First Team: Juventus: recensione dei primi episodi della serie Netflix

First Team: Juventus è il documentario originale Netflix sulle vicende calcistiche e non della Juventus. Una serie tv che affronta l'ambito prettamente sportivo con una sorprendente sbrigatività, non squarciando a sufficienza il velo che separa i tifosi dal campo

Dopo aver rivoluzionato il nostro modo di fruire di serie televisive e film, Netflix approda nel calcio italiano con First Team: Juventus, un ambizioso docu-reality sulla stagione 2017/2018 della squadra più amata (e odiata) d’Italia. Per la prima volta nella storia del nostro calcio, le telecamere si introducono all’interno dello spogliatoio e addirittura delle abitazioni dei giocatori, documentandone pensieri, emozioni e aspirazioni e seguendoli passo per passo in una stagione particolarmente difficile, in bilico fra l’inseguimento al sogno della Champions League e una riconferma sempre più difficile come prima forza del nostro campionato, grazie anche all’agguerrita concorrenza del Napoli.

Con First Team: Juventus, Netflix ci porta all’interno dello spogliatoio della squadra più amata e odiata d’Italia
First Team: Juventus cinematographe

I primi tre episodi di First Team: Juventus, disponibili per tutti gli abbonati a Netflix dallo scorso 16 febbraio, si concentrano sulla prima parte della stagione attualmente in corso, abbracciando un arco temporale che parte dalla tradizionale partitella estiva in famiglia a Villar Perosa e si protrae fino alle festività natalizie. Ciò che salta maggiormente all’occhio rispetto ad altri documentari sportivi (come lo stesso Bianconeri. Juventus Story) è il taglio rigoroso e poco passionale del racconto, che lo rende un prodotto rivolto alla più ampia fetta di pubblico possibile, a discapito dei passaggi potenzialmente più apprezzabili da tifosi juventini e appassionati di calcio in genere.

Pur essendo un documentario che abbatte un muro considerato insormontabile come quello dello spogliatoio, First Team: Juventus si mantiene per troppo tempo a debita distanza dal cuore del racconto, cioè il campo, concentrandosi maggiormente su altri aspetti, comunque apprezzabili, come il privato dei giocatori e qualche fugace occhiata agli allenamenti condotti da Mister Allegri. Fra i contributi più interessanti, meritano certamente una menzione un’intervista a cuore aperto con il neo quarantenne e capitano Gianluigi Buffon, realizzata in un momento particolarmente complicato a seguito della cocente eliminazione dell’Italia dai mondiali del 2018 e alle sempre più insistenti voci di un imminente ritiro di uno dei portieri più forti della storia del gioco, e un ritratto intimo e umano del bomber argentino Gonzalo Higuaín, con enfasi sul suo recente trascorso nella squadra del Napoli, acerrima rivale sportiva dei bianconeri.

First Team: Juventus affronta l’ambito prettamente sportivo con una sorprendente sbrigatività

First Team: Juventus cinematographe

A fronte di un approfondimento importante della componente extra calcistica, le vicende sportive della Juventus sono paradossalmente affrontate con una sorprendentemente sbrigatività, saltando per giunta a piè pari alcune partite di un certo spessore, come la vittoria dei bianconeri in casa del Milan. I match narrati con un maggiore livello di dettaglio dal punto di vista dello storytelling diventano così il big match contro il Napoli, sviscerato da dentro e da fuori il campo, e la pesante sconfitta interna dei bianconeri contro la Lazio, maturata anche a causa di un errore dal dischetto di Dybala negli ultimi minuti di gioco.

Con l’avvicinarsi delle vicende alle festività natalizie, First Team: Juventus rivela sempre più il suo intrinseco scopo, ovvero quello di narrare il mondo Juventus a 360 gradi, nel tentativo di attrarre più fan possibili anche all’estero (la voce narrante originale del documentario è dell’americano D. B. Sweeney). Più che un racconto sulla Vecchia Signora e sulle sue imprese sportive, questo documentario diventa un racconto su ciò che la Juventus rappresenta e sulla sua sempre maggiore autorevolezza in ambito italiano  internazionale. Le immagini dei giocatori impegnati sul set per eventi promozionali o in visita ai più giovani, per inculcare già durante l’infanzia lo spirito bianconero, rubano così la scena al resto, lasciando la sensazione di aver assistito più a un ben realizzato spot pubblicitario della Vecchia Signora che a un prodotto rivolto ai fan.

First Team: Juventus non squarcia a sufficienza il velo che separa i tifosi dal campo

First Team: Juventus cinematographe

Con metà stagione ancora da giocare e diversi episodi non ancora online, il giudizio su First Team: Juventus è per forza di cose parziale. A una fattura tecnica notevole, con preziose immagini in presa diretta allo stadio e sui campi di allenamento, per il momento non si abbina un adeguato approfondimento sportivo, lasciando la sensazione di aver solo scostato leggermente il velo che separa i tifosi da ciò che accade all’interno dello spogliatoio. Con i prossimi episodi e con l’avvicinamento della squadra ai match cruciali della stagione, scopriremo se la rotta verrà invertita verso qualcosa di più vicino al cuore dei fan o se questo progetto rimarrà solamente una ben curata ma parziale vetrina per la Vecchia Signora.

Regia - 2.5
Fotografia - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.6

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