Stranger Things 5, Noah Schnapp e Millie Bobby Brown svelano come hanno “ringiovanito” Will e Undici
Noah Schnapp e Millie Bobby Brown svelano come hanno “ringiovanito” Will e Undici in Stranger Things 5: “È difficile farli sembrare perfetti”
La quinta stagione di Stranger Things sta per riportarci nel cuore di Hawkins, tra portali, misteri e minacce in arrivo dal Sottosopra. Ma questa volta, oltre al consueto mix di nostalgia anni ’80 e tensione, ci sarà anche un lavoro tecnico impressionante: il ringiovanimento digitale dei personaggi. Noah Schnapp e Millie Bobby Brown, che nella serie interpretano Will Byers e Undici, hanno raccontato com’è stato tornare — letteralmente — indietro nel tempo grazie a un processo che combina CGI e giovani sosia. Una tecnica che consente di rivedere i personaggi com’erano anni fa senza rinunciare alla loro espressività originale.

In una conversazione riportata da Deadline, Schnapp ha spiegato com’è stato dirigere Luke Kokotek, il piccolo attore chiamato a interpretare Will undicenne: “In realtà ho chiesto aiuto a Millie. Le ho detto: ‘Come hai lavorato con la bambina quando hai dovuto farlo?’ È stato divertente calarmi nei panni di un regista. Ho dovuto pensare a come mi muovevo, come respiravo, come giravo la testa… poi spiegare tutto a questo ragazzino adorabile. È difficile farlo alla perfezione, ma il risultato è buono.” Non capita spesso a un attore giovane di diventare il punto di riferimento per il proprio “sé” del passato. Ma Stranger Things, lo sappiamo, vive di queste piccole magie di artigianato tecnico.
Millie Bobby Brown ha raccontato anche il suo punto di vista. Prima ha diretto Schnapp in alcune scene, poi ha guidato Martie Blair, la giovane attrice che interpreta Undici nelle sequenze più emotive: “Gli ho teso la mano e ho urlato con lui, senza il minimo imbarazzo. Dieci anni fa i social non erano quello che sono oggi… avevo 25 follower e postavo foto del mio cane. Devi lasciare andare l’ego. Con Martie è stato lo stesso: mi sono nascosta dietro un muro e urlavamo insieme, così potesse sentirsi come se fossimo una sola persona.”
Questo lavoro a quattro mani — Schnapp e Brown davanti alla camera, Kokotek e Blair come loro “specchi” più giovani — permette alla serie di realizzare flashback più vivi, più credibili. Perché non basta ringiovanire un volto digitalmente: bisogna riportare indietro anche il linguaggio del corpo, la vulnerabilità, persino il modo di respirare. E se c’è una cosa che Stranger Things non ha mai tradito, è proprio l’essenza dei suoi personaggi. La quinta stagione promette così un legame ancora più forte tra presente e passato, con sequenze che non saranno semplici ritorni nei ricordi, ma veri pezzi mancanti della storia dei protagonisti. E, conoscendo i Duffer, non saranno messi lì per caso.
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