The Walking Dead: Dead City: recensione dello spin-off con protagonisti Maggie e Negan
Quarto spin-off dell’universo di The Walking Dead, con The Walking Dead: Dead City continua il franchise di una di quelle serie tv che hanno fatto la Storia. Protagonisti due dei più amati personaggi della serie originale: Maggie, interpretata da Lauren Cohan e Negan, volto di Jeffrey Dean Morgan. Una coppia che si ritrova costretta ad allearsi, a seppellire per un attimo l’odio, la rabbia e anche la paura, principalmente di non potersi mai davvero fidare l’uno dell’altra. In una Manhattan post-apocalittica, dove gli zombi hanno superato di gran lunga il numero di sopravvissuti rimasti, ad affiancare il cast di The Walking Dead: Dead City anche Gaius Charles, Željko Ivanek, Lisa Emery, Mahina Napoleon e Logan Kim. Trasmessa su Sky Atlantic dal 14 luglio 2025, il 4 agosto dello stesso anno arriverà anche la seconda stagione
In The Walking Dead: Dead City una Manhattan fatiscente è ormai nelle mani dei non morti

The Walking Dead: Dead City è ciò che più assomiglia alla serie originale. E già vedere alleati due acerrimi nemici aveva dato modo allo show AMC di guadagnare un’ampia fetta di pubblico prima ancora della messa in onda. Lauren Cohan ha interpretato uno dei personaggi più longevi di The Walking Dead e Jeffrey Dean Morgan ha vestito i panni di uno dei migliori villain che la serie è stata capace di creare. La missione, e il doppio impegno, sono chiari ed espliciti: qualcuno ha rapito il figlio di Maggie, Negan è in fuga e ricercato per omicidio, ora che un accenno di legge, per quanto tirannica e violenta sia, si respira nel nuovo mondo. Compreso quello dei quali Maggie è una massima esponente. Vedere Maggie e Negan combattere insieme, contro un nemico comune, scontrandosi spesso, con cuore e mente eternamente in lotta tra loro, è il primo stratagemma che funziona in The Walking Dead: Dead City.
Ma c’è poi un secondo espediente di Dead City che merita di essere definito un pregio. E cioè la vera minaccia. Se Negan è, in questa serie tv, protagonista e quindi eroe dello show, con tutto il male che porta con sé e dentro di sé, il villain e l’antagonista doveva essere ben peggiore di lui. E non era semplice trovare qualcuno che superasse davvero quello che Negan era stato anni prima. Neanche renderlo così afflitto, ossessionato e pieno di rimorsi potrà mai cancellare o far dimenticare, a fan e pubblico, ciò che ha fatto e chi ha ucciso. Neanche Maggie, presentata come una madre devota, ma anche come un’eterna vedova perseguitata dall’orrore del ricordo, vorrebbe, ma non riesce ad andare avanti. Tormentata dalla vendetta, ma non del tutto convinta che sia la scelta giusta, è divisa tra ragione e sentimento e tra odio e riconoscenza. Alla fine Negan è colui che l’aiuterà a recuperare il giovane Hershel.
Nemici, alleati, conti in sospeso ed ex membri di una comunità che ne ha distrutte altre

Tornando al nemico di questa prima stagione, il personaggio chiamato Il Croato era l’unica figura capace di eguagliare e poi oltrepassare quell’umiliante e smisurata ferocia che aveva contraddistinto Negan. Il Croato, interpretato da Željko Ivanek, è un personaggio raccapricciante. Torturare, uccidere e vedere il sangue scorrere su corpi che ha martoriato, è per lui un divertimento. Gioisce nel fare del male, e soprattuto non ha confini da non superare. Barriere di moralità o correttezza: ogni uomo, donna o bambino che può essergli utile, che può avere informazioni, che può essere merce di scambio, lui cercherà di sfruttarlo al massimo. Incapaci di non tremare al sentire la voce del proprio aguzzino. La morte a seguito dei supplizi, delle crudeltà e dei martiri delle sue vittime è per lui un effetto collaterale, un qualcosa che “può capitare” e non esiste alcuna distinzione. Le rovine di una Manhattan fatiscente sono così assoggettate dall’incubo di quest’uomo senz’anima.
Non si sa quasi nulla della sua storia, solo che ha un legame con Negan e in dove questo risiede costituirà il cliffhanger della prima stagione. Tutto ciò che accade nelle sei puntate di The Walking Dead: Dead City si riconduce a quelle ultime sequenze, quando si capisce come e da dove tutto è partito. Ci sono figure, persone, soprannomi che nell’universo di The Walking Dead sembrano aver fatto il giro degli Stati Uniti tra gli ultimi sopravvissuti rimasti. Maggie, Negan, Il Croato e altre new entry che, apparse, hanno tutta la seconda stagione per essere approfondite, sono tra queste. The Walking Dead: Dead City è carica d’azione, di gruppi in lotta tra loro e di mutazioni zombi in atto. Introducendo un nuovo elemento: il metano e la conseguente elettricità; una modalità atroce di ottenerlo attraverso gli zombi, attraverso quegli esseri umani “superflui” che avranno comunque la loro utilità: centro della produzione del metano è infatti il microcosmo del Croato.
The Walking Dead: Dead City: valutazione e conclusione

The Walking Dead: Dead City è appassionante principalmente per i suoi due protagonisti, non ci fossero Maggie e Negan la trama non avrebbe nulla di nuovo. O meglio, nulla di davvero innovativo nel mondo del genere post-apocalittico. E forse anche nel mondo di The Walking Dead. Sicuramente il miraggio dell’elettricità è un sogno allettante, capace di cambiare la vita dei superstiti, ma non è abbastanza. La prima stagione di Dead City mostra anche nuove fazioni in lotta, che lo sono per l’appropriazione del metano: coinvolgono sopravvissuti che vivono in insediamenti selvaggi e primitivi, isolati da tutti gli altri; l’estesa popolazione del Croato, che mira al controllo di tutte le altre comunità attraverso il terrore e, se necessario, lo sterminio, e il corpo di polizia di New Babylon, la nuova forma di legge da temere e non contrastare. Insieme ad altri gruppi più o meno estesi come quelli dove vivono Maggie ed Hersel, dove c’è un clima di collaborazione e di ritrovata pace. Ma anche questa sembra destinata ad essere minata da una nuova guerra in arrivo.
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