Pesci Piccoli 2: recensione della serie comedy targata Prime Video

Pesci piccoli - Un’agenzia. Molte idee. è un viaggio di ironia e umanità, tra pubblicità, relazioni e fragilità. Una comedy brillante e sorprendente.

La seconda stagione di Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee conferma un approccio fresco e dinamico alla serialità italiana, giocando sul mondo del lavoro, le relazioni interpersonali e le paure del nostro tempo. Protagonista indiscussa è l’agenzia pubblicitaria più stravagante e bizzarra d’Italia, la Tree of Us 7, un ufficio abitato da amici – prima ancora che colleghi di lavoro – eccentrici, strambi, ma anche molto romantici, sensibili e profondi. La scrittura rende Pesci Piccoli 2 un’alchimia unica e originale, espressione di un racconto sincero e insolito. I The Jackal sono ovviamente il gruppo che unisce intorno a sé una serie di attori e guest star in perfetta forma, armonici e coerenti all’interno della narrazione.

La serie è disponibile su Prime Video dal 13 giugno, con protagonisti i The Jackal (Ciro Priello, Fabio Balsamo, Aurora Leone, Gianluca Fru) e l’esordio di Martina Tinnirello. È composta da otto episodi ed è ideata da Francesco Ebbasta e Alessandro Grespan, che firmano anche la sceneggiatura con Alessandro Bosi e Mary Brugiati. Alla regia: Francesco Ebbasta, Alessandro Grespan, Danilo Carlani e Alessio Dogana.

Pesci Piccoli 2 Recensione Serie Tv Cinematographe.it

Pesci piccoli 2: un universo lavorativo originale e fuori dal comune

La scommessa più grande vinta da Pesci piccoli 2 è la scelta di ambientare l’intera serie in un solo ufficio, con il rischio di soffocare i personaggi e gli intrecci narrativi. Invece, come già espresso nella prima stagione, l’ampia varietà di personaggi – con le loro trasformazioni e dinamiche complesse – conferisce alla serie un ampio respiro. In Pesci piccoli 2 non c’è un vero protagonista, ma diversi punti di vista che si intrecciano per offrire un quadro quanto più ricco possibile dell’intera agenzia pubblicitaria. Il risultato è un’esperienza immersiva che dona allo spettatore l’illusione di essere anch’egli un membro invisibile dell’agenzia: un voyeur silenzioso che, tra campagne pubblicitarie, intrecci amorosi e inside jokes, si concede il lusso di spiare dall’interno le vicende dei personaggi.

Pesci Piccoli 2 Recensione Serie Tv Cinematographe.it

Pesci piccoli 2 ironizza su sé stessa e sul mondo pubblicitario, offrendo però un modo alternativo per abitare i luoghi del web e della pubblicità con maggiore spessore e umanità.

Pesci Piccoli 2 Recensione Serie Tv Cinematographe.it

Tutto inizia con le parole quasi profetiche e critiche di Fru, rivolte a una categoria ben precisa di “lavoratori”: “Con l’arrivo della pubblicità, iniziammo a desiderare cose che non pensavamo nemmeno potessero esistere. Era l’inizio della nuova era. Da lì in poi, iniziarono a spuntare come funghi pubblicitari, social media manager, copywriter, community manager, video maker, creativi, stagisti, food stylist, AI artist, head of branded content, qualunque cosa significhi. Il mondo aveva bisogno di avere bisogno”. Prosegue poi descrivendo la figura degli influencer: “Persone in grado di sostituire da sole il lavoro di un’intera agenzia. Uno a uno, tutti i professionisti iniziarono a sparire. Il nostro impero iniziò a crollare. Avremmo ancora potuto fare la differenza? Era forse questo l’inizio della fine?”

