Bodyguard – Stagione 1: la spiegazione del finale della serie tv

Il finale della serie è costruito in maniera eccelsa, con un intreccio raffinato che rivelerà tassello dopo tassello tutti gli intrighi che gravitano attorno al rapporto tra David Budd e Julia Montague.

Bodyguard racconta le vicende di David Budd, veterano della guerra in Afghanistan affetto da disturbo post-traumatico e ora agente di protezione nel comando del Metropolitan Police Service di Londra che viene assegnato, dopo aver sventato con successo un attentato terroristico su un treno di linea, come guardia del corpo al Ministro dell’Interno Julia Montague, ambizioso politico distante anni luce dagli ideali di Budd.

La prima stagione di Bodyguard si conclude con un finale sorprendente e mozzafiato, costruito su continui ribaltamenti di scena e prospettiva, che han tenuto gli spettatori incollati allo schermo per tutta l’ora e un quarto di durata del sesto episodio della serie, in un intreccio di situazioni e intrighi perfettamente congegnati ed estremamente coinvolgenti.

Bodyguard: un colpo di scena che mescola tutte le carte in gioco già a metà della stagione

In realtà il primo grosso colpo di scena si realizza già a metà della stagione, con l’inaspettata morte di Julia Montague, che avevamo visto legarsi sempre di più a David, in un’accesa relazione. La scelta di far uscire di scena la protagonista già dopo tre episodi è sicuramente molto coraggiosa e denota una solidità e sicurezza da parte dell’ideatore Jed Mercurio, che difatti proprio grazie a questo sorprendente espediente riesce a dare una sferzata originalissima alla narrazione. Alcune teoria hanno poi ipotizzato che la Montegue non sia realmente morta, ma è difficile immaginare una costruzione credibile su come possa essere sopravvissuta alla bomba e soprattutto su come possano essere stati tutti ingannati sulle sue reali condizioni.

L’organizzazione criminale presieduta da Aitkens è la responsabile dell’attentato, ma l’intreccio dei colpevoli è complesso

 

Da qui inizia a delinearsi l’intreccio su cui si basa il complotto che regge il finale del film. Julia Montague stava portando avanti una proposta di legge, la Ripa 18, sulla sicurezza nazionale, la quale avrebbe creato non pochi problemi alla criminalità organizzata. Scopriamo dunque che dietro all’attentato mortale c’è Luke Aitkens, il quale temeva una significativa riduzione dei suoi margini d’azione criminali; egli non ha però agito in solitudine, ma ha sfruttato la complicità di Chanel Dyson, ex addetta alla segreteria del Ministro cacciata in malo modo, la collaborazione di Lorraine Craddock, insospettabile capo di David e vera infiltrata all’interno dei Servizi Segreti, che passava le informazioni riservate, e l’aiuto di Nadia, la quale si rivelerà, in un colpo di scena che chiude la stagione, una vera terrorista islamica, convinta della necessità della jihad e non sfruttata dalle gerarchie maschili, come si poteva credere in un primo momento.

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Bodyguard: un complotto architettato ad arte contro David Budd

Lorraine durante il suo interrogatorio spiegherà di aver dato all’organizzazione di Aitkens tutte le informazioni sulla logistica della sicurezza durante il comizio della Montague così da permettere loro di aggirare i controlli e piazzare la bomba all’oscuro degli agenti, facendo ricadere la colpa sul collaboratore del Ministro, Tahir Mamood. Egli invece era stato solamente coinvolto nel complotto politico degli avversari interni al partito di Julia, i quali intendevano farle recapitare un discorso pieno di errori, per screditarla e portarla alle dimissioni, evitando così che potesse aumentare il suo potere nel partito, ma non pensavano assolutamente di ucciderla. La Craddock spiegherà inoltre d’aver scelto David come guardia del Ministro, perché sembrava il tipo giusto da raggirare e sul quale far ricadere tutte le colpe. Un tentativo che viene di fatto realizzato con l’imboscata subita da Budd e i sospetti della polizia che verranno in un primo momento rivolti su di lui, visto anche il suo collegamento – seppur non legato ad azioni eversive – con il realizzatore del primo attentato fallito nei confronti della Montague, il quale era un ex commilitone di David. La guardia del corpo riuscirà però a dimostrare la sua innocenza e a condurre Aitkens dalla sua informatrice, rivelando così alla polizia la vera talpa, ovvero la Craddock. Inoltre si capirà che è stato Aitkens a sostituire i proiettili di Budd con colpi a salve, probabilmente per non correre rischi in un successivo incontro con lui, oppure per evitare proprio che si suicidasse fintanto che veniva considerato una pedina del loro piano, dal momento che Lorraine Craddock conosceva le sue condizioni di salute mentale instabili.

