Enlightened – La nuova me: recensione della serie tv con Laura Dern

Un racconto della società contemporanea che ci fa piangere e ridere di noi stessi.

Capita a tutti di crollare, di spezzarsi in mille pezzi; è questo il caso di Amy Jellicoe, responsabile acquisti di successo per una grossa multinazionale, la Abaddonn Industries. Per lei è tutto troppo, il lavoro, il sofferto divorzio da Levi (Luke Wilson) e i dolori ad esso relativi, la liason con Damon, il suo capo; è stanca, sfibrata e durante le ore d’ufficio esplode nel momento in cui scopre di essere demansionata – viene mandata nell’ufficio del seminterrato per un progetto misterioso chiamato Cogentiva – proprio da Damon. Urla, piange, va in frantumi la maschera di perfezione che ciascun essere umano almeno una volta ha tenuto addosso per mostrarla al mondo. Parte da questo punto Enlightened – La nuova me, serie tv targata HBO del 2011, ideata da Mike White – che qui dà corpo a Tyler, uno dei colleghi di Amy – e interpretata da Laura Dern che partecipa anche all’ideazione, che arriva in Italia su Sky Atlantic mercoledì 12 maggio 2021 con i suoi primi 5 episodi, la restante prima stagione (10 episodi in totale) andrà in onda mercoledì 19. La seconda, e ultima, stagione sarà resa disponibile dalla settimana successiva: il 26 maggio 2021 saranno trasmessi i primi 4 episodi, mentre il 2 giugno gli ultimi 4. La serie sarà disponibile anche on demand e in streaming su NOW.

Enlightened_Cinematographe.itEnlightened: il racconto della fragilità di una donna come tante

La serie, scritta e prodotta dal 2011 al 2013 (trasmessa su HBO), – che ha segnato la rinascita della Dern e il successo derivato da questa dramedy, che le è valso il Golden Globe come migliore attrice protagonista – arriva in Italia solo ora: eppure è ancora profondamente e drammaticamente attuale, ponendo lo sguardo su dolori e afflizioni tutti umani. Non ci sono i social, non ci sono Facebook e neppure Instagram, la sensazione però è quella di parlare dei nostri giorni, di essere al centro di una ferita che sanguina spesso, oggi più che mai, in ciascuno di noi.

White in più di un’intervista ha raccontato che tutto parte da una vicenda personale, lui stesso nel 2004 è stato ricoverato per un esaurimento nervoso e dice che per lui quella è stata un’esperienza buddista ma anche la cosa peggiore che potesse capitare perché si è messo in imbarazzo di fronte agli altri, dando prova di non essere abbastanza forte per farcela da solo. In questi casi ci si sente deboli, persi, ma dice, allo stesso tempo, privilegiati, possessori di un grande dono.

Enlightened – La Nuova Me racconta la storia di una donna come tante, che non riesce a stare al passo con il modus operandi della società occidentale – rappresentata dall’azienda per cui lavora -, una Laura Dern, splendida, che lavora sull’esasperazione emotiva ed emozionale prima e ad un ridimensionamento dello stesso bagaglio poi. Amy si confronta con le sue tristezze, le sue frustrazioni e non ce la fa a reagire ad esse tanto da decidere di partecipare ad un percorso di riabilitazione alle Hawaii dopo il quale non sarà più la stessa. Decide di rivoluzionare la sua vita con conseguenze imprevedibili per la sua famiglia e il suo lavoro.

Ogni episodio ci mostra dei nodi della sua anima e della sua mente, dei centri focali del suo mal di vivere che si è chetato dopo la riabilitazione ma ha radici profonde che esplodono ancora quando qualcosa o qualcuno la fa soffrire – dal lavoro in cui non si sente apprezzata alle persone a cui vuole bene.

Enlightened_Cinematographe.itEnlightened: una storia di solitudine

Amy, tornata cambiata – almeno in apparenza -, è pronta a rimettere tutto a posto, con la madre, con l’ex marito, con Damon ricominciando a lavorare con lo stesso ruolo di prima. Le cose però, si sa, cambiano, i ruoli e gli uffici vanno riempiti, chi prima era assistente ora non lo è più. Tutti sembrano stare meglio di lei, tutti sembrano felici e contenti ed è questo a farla soffrire quando è da sola ed è libera di pensare. La protagonista si dimostra calma, anche troppo, buona, anche troppo, positiva, anche troppo, talmente dedita ad un nuovo giusto mezzo da infastidire; sì, perché Amy disturba gli ex colleghi e gli attuali, la madre sempre pronta a criticarla, i dirigenti che spediscono al mittente ogni suo progetto. Difficile è anche la relazione con Levi con cui ci sono avvicinamenti e allontanamenti ma che non sembrano portare a nulla di definitivo, il rapporto con l’amica, ex assistente Krista (Sarah Burns) che, dopo l’avanzamento di carriera, si vergogna di lei – emerge un “classismo” derivante da posizione, piano in cui si lavora.

