The Handmaid’s Tale, Elisabeth Moss rivela la parte più difficile delle riprese dell’ultima stagione

L'attrice ricorda uno dei momenti più complessi del processo creativo: "Abbiamo trascorso tre giorni su un treno per capire come farlo".

Dopo oltre due anni di attesa, The Handmaid’s Tale si prepara a tornare con la sesta e ultima stagione, che riprenderà la narrazione esattamente da dove era stata interrotta: con June (Elisabeth Moss) e Serena (Yvonne Strahovski) a bordo di un treno. E proprio questo treno, spazio chiuso e angosciante, si è rivelato uno degli ambienti più complessi da gestire sul set. A raccontarlo è stata la stessa Moss, protagonista e regista di quattro episodi della stagione, tra cui il primo.

The Handmaid's Tale, Elisabeth Moss cinematographe.it

Durante un incontro al TV Fest con il team creativo della serie, l’attrice ha spiegato quanto siano stati intensi i tre giorni trascorsi all’interno del vagone ferroviario per capire come girare le scene. “Chi guarda da fuori potrebbe pensare che non sia così complicato”, ha detto, “ma chi lavora sul set sa quanto può essere impegnativo. E lo è stato davvero”. Il lavoro sul primo episodio è stato un esercizio di sinergia e sperimentazione: “Ogni reparto ha dato il massimo. Abbiamo imparato cose nuove e affrontato sfide inedite, dalla preparazione alla post-produzione. Tutti si sono messi alla prova”. Moss ha collaborato in particolare con la direttrice della fotografia Nicola Daley e con la scenografa Elisabeth Williams per dare forma alla narrazione visiva dentro uno spazio limitato.

Williams, dal canto suo, ha ammesso di aver provato una certa apprensione all’inizio: il progetto prevedeva cinque vagoni, ma alla fine ne sono bastati uno e mezzo, costringendo il reparto scenografia a ripensare radicalmente l’impostazione delle scene. Una sfida che si è trasformata in stimolo creativo. Daley ha raccontato come l’evoluzione cromatica abbia accompagnato lo sviluppo drammaturgico dell’episodio: “Si parte con immagini idilliache, con June tra i bambini, per poi virare verso un’atmosfera sempre più cupa, fino a entrare in quello che io e Lizzie (Moss, ndr) abbiamo soprannominato un film di zombie. Le lenti si muovono lentamente, creando un ritmo psicologico che guida la narrazione visiva”.

Fondamentale anche il lavoro sul suono. Il compositore Adam Taylor ha adottato uno stile orchestrale, più cinematografico, per accompagnare l’episodio, e la presenza sul set gli ha permesso di collaborare ancora più strettamente con Moss, che ha dichiarato: “Mi piace che il volume sia al massimo. La musica per me è tutto”. Il treno, elemento inedito per la serie, ha posto nuove sfide anche al supervisore audio David McCallum. “Era una metafora perfetta per la serie: ci siamo trovati letteralmente ancorati a questo mezzo. Il suono del treno variava in base all’emotività dei personaggi e alla densità delle presenze a bordo”, ha spiegato. McCallum ha dovuto trovare il giusto equilibrio tra i rumori di fondo e la necessità di rendere i dialoghi, spesso sussurrati, udibili e incisivi.

Una delle scelte più significative è stata quella di iniziare l’episodio senza rumori ambientali, affidandosi solo alla musica per creare atmosfera. “Volevamo costruire un crescendo, arrivare al momento più forte in modo graduale, senza forzare troppo la mano”, ha concluso Moss.