Anche il Ministro Julie Montague aveva ordito un suo piano nascosto, volto alla conquista della leadership del partito

D’altra parte anche la stessa Julia aveva tessuto una effettiva trama politica per “prendersi il partito” a discapito del Primo Ministro. Attraverso la promessa di un aumento dei poteri ai Servizi Segreti, aveva ottenuto l’accesso a un fascicolo riservato dove erano riportati alcuni scandali occultati riguardanti il Premier, con il quale avrebbe potuto lanciare la sua leadership tra i Conservatori. La sua morte ha però cambiato le carte in tavola, cosicché i responsabili dei Servizi Segreti, per non essere compromessi, han dovuto cercare di riprendere possesso del documento, finito nel frattempo nelle mani di David. Quest’ultimo avendo capito il ruolo corrotto del funzionario dei Servizi Segreti Richard Longcross, e sapendo che questo intercettava la sua conversazione con la polizia, indica vocalmente un luogo errato dove trovare il documento, facendo così in modo che Longcross venga smascherato dalla polizia. Longcross verrà fatto scarcerare dal capo dei Servizi Segreti, ma questo dovrà poi dimettersi, così come il Primo Ministro, quando il documento segreto verrà portato alla pubblica attenzione.

Nadia è però il personaggio più sorprendente della serie, protagonista dell’ultimo ribaltamento di prospettiva presentatoci

È Nadia però il personaggio che riesce a raggirare nella maniera più sorprendente tutti quanti. Facendosi passare in un primo momento per vittima delle tirannie del marito jihadista, ottiene la fiducia degli inquirenti e soprattutto di David, riuscendo a convincerlo d’essere stata raggirata ed essere pentita delle sue azioni. In realtà durante l’interrogatorio finale si rivelerà un ingegnere di grande competenza, convinta sostenitrice della Guerra agli Infedeli, ma disposta a sporcarsi le mani con gli occidentali vendendo loro bombe in modo da poter fruttuare soldi utili al raggiungimento della sua causa, potendo così realizzare numerosi altri attentati. È infatti lei ad aver volontariamente costruito ed indossato la bomba sul treno, ad aver costruito le bombe per l’attentato contro la Montague e per quello nei pressi della scuola dei figli di David. Rivelerà che quest’ultimo è stato realizzato in quel luogo proprio per sua volontà – aveva visto il logo della scuola nella foto che David le aveva mostrato sul treno – come vendetta per il fatto che Budd l’aveva considerata una donna debole e sottomessa. Inoltre Nadia aveva convinto David che l’attentatore fosse Longcross, il quale invece, come abbiamo visto, aveva di fatto una responsabilità solo nella trama politica.

Per Bodyguard un finale esaustivo e un’attesa per una seconda stagione

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Negli ultimi minuti della serie vediamo David riconciliarsi con sua moglie, l’unica a credere nella sua innocenza fin da subito, e successivamente intraprendere una terapia di recupero dallo stress post-traumatico. Il finale è di fatto esaustivo, con tutti i tasselli del mosaico che si ricompongono, ma lascia comunque buoni margini per un’eventuale prosecuzione dello show.

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