L’incipit descrive in maniera ironica una realtà fin troppo demonizzata e, per certi versi, ridotta a semplice creatrice di bisogni. L’agenzia di Pesci piccoli 2 è sì un’agenzia “più piccola delle altre”, incaricata di occuparsi soltanto di clienti “piccoli”, ma è anche un luogo dove si celano umanità complesse, fragili e incerte, e per questo più profonde, capaci di intercettare i reali bisogni che si nascondono dietro una campagna pubblicitaria. La serie racconta che lavorare equivale non solo a fallimenti, fatica e sacrificio, ma anche a divertimento, condivisione e crescita personale. Spesso si legge di ambienti di lavoro malsani, incubatori di dinamiche tossiche e negative. Pesci piccoli 2, nella sua stravaganza e ironia, suggerisce invece un modo di vivere il lavoro con leggerezza e positività.

Ma ciò non deve trarre in inganno: Pesci piccoli 2 non mostra un fantomatico paese dei balocchi, dove tutto va sempre bene. Al contrario, ogni episodio è un racconto circolare che mette a nudo le fragilità e le idiosincrasie di ogni personaggio. Cadendo e soffrendo, quando necessario, ognuno trova la propria crescita.

Un cast affiatato e tante guest star sorprendenti

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I The Jackal sono sempre i The Jackal: giocano sulle note ampiamente collaudate delle loro intese profonde. Se da un lato le loro maschere comiche trasmettono familiarità e confidenza, dall’altro rischiano, in alcuni momenti, di risultare prevedibili, reiterando gag e battute già viste. Tuttavia, il risultato resta ottimo, grazie soprattutto alla scrittura solida degli autori, capaci di arricchire ulteriormente i personaggi, infarcendoli di complessità e vulnerabilità. Oltre al nucleo principale, la serie si arricchisce di numerosi personaggi minori, ben scritti e interpretati, che contribuiscono a rendere l’agenzia pubblicitaria un palcoscenico straordinario di “lucidi matti”.

E poi ci sono le guest star. Una delle cifre stilistiche dei The Jackal è sempre stata la capacità di omaggiare personaggi famosi con ironia e affetto. E i risultati, anche qui, sono eccellenti. L’episodio con protagonista il Maestro Beppe Vessicchio – in un ruolo bizzarro e lontanissimo dai suoi consueti panni sobri – è un piccolo capolavoro di comicità surreale. Ci sono poi attori brillanti e avvezzi all’autoironia come Giovanni Esposito, Paolo Calabresi, Stefano Rapone e Maurizio Merluzzo.

Menzione speciale per una guest star dal sapore nostalgico e affettuoso: il ritorno di Tonio Cartonio da Melevisione, interpretato da Danilo Bertazzi. L’episodio è un grande omaggio pop alla celebre trasmissione per bambini, ma diventa anche l’occasione per raccontare – con intelligenza e delicatezza – i traumi infantili del personaggio di Gianluca Fru.

Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee: valutazione e conclusione

Pesci Piccoli 2 Recensione Serie Tv Cinematographe.it

In definitiva, Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee è un viaggio divertente e sentimentale in un’agenzia pubblicitaria atipica. I riferimenti non mancano: dal mockumentary alla The Office, a Brooklyn Nine-Nine, fino alla più recente The Bear (nell’idea di fare del luogo di lavoro un personaggio in più), passando per il tono canzonatorio del celebre Boris.

La regia, la scrittura e le interpretazioni sono curate nei dettagli. Ogni episodio è colmo di citazioni pop: dalla rivisitazione comica di Titanic, ai trip psichedelici in chiave ironica, fino agli omaggi alla settima arte. Il più iconico? Quello a 2001: Odissea nello Spazio, attraverso una riflessione satirica sulle nuove tecnologie e le conseguenze dell’intelligenza artificiale.

Non resta che attendere un’eventuale terza stagione, per concedersi ancora una volta l’opportunità di assistere alle strambe e tenerissime vicissitudini dell’agenzia pubblicitaria più originale d’Italia.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

4