Trial & Error: recensione dei primi episodi della sitcom

Arriva in Italia su Premium Joi Trial & Error, comedy della NBC in cui John Lithgow veste i panni di un bizzarro professore accusato di aver ucciso la moglie.

In una piccola città della Carolina del Sud, si incrociano i destini di un bizzarro professore di poesia accusato di aver ucciso la propria moglie, un giovane avvocato di New York alle prime armi e un’improbabile squadra di assistenti, che, all’interno di uno studio improvvisato in un laboratorio di tassidermia, tenterà di aiutare l’inesperto legale a risolvere quello che sembra a tutti gli effetti un caso disperato. Questo in breve il punto di partenza di Trial & Error, la sitcom scanzonata che il 13 novembre ha fatto il suo debutto anche in Italia, su Premium Joi, nata da un’idea di Jeff Astrof e Matthew Miller e prodotta dalla Warner Bros per NBC.

Trial & Error : una presa in giro del true crime televisivo sostenuta dall’ottima prova d’attore di John Lithgow

Nei panni di quello che fin da subito appare come l’evidente protagonista dello show troviamo un John Lithgow al massimo della forma, che, smessi gli abiti dell’intenso Winston Churchill di The Crown, si cala in quelli dell’eccentrico Larry Henderson, supposto omicida con la passione per il pattinaggio acrobatico. Un ruolo che calza a pennello all’attore americano vincitore di 5 Emmy Awards, in grado di passare con uguale disinvoltura dal drammatico al comico ai limiti del demenziale, da The Crown a un prodotto che apertamente rifiuta di prendersi sul serio, ironizzando su di un genere sempre più di tendenza negli ultimi anni, come quello delle cosiddette “docu-serie”.

Trial & Error

La nuova sitcom si presenta non a caso sotto forma di “mockumentary”, una forma, quella del falso documentario, che affonda le proprie radici cinematografiche e televisive negli anni ’60, utilizzata, tra i primi, da Woody Allen (Prendi i soldi e scappa e Zelig).

Se nel cinema sarebbe stato soprattutto l’horror a servirsi di questo strumento inusuale (una lunga lista che parte da The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair fino ad arrivare a Paranormal Activity e simili), in televisione sono state soprattutto sitcom e comedy a sfruttare appieno tutte le potenzialità di questo format, prima fra tutte la pluripremiata Modern Family, che fin dal suo debutto negli Stati Uniti non ha fatto altro che collezionare un successo dopo l’altro.

Trial & Error sfrutta questo fortunatissimo filone, combinando il mockumentary ad un altro format televisivo, che negli ultimi anni ha registrato un successo di pubblico in continuo aumento: quello dei cosiddetti “true crime drama”, da The Jinx: Life And Death Of Robert Durst della HBO, a Making A Murderer di Netflix, soltanto per citare alcune degli esempi più famosi. Talmente famosi da meritarsi una propria parodia: con i suoi dialoghi diretti tra un fantomatico intervistatore e i protagonisti della vicenda, passando per un tema tanto attuale come l’uxoricidio, fino alla messa in scena dei meccanismi che regolano la giustizia americana, la comedy della NBC si inserisce esattamente in questo orizzonte.

Trial & Error

Come in Making A Murder, anche qui abbiamo un documentario seriale incentrato sulla dubbia colpevolezza di un uomo condannato per un crimine che sostiene di non aver commesso, il tutto, però, calato all’interno di una satira priva di particolare spessore, che, prendendo a prestito temi e motivi di serie prettamente investigative (prima fra tutte Le regole del delitto perfetto), si presenta come un susseguirsi di situazioni e battute al limite del demenziale.

Trial & Error: la serie tv pecca di un eccesso di “demenzialità”, una volontà evidente di far ridere, senza la capacità di riuscirci davvero

Se infatti è vero che il true crime offre oggi numerosi esempi di alto livello, anche la sua parodia sta piano piano conquistando il suo posto nel panorama seriale. È impossibile quindi, guardando le disavventure dell’avvocato Josh Segal (Nicholas D’Agosto, l’Ethan di Masters of Sex) e del suo stravagante quanto ambiguo assistito, non fare il paragone con un altro esempio di mockumentary, quell’American Vandal che costituisce la brillante parodia di Netflix di alcuni dei suoi prodotti più forti.

Trial & Error

E difatti il paragone non regge: pur facendo leva sugli stessi elementi, la nuova comedy di Jeff Astrof e Matt Miller pecca forse di un eccesso di “demenzialità”, una volontà evidente di creare situazioni divertenti, senza tuttavia la capacità di riuscirci. Il prodotto finisce per poggiare unicamente sulle spalle dei propri attori, John Lithgow tra tutti, ma anche Sherri Shepherd, nei panni di Anne Flatch, la segreteria di Josh affetta da numerosi quanto improbabili disturbi, dall’amnesia facciale, alla dislessia, passando per la sindrome di Stendhal per concludere con degli incontrollati attacchi di riso nei momenti meno opportuni. Due interpretazioni che da sole valgono la visione e fortunatamente ripagano in, almeno in parte, delle molte (forse troppe) imperfezioni.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.3