Archer: 5 motivi per non perdere la serie animata

Rilasciata la decima stagione su Netflix, scopriamo i 5 motivi per vedere le avventure di Sterling Archer, agente dell'ISIS, nella serie animata Archer.

Dopo 110 episodi e 10 stagioni  – appena rinnovato per un’undicesima – è abbastanza chiaro che Archer (show iniziato nel 2009) non ha alcuna intenzione di fermarsi. La serie animata ideata da Adam Reed e prodotta dalla sezione più adulta ed estrema di Fox nota come FX – casa madre di prodotti seriali come The Shield (2002-2008), Sons of Anarchy (2008-2014) e C’è sempre il sole a Philadelphia (2005-2012) – è da considerarsi ben più di un semplice prodotto a corollario del panorama televisivo seriale, piuttosto una realtà ben consolidata.

Ciononostante però, pur essendo amata dalla critica online – specie quella Oltreoceano e in particolare dall’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes Archer non è mai riuscito a impattare del tutto nel panorama televisivo nostrano, probabilmente anche per via di prodotti similari come Bojack Horseman (2014 – in corso) e Rick & Morty (2013 – in corso) che nel catalogo Netflix hanno avuto da subito un appeal maggiore – anche per via delle tematiche trattate – lasciando nell’ombra le avventure dell’Agente dell’ISIS Sterling Archer (interpretato da H. Jon Benjamin).

Archer è stato rinnovato per la stagione 11

Dove per la sopracitata ISIS non intendiamo l’organizzazione jihadista salafita attiva tra Siria e Iraq – piuttosto è l’acronimo di International Secret Intelligence Service. Tanto basta a Reed per utilizzare la scelta omonima per una sequela di battute brillanti sul perché  – in Archer – l’organizzazione segreta abbia lo stesso nome della principale fonte di terrore nel mondo occidentale. Poco male comunque, perché a partire dalla settima stagione l’ISIS chiude i battenti, permettendo ad Archer di cambiare pelle a livello narrativo più e più volte.

In realtà, oltre all’ISIS c’è molto di più. Archer infatti è una piccola gemma postmoderna che grazie a un umorismo incisivo (e spesso sboccato) dal chiaro sottotesto sessuale, e a un attingere a piene mani al cinema action e di spionaggio – non ultima la saga di 007 – ha saputo continuamente reinventarsi sul piano narrativo mantenendo però il suo stile incisivo e i suoi intrecci sempre ben delineati.

Ecco i cinque motivi per cui non perdere assolutamente le avventure di Sterling Archer e della sua banda di scalmanati – di cui Netflix ha rilasciato la decima stagione l’1 settembre 2019.

Archer: 5 motivi per non perdere la serie animata su Netflix – il mio nome è Archer, Sterling Archer

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Se in Archer vi aspettate che il protagonista che dà il nome alla serie sia come James Bond, perfetto, indomito e donnaiolo, rimarrete fortemente delusi. Il buon Sterling – le cui fattezze ricordano l’ex Mad Men Jon Hamm tanto da far accendere la fantasia nei fan-casting – è ben lontano da tutto questo. Pur essendo infatti tra le spie più pericolose del mondo tanto da essere al primo posto nella lista di tutti i super-villain del mondo, Archer è in realtà egoista, alcolizzato, ossessivo-compulsivo e vittima di un latente complesso edipico verso la madre – e suo capo – Malory (interpretata da Jessica Walter). Però si, ha qualcosa in comune con Bond è anche lui un donnaiolo e incredibilmente coraggioso – seppur poco ligio al dovere e nel seguire le procedure da spia “da manuale”.

Archer: 5 motivi per non perdere la serie animata su Netflix – La squadra

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Ovviamente come potrebbe mai un agente segreto riuscire nelle sue missioni senza un’affiatata squadra alle sue spalle? Ecco, la squadra di Archer non è né affiatata né tanto meno una squadra – piuttosto degli scalmanati colleghi d’ufficio vittime tutti delle proprie pulsioni. A partire dalla madre e capo dell’Agenzia. Malory: donna avida, egocentrica, razzista, materialista e risoluta, forse un po’ troppo, come quando ha finto un allarme bomba solo per poter fare un viaggio in prima classe su un dirigibile di lusso. C’è poi Lana Kane (interpretata da Aisha Tyler), spia preparata e avvenente, spesso presa in giro per le sue mani enormi e per le dita tozze che ha un rapporto di amore/odio con Archer.

Cyril Figgis (interpretato da Chris Parnell) è il contabile delll’ISIS, uomo impacciato, dipendente dal sesso che diventerà il capo dell’Agenzia dopo lo scioglimento dell’ISIS a cui darà il suo nome: Agenzia Figgis. Cheryl Tunt (interpretata da Judy Greer) è invece la segretaria di Malory, donna instabile di cui sia Malory che Sterling si approfittano puntualmente; cambia nome quattro volte nel corso delle dieci stagioni, passando da Carol a Carina, Cristal, Cheryl/Carol Tunt. Cheryl sniffa colla, è piromane e ha tendenze sadomaso.

