Dept Q – Sezione casi irrisolti: la serie Netflix è basata su una storia vera?

Quanto c’è di vero nella storia raccontata? Il detective Carl Morck è ispirato a una persona reale?

La serie Dept Q – Sezione casi irrisolti, approdata su Netflix, ha immediatamente catturato l’attenzione degli appassionati di crime. Con atmosfere cupe, casi intricati e personaggi tormentati, lo show si presenta come un nuovo capitolo nel genere del poliziesco nordico, anche se con un’impronta marcatamente britannica. Ma quanto c’è di vero nella storia raccontata? Il detective Carl Morck è ispirato a una persona reale? E il dipartimento che indaga su vecchi casi è qualcosa che esiste davvero?

Dept. Q storia vera - cinematographe.it

Un detective nato dai romanzi di Jussi Adler-Olsen per Dept Q – Sezione casi irrisolti

Carl Morck, il protagonista burbero ma brillante della serie Dept Q – Sezione casi irrisolti, non è frutto della cronaca, bensì della penna dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen. Il personaggio compare per la prima volta nel romanzo The Keeper of Lost Causes (Kvinden i Buret in danese), pubblicato nel 2007, primo capitolo di una fortunata serie letteraria nota come Dipartimento Q. Nella storia originale, Morck è un detective della polizia di Copenaghen sopravvissuto a un’operazione andata male, che lo lascia segnato fisicamente e psicologicamente. Per tenerlo occupato, i suoi superiori gli assegnano una nuova sezione dedicata ai “cold case”, ovvero i casi irrisolti. È così che nasce il Dipartimento Q.

Una squadra di outsider contro i misteri del passato

Nel corso della saga letteraria Dept Q – Sezione casi irrisolti, Morck viene affiancato da Assad, un enigmatico assistente di origini mediorientali, e successivamente da altri membri, formando una squadra improbabile ma efficace. La dinamica tra Morck e Assad è uno dei punti di forza della serie: un confronto tra mondi diversi che si traduce in ironia, profondità e umanità. I casi affrontati dal Dipartimento Q toccano temi complessi come l’abuso di potere, le ingiustizie sociali e le ferite mai rimarginate del passato.

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L’adattamento Netflix e le differenze con i romanzi

L’adattamento televisivo di Dept Q, diretto e co-scritto da Scott Frank, ha introdotto diverse modifiche rispetto all’opera originale. Prima fra tutte, l’ambientazione: la storia si sposta dalla Danimarca alla Scozia, precisamente a Edimburgo. Questa scelta, come spiegato dallo stesso Frank, nasce dalla volontà di dare una nuova identità visiva e narrativa alla serie. Edimburgo, con il suo mix di architettura medievale e modernità urbana, offre un contesto perfetto per le cupe atmosfere del genere noir.

Anche i personaggi subiscono delle variazioni. Assad diventa Akram Salim, mentre Carl Morck mantiene il nome ma viene presentato come un poliziotto inglese trasferitosi in Scozia. Questi cambiamenti, pur mantenendo lo spirito dei romanzi, riflettono una rilettura più internazionale e più adatta a un pubblico globale.

Carl Morck: tra finzione e realtà in Dept Q – Sezione casi irrisolti

Sebbene Carl Morck sia un personaggio inventato, la sua personalità in Dept Q – Sezione casi irrisolti è costruita con una cura tale da sembrare reale. Incarnando il classico detective tormentato dal passato, solitario e sarcastico, Morck segue una lunga tradizione narrativa che va da Sherlock Holmes a Kurt Wallander. I suoi traumi, il senso di colpa, la lotta contro un sistema spesso indifferente lo rendono profondamente umano.

Scott Frank ha dichiarato di aver scritto il personaggio pensando all’attore Matthew Goode, con cui aveva già collaborato. Questo ha permesso una fusione efficace tra scrittura e interpretazione, con Goode che conferisce al detective una sensibilità particolare, capace di coniugare durezza e vulnerabilità.

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Un dipartimento “reale”

Il Dipartimento Q, come unità di polizia, è frutto della fantasia di Adler-Olsen in Dept Q – Sezione casi irrisolti. Tuttavia, l’idea di un reparto dedicato ai cold case non è priva di fondamento. In molte parti del mondo, tra cui la Scozia, esistono team specializzati nel riaprire vecchie indagini. La Scottish Police Authority, ad esempio, dispone di un Cold Case Review Team che collabora con esperti forensi per cercare nuovi indizi e giungere finalmente alla verità. Anche le università si stanno interessando all’argomento. La Glasgow Caledonian University ha avviato un progetto per esaminare casi di persone scomparse rimasti senza soluzione.

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