“A volte, durante la notte, quando mi assalgono la paura e la vergogna, mi metto a pensare alla vita delle altre persone. Immagino l’amore che ricevono, il sollievo dell’essere veramente conosciuti da qualcuno, i piaceri privati che condividono. Penso agli amici che hanno, e alle pressioni che non subiscono. Al sapere di essere importanti. Alle soddisfazioni ottenute sul lavoro. Al loro sentirsi appagati. A quanto sono ricche le loro vite. E in questi momenti mi sento vuota, insoddisfatta”

Questo è uno dei punti più riusciti della serie: la narrazione della solitudine, endemica e sistemica nell’essere umano, il sentirsi perennemente insoddisfatti di ciò che si è, di ciò che si fa, legati più al passato che al presente, mai appagati fino in fondo. Amy si sente sola nella nuova vita, si scontra con chi le mette un muro, con una totale assenza di comunicazione, con la gestione della propria rabbia. Solitudine che Enlightened mostra e dimostra nella messa in scena che respira i sentimenti della sua protagonista, minimale e scarna.

Riscopre, in questo suo percorso di (auto)analisi, il rapporto con Levi, ancora dipendente dalle droghe, una delle cause del loro divorzio, ma con cui sembra avere ancora affinità, legati come sono da un amore che sembra difficile da rompere. La loro intimità, i loro ricordi – che ritornano in flashback –  riportano a galla la difficoltà dei rapporti di coppia, le luci e ombre del loro matrimonio e dimostrano come, a volte, il centro di tutto è parlarsi.

Enlightened_Cinematographe.itEnlightened: Laura Dern, una Amy troppo ingenua e ottimista

Amy vorrebbe essere leader di una rivolta, a tratti ingenua e troppo ottimista, che si dimostra in tutta la sua “superficialità” – perché lei nel silenzio della sua stanza e nei suoi pensieri è tutt’altro che ottimista, vive ancora secondo le idee “di prima” -; è chiaro quanto sia sottile lo spartiacque tra pensiero new age e psiche fragile, ogni certezza avuta da Amy viene smangiata dalla nuova Amy che tenta di cambiare tutto proiettando immagini a cui non crede ancora fino in fondo. Porta in campo tutta la sua frustrazione, il rammarico per gli errori fatti, per la rabbia provata, per ciò che ha perso; “Lui è sposato con figli e alla fine ci ho rimesso io” dice ricordando come per le donne sia sempre tutto diverso, soprattutto negli ambienti lavorativi, soprattutto nel mondo aziendale. Vorrebbe essere condottiera di una legione fatta di ecosostenibilità, altruismo, utopia ma non è facile farsi bandiera di questa guerra quando si vive nel suo mondo: dallo yoga alla meditazione, dal pensiero positivo alla riflessione quasi esasperata, insegnamenti portati dalle Hawaii che non attecchiscono nella società tossica in cui Amy vive, non fioriscono in un luogo di lavoro tossico in cui i protagonisti sono l’egoismo, la gelosia, l’arrivismo e l’ipocrisia.

Nel momento in cui lei decide di far emergere alcuni dossier “poco chiari”, vorrebbe parlarne con Damon e la dirigenza, ma tutti sembrano rigettarla, allontanarla; lei in ogni piano della multinazionale sembra un’aliena, mal capita, denigrata, estranea perché i suoi pensieri sono “altri”.

Enlightened_cinematographe.itEnlightened: una serie che porta al centro il sentire contemporaneo

Enlightened è una serie interessante, una sorta di seduta di analisi – è struggente vedere la protagonista spendersi così tanto per diventare una versione migliore di sé – che porta a galla tutte le luci e le ombre, un racconto della società contemporanea di cui si può piangere e sorridere, delle nostre fragilità e dei nostri tic. A tratti si fa un po’ stanco il gioco, figlio di una scrittura che forse è involuta su/in sé stessa, delle giornate di Amy e di alcuni modi di pensare che emergono e che oggi non sarebbero narrati così. Enlightened è una serie godibile che ci fa guardare dentro e analizzare, una narrazione spesso cinica, malinconica fotografia di cosa siamo diventati.

Enlightened – La nuova me è disponibile su Sky dal 12 maggio.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4.5

3.7

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