il proprio metalupo, e ad avere una visione di suo padre Eddard nelle cripte di Grande Inverno, poco prima della sua esecuzione in pubblica piazza. Dalla sesta stagione in poi Bran inizia ad investigare la sua connessione con il Corvo-a-Tre-Occhi. La piena concezione delle sue abilità, avuta soltanto dopo l’incontro con il Corvo-a-Tre-Occhi, gli ha permesso di avere visioni di suo padre e suo zio da giovani a Winterfell, delle origini dei White Walkers, fino a quelle di Jon Snow e della sua natura da Targaryen. A un certo punto però, Bran è riuscito anche ad andare oltre alle visioni, interagendo con il passato.

Il Corvo-a-Tre-Occhi sosteneva che il passato è già scritto, e non c’è nulla che Bran potesse fare per cambiare il futuro nelle sue visioni. Non è del tutto vero in realtà, Bran è riuscito a contattare suo padre durante la ribellione di Re Robert, e a imprigionare nel passato Hodor, distruggendo la sua mente nella fusione con il futuro (e dandogli la sua caratteristica parlata – “Hold The Door“), o ancora dando al giovane Walder l’afasia. Sembra quindi che il tempo ne Il Trono di Spade sia come un loop infinito e non lineare, dove tutto ciò che accade è già successo e accadrà ancora una volta.

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il trono di spade, cinematographe.it

L’abilità nel viaggio nel tempo di Bran – e un po’ tutte le sue abilità da Corvo-a-Tre-Occhi non state più inserite in narrazione. Una fan theory sosteneva che Bran sarebbe rimasto intrappolato nel passato, diventando così il Night King, ma nulla del genere è mai successo. Il motivo è presto detto, le sopracitate ragioni del network che sono andate in contrasto con quelle legate alla narrazione, generando così un contrasto tra esigenze artistiche ed economiche senza un effettivo compresso se non una scrittura superficiale e facilona. Certamente un po’ di amarezza per una serie come Il Trono di Spade, che avrebbe potuto sfruttare una carta narrativa come il viaggio nel tempo, in modo certamente più utile e suggestivo.