Mi senti? – stagione 2: la recensione della serie Netflix

Riprende la storia di Fabiola, Carolanne e Ada che per non scappare dalla loro vita hanno deciso di cambiarla.

Tutto riparte due anni dopo le vicende narrate dalla prima stagione. Ada (Florence Longpré) ha passato molto tempo in prigione, Fabiola (Mélissa Bédard) continua la sua vita di prima tra lavoro, musica e la dolce nipotina. Carolanne (Eve Landry) è andata a convivere con il fidanzato Keven, quello che la picchiava, quello per cui Ada è finita in prigione. Non si sentono più, non sanno nulla l’una dell’altra. Hanno deciso, l’unica possibilità per andare avanti è cambiare vita. Così inizia Mi senti? 2, la serie canadese di Florence Longpré che torna dal 1 novembre 2020 su Netflix con la sua seconda stagione, composta da 10 puntate.

Mi senti? 2_cinematographe.itMi senti? – stagione 2: Ada, una donna diversa

Mi senti? 2 racconta una storia di donne, di violenza e di rinascita. Torna a narrare la declinazione del femminile; infatti i primi episodi ci mostrano una alla volta le esistenze delle tre protagoniste e poi le ragazze si ritrovano e si riuniscono. Ada (il primo episodio), Fabiola (il secondo episodio), Coralanne (il terzo episodio) affrontano la vita da sole: il ritornare in società di chi non riesce ad accettare l’assenza delle due amiche, il continuare a vivere una vita normale portando con sé il pensiero delle altre, il portare avanti il proprio calvario fatto di botte, sangue che cola, lividi sul volto perché di quell’uomo sei innamorata.

Ada, dopo essere uscita dal carcere, si mostra cambiata, prima di tutto fisicamente – i suoi lunghi capelli biondi decolorati lasciano il posto ad un taglio corto scuro a causa di una gomma da masticare attaccata ai capelli dalle compagne di cella -, poi anche nel suo modus vivendi: è maturata, cresciuta. All’inizio è stata dura perché i suoi problemi con l’ira, l’uso del proprio corpo per ottenere ciò che vuole, l’infantilismo e la totale inesperienza con la vita (non ha mai visto un lago) la tengono bloccata. Dopo aver incrociato Caro – con il volto segnato da pugni e calci – comprende che non è l’unica in difficoltà e che è più importante l’altro che lei stessa. Cerca un lavoro, una casa, una stabilità, per risollevarsi, risvegliarsi da quell’incubo deve chiedere scusa (alle amiche e a Nassim, uno dei pochi uomini che con lei è stato gentile) ed aiutare Caro.

Ada è pronta a ricostruire la sua vita e se stessa, torna da Nassim, gli chiede scusa, comincia con lui una relazione vera, sincera, fatta di scontri e di riappacificazioni. Ha imparato a lasciarsi andare, a vivere in due.

Mi senti? 2_cinematpgraphe.itMi senti? – stagione 2: Fabiola, donna saggia e amorevole

Fabiola è da sempre stata quella più positiva, più matura perché lei le responsabilità le vive, le conosce. Il suo corpo morbido, scuro come il cioccolato più avvolgente, che protegge e cura, è sempre lì pronto ad accogliere, la sua voce melodiosa e calda: fa innamorare uno dei suoi compagni di coro, Léon, e con lui, un piccolo uomo biondo e impacciato, inizia a frequentarsi. La narrazione ci dice che l’amore è inarginabile, non segue etichette né formule fisse, non conosce cliché né timori, e ci dice anche che non tutti gli uomini sono come il compagno di Coralanne, non tutti desiderano metterti i piedi in testa, cancellare la tua identità, indipendenza.

Léon è buono, dolce, è pazzo di questa donna e iniziano un rapporto che sembra, nell’immaginario stanco e trito, fatto di stilemi e schemi prestabiliti, distonico, invece rompe ogni tipo di preconcetto, di pregiudizio narrativo e non.

