Il Capitano Maria: recensione del primo episodio della serie Rai

Vanessa Incontrada è la protagonista de Il Capitano Maria, la nuova serie firmata Rai: una donna forte, divisa tra le sue due vite, quella da carabiniere e quella da madre, che dovrà fare i conti con i fantasmi del proprio passato, tornati a tormentare la sua famiglia

La vita di una donna è sempre divisa in due: una parte di sé è dedicata alla carriera e all’affermazione sul posto di lavoro, mentre l’altra è completamente assorbita dalla vita famigliare, quella fatta di bollette, pulizie, spesa e figli. La normalità per la maggior parte delle donne di oggi: una normalità che viene rappresentata ne Il Capitano Maria, la nuova serie targata Rai, con protagonista Vanessa Incontrada. Una normalità che però dovrà fare i conti con dei fatti non proprio ordinari ma che il capitano Maria Guerra saprà affrontare con tutta la sua sensibilità e forza di volontà.

Il Capitano Maria: una donna, due anime

Il Capitano Maria Cinematographe.it

Maria Guerra è capitano dei Carabinieri: una posizione di prestigio e responsabilità, poche volte ricoperta da una donna. Ma Maria è anche madre di due figli, Luce di 17 anni (interpretata da Beatrice Grannò) e Riccardo di 9 (Martino Lauretta). Una madre rimasta sola, dopo che il marito è morto in un incidente stradale, colpito da un infarto mentre era in macchina con la loro figlia. E proprio questo episodio ha segnato profondamente Luce, ormai adolescente ribelle, in perenne conflitto con la madre e alla ricerca di se stessa e del suo posto nel mondo. Per garantire una vita più tranquilla ai suoi due figli e per passare più tempo con loro, Maria decide di abbandonare la grande città per recarsi in un paese della Puglia, lo stesso dove viveva dieci anni prima e dove suo marito ha perso la vita.

Un ritorno al passato per andare avanti: la storia di Maria Guerra inizia così, con un ritorno alle origini per poter garantire un futuro migliore ai propri figli ed essere così una madre migliore. Già, perché la bellezza del personaggio interpretato dalla Incontrada è proprio quello di essere diviso esattamente a metà: una parte carabiniere, una parte madre. Ma come spesso accade, cercare di essere perfetti in entrambi gli aspetti può portare al fallimento su tutti i fronti. Maria è una donna normale, divisa tra il lavoro e la famiglia, pronta a tutto per garantire l’ordine e la giustizia ma anche per proteggere i propri figli.

Lo scopo di Andrea Porporati, che firma soggetto e regia de Il Capitano Maria, era proprio quello di portare sullo schermo un personaggio semplice, una donna normale, costretta a fare i conti con le sue due anime, come la maggior parte delle donne dei nostri giorni. Il lavoro e la famiglia sono i due poli tra i quali si snoda la vita di Maria, che tornando nel suo paese natale, cercherà in qualche modo di avvicinare, così da essere non solo un eccellente capitano ma anche una buona madre.

Ma l’idea di Maria di trovare un po’ di pace lontano dalla grande città naufraga immediatamente: appena arrivato infatti, il capitano dovrà fare i conti con una realtà bene diversa da quella che si aspettava. Una città non solo controllata dalla criminalità, ma che nasconde ancora dei segreti, legati anche alla morte del marito.

Il terrorismo, la mafia, la tecnologia: il racconto della società dei nostri giorni

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Attraverso la storia della protagonista de Il Capitano Maria, il regista Andrea Porporati non si limita a seguire le vicende di una donna divisa tra lavoro e vita privata, ma compie un passo successivo. I problemi che il capitano dei Carabinieri dovrà affrontare infatti sono quelli che purtroppo da tempo affliggono la realtà che ci circonda: mafia, terrorismo, droga e giovani problematici. Anche se alcuni elementi risultano un po’ forzati (per esempio la presenza del bambino di origine araba con indosso una bomba, pronto per esplodere), il racconto si arricchisce di atmosfere diverse, quasi adrenaliniche.

Arrivata da solo un giorno nella nuova caserma, il capitano Maria Guerra dovrà infatti fare i conti non con una, ma con ben due bombe. Se la prima viene scoperta per caso addosso al bambino durante un giro di pattuglia, la seconda viene nascosta all’interno di una scuola. I Carabinieri hanno solo due ore per scovarla e cercare di salvare tutti gli studenti all’interno dell’edificio. E come se non bastasse, la scuola è la stessa in cui si trovano i figli del capitano. Di nuovo il binomio madre-carabiniere torna con tutta la sua forza, in un continuo tira e molla al cui centro si trova l’anima di Maria.

Ma oltre al terrorismo e alla mafia, Il Capitano Maria porta sullo schermo un altro spaccato della società dei nostri giorni, quello dei giovani, immersi nei loro universi virtuali e spesso coinvolti in pericolosi giri, anche di droga. Con semplicità e attraverso un linguaggio diretto, Porporati racconta la realtà di alcuni adolescenti, sicuramente quelli più problematici, insicuri e ingenui, delusi dalla vita e che trovano nella droga la loro via di fuga dalla realtà. Accanto a loro però ci sono anche quelli come Annagreca Zara (interpretata da Camilla Diana) che cercano di reagire, di fuggire da quella realtà amara e senza sbocchi attraverso altri mezzi, forse poco leciti ma efficaci, come Internet e il Deep Web.

Il Capitano Maria è un racconto ricco di elementi, che parte dalla semplice storia di una donna, per passare abilmente ad altri temi e toni, più delicati e difficili. Forse troppi elementi tutti insieme, ma il primo episodio riesce ad incuriosire lo spettatore che sicuramente troverà nelle tre puntate rimanenti, tutte le risposte che cerca.

La prima puntata de Il Capitano Maria andrà in onda in prima serata lunedì 7 maggio e proseguirà per i tre lunedì successivi.