The Duchess: recensione della serie Netflix

Irriverente, sfrontata e con un look da palcoscenico: Katherine Ryan in The Duchess interpreta una mamma single che si dà da fare per crescere la figlia, al centro del suo mondo, nel mezzo di contrasti personali con l'ex marito e con l'attuale compagno...

The Duchess è la nuova serie Netflix scritta, prodotta e interpretata dalla stessa Katherine Ryan, comica canadese che non ha negato di essersi ispirata alla proprie vicende biografiche per la stesura della sitcom. Disponibile sulla piattaforma in streaming dall’11 settembre, la serie ha solo sei episodi della durata di circa mezzora ciascuno e per questo si presta a essere guardata in modalità binge, episodio dopo l’altro.

La trama di The Duchess

Katherine (Katherine Ryan) è una mamma single, di origini canadesi, che vive a Londra con l’amata figlia Olive (Kate Bryne) per la quale ha una dedizione assoluta. Katherine è un tipo che non le manda certo a dire, è anzi sfacciata, pungente, acuta e spesso quando parla le sue parole diventano lame taglienti, senza preoccuparsi di quanto possa o meno ferire il suo interlocutore. Sarà per questo che la relazione da poco iniziata con il dentista Evan (Steen Raskopoulos) non va a gonfie vele: mentre lui cerca di guadagnarsi un posto in famiglia, Katherine è riluttante e impaurita da un nuovo fallimento in amore, dopo la delusione avuta dal padre di Olive – l’ex membro di una boy band, Shep (Rory Keenan), verso il quale ormai nutre un astio reciproco. In questo suo dimenarsi tra le difficili relazioni sociali, che sembrano andare bene solo con la figlia, Katherine deve fare i conti con la scelta di allargare la famiglia, anche se da sola. La scelta di avere un altro figlio dapprima ricade sull’uso dell’inseminazione artificiale, ma poi le cose cambiano…

Katherine, una Carrie Bradshaw in versione british

La mini serie The Duchess si guarda letteralmente tutta d’un fiato, non solo per la breve durata di ciascun episodio, ma anche per il ritmo ben cadenzato delle battute, complice il talento della comica canadese Katherine Ryan. A proposito di Katherine – quella della miniserie, per non fraintenderci: se proprio dovesse capitarvi di tornare indietro durante l’episodio, non sarebbe certo perché vi siete persi qualcosa tra le righe, ma di sicuro lo fareste per ammirare ancora una volta l’outfit della protagonista.

The Duchess Netflix Cinematographe.it

 

Katherine in The Duchess domina la scena, non solo con la sua lingua tagliente e biforcuta – come si suol dire – ma anche per i suoi abiti fantasiosi, gli accessori super griffati, i cerchietti luccicanti e i tacchi a spillo vertiginosi: ogni qual volta che Katherine appare in scena lo fa con la classe – subito smentita non appena apre bocca – di chi sta per sfilare su una passerella di alta moda. I suoi outfit da haute couture, se è vero che l’abito è come una seconda pelle, sono l’esteriorizzazione del suo Io mordace e fuori dagli schemi, un vero e proprio manifesto interiore.

Difficile, dunque, non pensare con un sorriso nostalgico al personaggio di Carrie Bradshaw in Sex and the City che, nel corso delle sei stagioni dell’amatissima serie, ci ha fatto sognare con i suoi look da red carpet portati con estrema nonchalance per le strade di New York. Per Katherine l’effetto è lo stesso, ma il set londinese le dà un’ulteriore nota di charme, decisamente british.

Mamma single? Si può, anche raddoppiando

Se pensate che Katherine sia l’emblema della madre single alla perenne ricerca di un uomo che possa dare una svolta alla sua vita, vi sbagliate. Innanzitutto, Katherine non è affatto il tipo di madre in burnout che non sa come gestire un figlio da sé, anzi: la figlia Olive è al centro del suo mondo e questo, spesso morboso, legame che le due hanno instaurato dà a Katherine un senso di controllo assoluto, di vero e proprio girlpower – per usare un termine dei nostri giorni.

The Duchess Katherine Olive Cinematographe.it

Katherine è una donna in carriera, la sua attività come designer di vasellame le permette di mantenere una bella casa con toni pastello, tre cagnolini e di dare alla figlia tutto ciò che merita – compreso il supporto “morale” durante gli screzi con le compagne di scuola… Katherine non sente il bisogno di un principe azzurro che venga a salvarla, anzi, se possibile a lei appartiene quel cliché proprio di chi non ha più il coraggio di amare e lasciarsi amare. Per la paura di essere lei stessa vittima dei sentimenti, Katherine tiene il suo compagno ai margini della sua vita familiare, “in periferia” come lei stessa dice.

La serie articola il suo humor e le sue battute, simili spesso a tranci di stand-up, sul filo narrativo di Katherine che cerca di capire come – e da chi – avere il secondo figlio che ha promesso di “regalare” ad Olive. L’idea di raddoppiare e di essere una madre single con du e figli è una sfida che non la spaventa affatto. Ma l’indecisione l’attanaglia: inseminazione artificiale con uno sconosciuto, oppure Evan o Shep? Se avere un figlio da Evan la intimorisce per paura di legarsi nuovamente a un uomo che potrebbe deluderla, nonostante Shep – con la sua figura un po’ bohemien – sia esattamente l’opposto di ciò che un bravo genitore dovrebbe essere, Katherine non può fare a meno di pensare che sia stato proprio quest’ultimo a darle la figlia straordinaria che vede in Olive.

The Duchess Katherine Evan Cinematographe.it

Lontani dagli spoiler, vi basterà sapere che la serie celebra l’intraprendenza e il potere che deriva dall’essere donna e in questo senso strizza l’occhio alla contemporanea concezione del femminismo, affrontando anche temi sempre più attuali come quello della maternità surrogata.

Una regia non troppo fantasiosa, che però segue perfettamente la performance degli attori e i ritagli da stand-up comedy che Katherine si riserva di fare più volte. Un prodotto che, insieme a una fotografia vivida e brillante, si fa apprezzare anche dal punto di vista tecnico. Meritevole anche la colonna sonora: da TT The Artist a Robyn, passando per i brani di HAIM e dei Goo Goo Dolls.
Da vedere? Assolutamente, sì!

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.4

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