The Last of Us 2 e il toccante dettaglio dell’orologio di Joel che i fan del videogioco non conoscono

La seconda stagione di The Last of Us ci ha lasciato un bellissimo dettaglio che non compare nel videogioco.

The Last of Us non smette mai di colpire nel profondo. Anche quando pensiamo di essere preparati, la serie riesce a sorprendere con momenti di straziante intensità emotiva, mescolando ricordi espliciti e dettagli più sottili ma significativi. Il sesto episodio della seconda stagione ne è un esempio perfetto, offrendo un flashback rivelatore e un nuovo significato a uno degli oggetti simbolo della serie: l’orologio di Joel (Pedro Pascal).

Attenzione: da qui in avanti ci sono SPOILER sull’episodio.

The Last of Us 2 cinematographe.it

L’episodio si apre con una scena inedita che, inizialmente, sembra scollegata dal resto della narrazione. Solo quando compare sullo schermo un orologio familiare, il pubblico inizia a capire: siamo tornati nel 1983, quando Joel (interpretato da Andrew Diaz da giovane) e suo fratello Tommy (David Miranda) erano bambini. In questa scena scopriamo il loro passato e la figura centrale – e oscura – del padre, interpretato da Tony Dalton, un poliziotto dal temperamento violento.

Durante una tensione crescente in cucina, Joel cerca di proteggere il fratello minore assumendosi la colpa per qualcosa che non ha fatto. Poco dopo, il padre mitiga l’aggressività con un gesto ambiguamente paterno: due birre condivise e un discorso in cui invita Joel a “fare meglio di lui”. È proprio in questa scena che vediamo, per la prima volta, l’orologio che Joel porterà per tutta la vita. Quell’orologio non è solo un oggetto, ma un potente simbolo di eredità emotiva e identità. Appartenuto al padre violento, diventa per Joel un segno tangibile del suo desiderio di rompere il ciclo, di diventare un genitore diverso — e migliore.

La tragedia che apre la serie, la morte della figlia Sarah (Nico Parker), trasforma quell’orologio in un simbolo congelato nel tempo: di un futuro spezzato, di un padre che non potrà più esserlo. Eppure, con il passare delle stagioni, Joel riesce a ritrovare quel ruolo accanto a Ellie (Bella Ramsey), assumendo per lei la stessa funzione protettiva e amorevole che avrebbe voluto per sé e per sua figlia. Dopo la sua morte, è proprio Ellie a ricevere l’orologio. Un gesto che trascende la sopravvivenza fisica: il tempo continua attraverso le persone a cui vogliamo bene. L’orologio diventa così il simbolo di una genitorialità trasmessa, trasformata, redenta. Parla del tempo che non tornerà, ma anche del legame che supera ogni perdita. Un piccolo dettaglio, forse, ma The Last of Us è fatto proprio di questo: oggetti che raccontano storie, e storie che ci lasciano il cuore in frantumi.

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