Squid Game 3 è pazzesco! Cosa abbiamo visto?!
L’attesa è finita e la terza stagione di Squid Game arriva sulla piattaforma streaming il 27 giugno 2025. La conclusione del viaggio di una delle serie tv sudcoreane più viste dell’ultimo decennio e di uno degli show Netflix più amati e seguiti in assoluto, si è fatto attendere con trepidazione e dalle 9.00 di venerdì 27 giugno tutti gli ultimi sei episodi di Squid Game saranno disponibili. Scritta, diretta e ideata da Hwang Dong-hyuk, Squid Game è stata protagonista di un successo mai visto, aumentato dalla lunga e travagliata strada, raccontata dal creatore, che per la prima volta scrisse la sceneggiatura nel lontano 2008, quando per anni non trovò nessuna produzione pronta a dargli fiducia. Sembra assurdo considerando che Squid Game è stata poi acclamata da pubblico e critica e che ogni evento dedicato ad anteprime, distribuzione del trailer o semplici manifestazioni organizzate per i fan, hanno totalizzato un numero di presenze altissimo.
La presentazione del trailer della terza stagione, e il red carpet dei membri principali del cast, a New York, è stata di una maestosità e vastità di pubblico incredibile. Per quanto la prima stagione sia, a detta di tutti, nettamente superiore alla seconda, Squid Game è una serie che rimarrà nella Storia della serialità televisiva. Tra capitalismo, differenze di classe e brutalità, la serie tv, in particolare il primo capitolo è stata lodata per la profondità delle tematiche trattate, molto sentire in Corea del Sud, e anche a livello globale. Nel cast della terza stagione ritroveremo Lee Jung-jae nei panni del Giocatore 456, Lee Byung-hun nel ruolo di Front Man alias In-ho, Kang Ha-neul che interpreta il Giocatore 388, Im Si-wan nei panni del Giocatore 333, Kang Ae-shim che interpreta la Giocatrice 149, Yang Dong-geun nel ruolo del Giocatore 007, insieme a Roh Jae-won che torna nei panni di Nam-gyu, Giocatore 124 e Lee David che interpreta Min-su, la Giocatrice 125.
Squid Game 3 è il finale che ci aspettavamo
Il primo episodio di Squid Game 3 è la rabbia incontrollata che esplode. L’inizio della vendetta, quella che porterà alla resa dei conti. La stessa vendetta che nella seconda stagione si è cercata di ultimare contro un’organizzazione troppo forte. Troppo potente e troppo implacabile. La vendetta di questa terza stagione, almeno per Seong, parte da dentro, da un animo distrutto, oltre che intossicato dall’asprezza di una vita di povertà, relegato sempre ai margini e che l’ha poi visto partecipare a dei giochi disumani, tornare per smantellare quel sistema atroce che continuava indisturbato. E ora tradito, solo, senza più niente che può davvero convincerlo che ci sia per lui una via d’uscita. Per un Seong che si ritrova unico superstite di una rivolta che avrebbe dovuto concludersi anche con la sua morte, il nemico adesso è chiunque si frapponi fra lui e il suo obiettivo.
Una meta ancora poco chiara, offuscata dall’odio e dalla collera più irascibile, e che adesso identifica la colpa di una ribellione dalla quale potevano uscire vittoriosi. I quaranta minuti del primo episodio letteralmente “volano” e preparano l’inizio della fine. Nelle scale che li conducono sempre un passo più vicino alla morte le musiche che accompagnano le scene sono sempre sontuose, estratte da opere liriche, e durante i giochi, i brani sono sempre simili a ninne nanne e filastrocche per bambini. Squid Game continua così ad emulsionare l’efferatezza dei giochi con la delicatezza delle canzoni per bambini, spesso amorevoli e gradevoli, orecchiabili e impossibili da dimenticare. Tra un tentativo di replicare la Mingle song della seconda stagione, che sappiamo non potrà mai accadere, ed esprimere uno dei contrasti alla base della serie. Filastrocche soavi che accompagnano gli omicidi più sanguinari. O l’esecuzioni da parte della guardie: morti che, senza rimorso o esitazione, rimangono sterili, asettiche, impersonali, ricordando il numero e mai il volto.
L’essenza dei Vip e la disumanizzazione dell’individuo
Alla fine, per i Vip, che sono i veri fruitori di queste società segrete, questo è solo un gioco. Un programma, un reality innovativo da guardare come un qualsiasi altro prodotto. La presenza di queste entità mostruose, intraviste nelle scorse stagioni, aveva alzato il livello dello show dando maggiore senso, nella follia, all’attuarsi di questi giochi: l’intrattenimento. Annoiati da un denaro sempre a portata di mano, alla ricerca di emozioni che possano veramente dare, anche solo per un secondo, un brivido, u fiato sospeso, una speranza e una scommesse, i Vip arrivano all’ultimo, quando i giocatori sono pochi, l’eccidio è già avvenuto. A loro non interessa la carneficina, perché ad essere la vera attrazione, il vero appeal, sono i sopravvissuti, chi ha già visto e sperimentato la morte ed estremamente vicino a uscire vivo, all’essere l’unico sopravvissuto: l’unico vincitore. La violenza, che per ora ancora non si vede, non punta più sull’effetto sorpresa, sull’immediato che mai ha smesso di essere uno shock. Si fa presagire, attendere, capire e cogliere. Dopottutto è innegabile in Squid Game.
Squid Game 3: valutazione e conclusione
I Vip vengono nominati, si dice “stanno arrivando“. Mentre Seong continua la sua trasformazione e la sofferenza e il desiderio di poter morire diventano una ricerca febbrile e convulsa. Un qualcosa che forse non può ottenere, un sentirsi “speciale” che nessuno vorrebbe mai provare. Si vedono Hwang e gli altri alla ricerca dell’isola e si vede il Front Man, anche se per poco, sempre più gelido e sempre più spietato. Squid Game 3 è un concentrato di tensione, prepara con calma quello che sarà un confronto a più fasi, a più livelli, a sfide sempre maggiori. Scalini che Seong salirà uno dopo l’altro, con una motivazione che va oltre qualsiasi rancore che il Front Man può avere nei suoi confronti.
In fin dei conti lo punisce ogni minuto che passa tenendolo in vita. Squid Game è la lucentezza brillante e accecante di quel rosa, quel verde e quel rosso che contraddistingue squadre, pareti e stanze, persino il dormitorio viene ancora rappresentato con estrema e vivida nitidezza. E alle filastrocche per bambini, si affiancano, come nella seconda stagione, anche ambientazioni per bambini. Dove giocatori, con la paura negli occhi, cercando di arrivare preparati. Come Squid Game ci ricorda che le lotte tra esseri umani, dove la conclusione era vivere o morire, sono la più antica forma d’intrattenimento, in questa terza stagione Squid Game parte da uno dei giochi più antichi al mondo. Con le giuste varianti è il momento di Nascondino. Una parola che non suonerà più allo stesso modo.