The Last of Us – La HBO ha costruito (e poi tagliato) l’intero museo del gioco
Il team di The Last of Us rivela che la serie HBO ha costruito l'intero museo del gioco (e poi l'ha tagliato)
Per la seconda stagione di The Last of Us, la HBO non ha badato a spese, arrivando a ricreare nei minimi dettagli uno dei luoghi più amati del videogioco: il museo del Wyoming. Eppure, nonostante l’enorme sforzo produttivo, quel set tanto atteso è stato quasi del tutto tagliato in fase di montaggio.
Attenzione: questo articolo contiene spoiler sul sesto episodio della seconda stagione di The Last of Us!

Chi ha giocato a The Last of Us Part II ricorderà il commovente flashback del sedicesimo compleanno di Ellie: un viaggio al Wyoming Museum of Science and History, dove Joel le regala un raro momento di meraviglia in un mondo devastato. Nella serie, però, il museo compare appena per qualche minuto. Un dettaglio che ha lasciato perplessi i fan, vista l’importanza emotiva di quella sequenza.
Durante il podcast ufficiale dello show, il co-showrunner Neil Druckmann ha svelato che il team ha effettivamente costruito un set completo e incredibilmente fedele all’esperienza videoludica. “Era proprio come nel gioco,” ha detto Druckmann. “Quando ho mostrato la capsula spaziale a due colleghi di Naughty Dog, si sono messi a piangere. Era come vedere onorare qualcosa a cui tieni profondamente”.
Anche la sceneggiatrice Halley Gross ha ricordato l’emozione di trovarsi in quel set: “È stata l’esperienza più toccante e immersiva che abbia mai avuto”. Tuttavia, ha confermato che gran parte del museo è rimasta fuori dal montaggio finale. “C’era un rover lunare. C’era un intero atrio con scheletri di dinosauri. Ellie poteva mettere cappelli sulle diverse esposizioni, proprio come nel gioco. Ma nulla di tutto ciò è arrivato sullo schermo.”
Druckmann ha spiegato che il taglio è stato motivato da esigenze narrative e di ritmo, anche se è stata una scelta dolorosa: “Abbiamo lavorato anni su queste sequenze. Quando riesci a ricreare qualcosa che per te ha un valore profondo, è un’emozione speciale. È come se qualcuno rendesse omaggio a tuo figlio.” Il risultato finale, seppur più contenuto, conserva comunque l’essenza di quel momento. Ma sapere che tutto un museo è stato costruito — e poi sacrificato — dà ancora più valore al lavoro dietro le quinte di una delle serie più amate e struggenti degli ultimi anni.
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