Come Ada anche lei ripensa alla loro amicizia, ogni cosa la riporta al passato; è impossibile cancellare un rapporto così stretto e sincero, profondo e vitale. Assieme all’amica riusciranno a riunire il terzetto e tenteranno con tutte le loro forze di aiutare Caro, salvarla dal mostro e riportarla alla vita. Mi senti? 2 lavora ancora su questo, sulla sorellanza, sul partecipare al dolore dell’altra, che è anche il tuo, e lo fa con crudezza e crudeltà, con un sorriso amaro; in questa serie non solo ci si arrabbia e ci si commuove ma anche si sorride. Le amiche ci sono sempre, aiutano, sostengono, parano i colpi, attendono anche, se necessario, sono di nuovo di fronte a noi, vivaci, forti, divertenti, spietate, diventate grandi.

MI senti? 2_cinematographe.itMi senti? – stagione 2: Caro, il dramma di una donna che soffre

Lo spettatore trova Caro mentre viene interrogata da un poliziotto. L’uomo, positivo, buono e umano, in più di un’occasione invita la donna a denunciare, a cancellare chi la fa tanto soffrire ma solo alla fine lei riuscirà a dare un taglio netto; alle volte però è troppo tardi.

Caro è il nucleo di tutto, su di lei si scatena l’ira funesta maschile. Prende le botte, i calci e la serie ce li mostra, narrandoli come una sorta di danza macabra e mortifera, costruita da un uomo che non ama la propria donna ma che vuole solo possederla, decidere per lei. La scena è sempre quella, lei non esegue uno dei suoi compiti, gli mente e la reazione del compagno è una sola, punirla, distruggerla, umiliarla. Le sue notti, le sue giornate, si declinano come un parare i colpi, difendersi dall’uomo con cui vive e quella casa diventa una prigione, un luogo in cui si scappa, ci si deve nascondere. Mi senti? 2 diventa manifesto per tutte le donne che subiscono violenze, di tutte coloro che amano uomini che odiano le donne, di coloro che scusano. Caro ha imparato dalla madre a sopportare senza alzare la testa, a ingoiare ogni tipo di angheria e di sopraffazione da parte del marito. Mentre la madre della giovane riesce, dopo molti anni, spinta anche dalla denuncia della figlia, a svincolarsi da quel legame insano, chiedendo aiuto, e ad iniziare una nuova vita – sancita dalla cena a casa della ragazza in cui ricordi, risate si mescolano alla gioia per il futuro pronto ad aprirsi per loro -, la figlia invece è ancora intrappolata.

La sua storia è narrazione spietata e dolorosa della paura, dell’angoscia di donne che amano troppo; si costruisce una dinamica classica: lei perdona quando Keven la implora di riprenderlo perché non lo farà più. Le uniche che tentano di risvegliarla da quel torpore e che per certi versi ci riescono sono le sue amiche. Inizia ad uscire con loro – anche se è costretta a narcotizzare il compagno -, riesce a lasciare Keven ma lui continua a seguirla, a bussare alla sua porta, ad ossessionarla. La sua sorte è evidentemente una spada di Damocle sulla sua testa, è una strada senza uscita. Mi senti? 2 in un certo qual modo sembra avvertire e avvertirci: unisce le notti passate da Ada e Fabiola accarezzate, baciate, amate dai compagni, a quelle passate da Caro che vive il suo calvario. Ci invita a non dare possibilità, a non riaprire mai quella porta, a lasciare fuori di casa il nemico.

La via crucis di Caro diventa la nostra, partecipiamo al suo dolore, alla sua paura: il suo volto spaventato e atterrito che chiede al compagno di smetterla, l’urina che scende lungo le gambe perché la belva è irrefrenabile, la sua furia è una marea che monta.

Mi senti?2_cinematographe.itMi senti? – stagione 2: una bellissima serie intensa che ti accompagna in un inferno da cui non si può fuggire

Mi senti? 2 è una bellissima serie che ci porta in un mondo ostile, violento da cui le donne devono salvarsi, fuggire senza tornare indietro e lo fa attraverso tre personaggi belli, veri che crescono, soffrono, patiscono di fronte a noi. Il lavoro di Florence Longpré è intenso, drammatico, con questi dieci episodi mostra una vicenda comune a molte donne, che esplode in un finale che nessuno avrebbe voluto vedere.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8

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