Hunters – stagione 2: recensione della serie TV con Al Pacino

La serie TV con Al Pacino, che rivista la storia e va a caccia di nazisti, è giunta alla sua seconda e conclusiva stagione: Hunters 2 è disponibile su Prime Video.

La caccia che per 10 sorprendenti episodi aveva incuriosito molti a febbraio del 2020, ottenendo grandissimo seguito grazie soprattutto alla presenza di Al Pacino e alla produzione di Jordan Peele (Get Out, Us, Nope), è approdata nuovamente su Prime Video con la sua seconda stagione, un capitolo conclusivo che non ha nulla da invidiare al precedente, ma va anzi a completare un quadro che sarebbe altrimenti risultato inefficace e manchevole in diversi suoi elementi. Hunters 2, secondo atto della serie scritta e ideata da David Weil e diretta, in gran parte, da Phil Abraham (Mad Men, Orange Is the New Black), si è saputa mantenere fedele a sé stessa, aggregando spessore a una produzione già di notevole fattura.

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Hunters 2: capitolo finale della caccia

Hunters 2 cinematographe.it

Dopo un finale di stagione che aveva sostanzialmente sconvolto una trama parsa lineare sino a quel momento, riprende la caccia a circa 2 anni di distanza dallo smascheramento del personaggio interpretato da Al Pacino e dall’ancor più scioccante rivelazione che, stravolgendo la storia, aveva ridato corpo ad Adolf Hitler. Mentre The Wolf (Al Pacino) torna in vita, nuovamente come Meyer Offerman, per mezzo di un flashback ridondante che segmenta il racconto su due contesti storici differenti, i cacciatori portano avanti una vita tormentata dal bisogno di fermare il morbo nazista, nonostante il disgregamento di una squadra ormai orfana del suo leader. È lo spargersi della notizia della sopravvivenza di Hitler, nascostosi per anni in Argentina, a far sì che il gruppo si riunisca sotto la guida di Jonah (Logan Lerman), evolutosi in Sam, suo pseudonimo, e pronto a sposare l’inconsapevole Clara (Emily Rudd).

Se dalla parte del führer ritroviamo sia Lena Olin (Riviera, Chocolat), il Colonnello della prima stagione che scopriamo in realtà essere Eva Braun, che Greg Austin (Summer of Rockets, Class), lo spietato neonazista che simboleggia l’apparente intramontabilità di un’ideologia malata, a dar man forte all’eterogenea banda di cacciatori arriva Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight, Patrick Melrose), nei panni dell’irreprensibile Chava Apfelbaum, l’arma in più, pronta a tutto pur di catturare il più grande nemico dell’umanità.

I volti del male di Hunters 2

Hunters 2 cinematographe.it

Perché se il male ha volto, gli ultimi 100 anni di storia ci dicono che questo volto ha un nome e un cognome: Adolf Hitler, qui interpretato dall’attore tedesco Udo Kier. Di certo riesumare il ricordo del cancelliere tedesco non era affatto un sfida semplice da affrontare, eppure Hunters 2 ha saputo svolgere il compito egregiamente. La serie TV che nel 2020 aveva da un lato entusiasmato e dall’altro lasciato qualche dubbio a causa di una poetica in grado sì di divertire e, al tempo stesso, far riflettere, ma segnata da un’esasperazione ai limiti dell’eccesso, con la sua seconda stagione chiude il cerchio e trova una sua perfetta quadratura. Il merito di ciò va in parte della personificazione della bestialità umana: dopo l’apparizione incompleta e destabilizzante della prima stagione, il viso profondamente segnato dagli anni non intacca l’animosità di un Hitler perfettamente credibile, mentre coloro che gli stanno intorno, da Eva Braun a Travis Leich (Greg Austin), adornano di attualità le oscure trame del Reich e mantengono saldo il legame con la prima stagione.

La variabile temporalità di Hunters 2

Al Pacino cinematographe.it

Ma ciò che da ancor più forza all’intero racconto è la figura di Meyer Offerman/Wilhelm Zuchs/The Wolf, interpretato da un Al Pacino come sempre formidabile. La ripresa della caccia si scinde su due distinte linee temporali che separano un prima da un dopo e coprono i buchi lasciati lungo la strada della stagione iniziale. Mentre Jonah e i compagni sono sulle orme del gerarca nazista, il compianto personaggio del primo capitolo torna a ripercorrere i propri passi, quelli che, precedentemente rispetto all’intera vicenda, hanno dato origine al team e alla sua doppia identità.

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Cast d’eccezione per un’opera dallo stile inconfondibile

Jennifer Jason Leigh cinematographe.it

Ne risulta un prodotto che, se con la fine della prima stagione aveva sparato un colpo azzardato, rischiando di sfiorare leggermente il bersaglio senza però imprimerne una cicatrice, con Hunters 2 aggiusta il tiro e tramortisce positivamente lo spettatore. Quel che viene preservato è ciò che non doveva subire variazioni: l’eccezionalità di un cast altisonante e uno stile pulp che dona unicità. Confermato Al Pacino, ancora in compagnia del sempre più promettente Logan Lerman, il resto di un cast che vanta grande esperienza si arricchisce con l’arrivo di Jennifer Jason Leigh, che sembra essere nata per il ruolo assegnatole e si inserisce perfettamente tra le trame dell’intreccio.

Un intreccio che si muove tra il citazionismo e il richiamo alla violenza pulp, che oggi definiremmo tarantiniana; uno stile inconfondibile che ripercorre la storia e la stravolge, legando il dramma al black humor, il thriller alla politica e allo storicismo e fa tutto sotto la spinta di una direzione e di una fotografia che sembravano voler strafare ma hanno saputo, invece, rendere giustizia al racconto, accentuandone con accuratezza i tratti più estremi. Nota di merito al penultimo episodio, che interrompe per quasi un’ora l’avvicendarsi dei fatti raccontanti, per catapultarci all’interno di una casa e di una realtà avulsa, o quasi, da tutto il resto ma che non stona e, anzi, aggiunge valore a una fantastica sinfonia. Un boccata d’aria che toglie il fiato e anticipa un finale ottimamente calibrato.

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Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8