Hellnoir: recensione del primo numero della miniserie Bonelli

Hellnoir, nuova miniserie Bonelli esordisce sugli scaffali delle edicole a partire dal 28/10 e a cadenza mensile, segue il filone di Coney Island e Tropical Blues: storie spigolose, brevi, ma dal sicuro impatto sul pubblico e dal prezzo contenuto.
Da un soggetto e una sceneggiatura di Pasquale Ruju, Hellnoir catapulta il lettore all’interno di un luogo oscuro, marcio e corrotto, in bilico tra il nostro e l’altro mondo.
Siete curiosi di scoprire di cosa tratta? Allora partiamo dal principio…

Hellnoir

C’è una città, da qualche parte, fra il nostro mondo e quell’altro. Una metropoli oscura, sterminata, tentacolare. Hellnoir è il suo nome. Vi finiscono tutti coloro che hanno avuto una morte violenta, e la loro seconda vita, laggiù, è quasi sempre più dolorosa e crudele della prima. Perché Hellnoir è un luogo marcio, corrotto, brulicante di anime dannate. Devi seguire certe regole, se vuoi sopravvivere da quelle parti. Regole scritte con il sangue, declamate fra urla e lamenti, incise su carni straziate. Melvin Soul, detective, le conosce tutte quelle regole. La morte per lui non ha segreti. E quell’inferno, l’inferno di Hellnoir, lui lo chiama “casa”.

Benvenuto a Hellnoir, detective Soul!

Il lavoro di Pasquale Ruju su Hellnoir a livello di soggetto e sceneggiatura è, a giudicare dal primo numero,  ben studiato, con un inizio molto lento come ogni film noir che si rispetti. Il protagonista rompe la quarta parete e parla direttamente con il lettore introducendolo nel mondo marcio in cui abita, il mondo di Hellnoir.
Se le domande non tardano ad arrivare leggendo le prime pagine dell’albo, le risposte arrivano di conseguenza, proprio perché ciò che traspare dal primo numero di Hellnoir è l’importanza del caso su cui sta indagando il nostro eroe, non le domande sul passato di un investigatore privato.
La caratterizzazione dei personaggi è molto buona (anche se al momento si possono contare sulle dita di una mano) e il mondo di Hellnoir viene rappresentato al meglio, strizzando l’occhio ai primi albi della Detective Comics (DC Comics), a Dick Tracy (altrimenti che noir sarebbe?) e a tutta la sfilza di personaggi quasi dimenticati come Flash Gordon, Mandrake o The Phantom.

Scelta azzeccata è anche quella dei disegni di Giovanni Frighieri e delle tonalità utilizzate: se il mondo marcio di Hellnoir viene rappresentato in modo molto cupo con uso massiccio del nero, l’altro mondo invece viene portato in scena con colori molto chiari e, sull’impatto visivo, l’idea funziona più che bene facendo centro sul bersaglio.

Hellnoir

La miniserie di Pasquale Ruju, possiamo dire con certezza che nel suo primo numero parte bene, funziona e porta a termine il suo compito, ovvero quello di incuriosire il lettore e farlo proseguire nella lettura.
Il numero 1 di Hellnoir strizza l’occhio ai vecchi fumetti degli anni ’50 con uno stile narrativo d’annata che di sicuro piacerà molto ai nostalgici; inevitabile però a livello di contenuti il paragone con Lukas Reborn e Morgan Lost (sempre albi editi dalla Bonelli).

Il punto di forza di Hellnoir sta però nell’essere una miniserie, di conseguenza la narrazione per quanto possa non essere nuova ai lettori Bonelli più affezionati vanta un arco narrativo breve ma che già dal primo numero si preannuncia ricco, una storia che vedrà la fine dopo quattro numeri e che porta avanti nel suo piccolo uno stile in piena graphic novel da non sottovalutare.

Giudizio Orrore di Carta

Sceneggiatura - 3.7
Personaggi - 3.7
Chine - 3.8
Emozioni - 3.5

3.7

Voto Finale