Pam Poovey (interpretata da Amber Nash) la bionda e obesa responsabile delle risorse umane, cresciuta in un caseificio. Parla alle riunioni attraverso un pupazzo delfino. La gran parte del suo lavoro consiste nel depositare le denunce per molestie sessuali di Archer. Anche lei sesso-dipendente come Cyril, Pam partecipa a combattimenti clandestini e gare di drifting illegali. Ultimo ma non ultimo, è il Dottor Krieger (interpretato da Lucky Yates), alla continua ricerca di progetti robotici con cui facilitare le sue controverse fantasie sessuali. Krieger è figlio di un gerarca nazista fuggito in Brasile, dimostrato anche dal fatto che parla fluentemente il portoghese. Nella serie inoltre vari indizi fanno pensare che possa essere un clone di Hitler.

Archer: 5 motivi per non perdere la serie animata su Netflix – L’illuminazione di Adam Reed sulla via di Salamanca

Archer cinematographe.itL’idea alla base di Archer venne ad Adam Reed durante una vacanza in Spagna osservando la gente in Plaza Mayor a Salamanca: “Mi sono seduto in Plaza Mayor per tre giorni, bevendo caffè, birra o gin, a seconda dell’ora del giorno, circondato da queste donne spagnole che sembravano a volte inconsapevoli e a volte completamente consapevoli della loro bellezza. Di tanto in tanto si guardavano intorno e mi lasciavano a bocca aperta, sorridendomi come a dire “Lo so, giusto?” e, per tre giorni, non sono riuscito nemmeno a dire “Buenos dias!” a nessuna di loro, nemmeno una volta. E così è nato Sterling Archer.

Per una sorta di sit-com che unisce le estetiche delle spy story, a detta di Reed era inevitabile che Archer arrivasse un giorno a vedere la luce, essendo lui stesso appassionato dei film di James Bond ma anche de La Pantera Rosa. Le due saghe cinematografiche infatti, risultano essenziali per delineare l’ambiente narrativo e il tono alla base della narrazione; ma anche per lo stesso Sterling, un incrocio ben riuscito tra Bond e l’Ispettore Clouseau.

Archer: 5 motivi per non perdere la serie animata su Netflix – Uno show cambia-pelle

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Seppur nei primi episodi di Archer, Reed abbia voluto procedere sul parodiare i film di spionaggio e gli stereotipi di genere, già dalla quarta stagione Archer ha cambiato radicalmente pelle, non tanto nei toni quanto nelle conseguenze del proprio umorismo. La crescita dello Stato Islamico dell’ISIS ha spinto infatti Reed a chiudere con l’ISIS di Archer, spingendo verso la creazione – tra la quinta e la settima stagione dell’Agenzia Figgis con cui chiudere la linea narrativa orizzontale iniziata nella prima stagione – per poi procedere verso realtà alternative.

Dall’ottava alla decima stagione infatti, la scrittura di Archer muta radicalmente per via di alcuni eventi in chiusura della settima stagione, presentando un arco narrativo verticale totalmente autonomo per ogni stagione con nuove impostazioni, dinamiche tra protagonisti, ruoli scenici, e denotato non solo da umorismo e gag distinti, ma anche da un ambiente narrativo differente. La settima stagione infatti, denominata Archer: Dreamland (2017), è una rielaborazione di temi ed estetiche del genere noir e hard-boiled; l’ottava è Archer: Danger Island (2018) con il puro genere action-avventura, e infine la nona stagione, denominata Archer: 1999 (2019), chiaro omaggio al genere fantascientifico.

Un prodotto seriale postmoderno in grado, quindi, di toccare e manipolare a suo piacimento le estetiche e toni di differenti generi cinematografici; il tutto mantenendo sempre il suo stile unico e irripetibile.

Archer: 5 motivi per non perdere la serie animata su Netflix – Archesaurus, un raptor per Agente

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Se tutti i quattro motivi sopra citati non vi hanno ancora convinto, se uno show cambia-pelle con manipolazioni di almeno quattro dei generi cinematografici d’intrattenimento più rilevanti non vi ha ancora spinto a cercare Archer sul catalogo Netflix, è il motivo di svelare l’ultimo – ma primo in ordine di importanza – motivo per cui correre a guardare la serie animata sulle scanzonate avventure di Sterling Archer.

Esiste un pilot mai ufficialmente andato in onda – o forse creato per gioco – ma presente solo nei contenuti speciali del dvd della prima stagione, dove Sterling viene sostituito con un velociraptor. La puntata, nota come Archersaurus Episodio 0 – 1×00 – è di fatto la riproposizione del pilot andato in onda nel 2009 dove però l’interprete di Archer – H. Jon Benjamin – è soltanto citato nei credits, tutte le battute del suo personaggio infatti, sono dei ruggiti di raptor.

Per un attimo avremmo potuto avere una serie tv animata su un Agente segreto raptor donnaiolo, erotomane e alcolizzato – un progetto in bilico tra post-postmodernismo e follia pura.