Yellowbird: recensione del film d’animazione di Christian De Vita

Un piccolo e orfano uccellino, Yellowbird, nasce e cresce senza una famiglia, circondato solo dall’amicizia di animali da terra come una coccinella e dei conigli. Timido, impacciato, Yellowbird non ha mai lasciato il proprio nido e non sa cosa il mondo gli riserva oltre la radura del bosco a nord della Francia. Un giorno, Darius, leader di uno stormo di uccelli diretti in Africa, viene ferito prima di iniziare la migrazione con la sua famiglia e decide di dare tutti i dettagli della rotta al primo volatile che incontra. E quel fortunato uccello è proprio Yellowbird. Eccitato dall’idea di una nuova avventura, ma tuttavia privo di esperienza, spetterà a lui condurre la migrazione del gruppo di uccelli. E non sarà per niente facile.

Yellowbird e Ladybug in una delle scene iniziali del film.

Yellowbird e Ladybug in una delle scene iniziali del film.

Yellowbird: una tenera storia di crescita personale

Yellowbird è un film d’animazione diretto da Christian De Vita, che altri non è che uno degli storyboard che ha lavorato con Wes Anderson e Tim Burton, con l’aiuto del suo Team10 dell’animation studio francese. Tra le voci dietro i personaggi ci sono: Seth Green che anima il protagonista, l’uccello giallo, Dakota Fanning è invece Delf, figlia di Darius (doppiato da Danny Glover) e Yvette Nicole Brown (Ladybug, l’amica coccinella di Yellowbird). L’impostazione del film d’animazione è prettamente semplice con un linguaggio genuino, adatto per un pubblico (molto) giovanile – quasi infantile. Nonostante l’uso del 3D, utile specialmente nelle scene del volo degli uccelli che creano una gran bella fotografia, Yellowbird non brilla nella trama principale, che appare abbastanza prevedibile.

Perfino il crescente interesse di Yellowbird verso Delf è scontato, e sappiamo fin da subito che sarà l’interesse amoroso dell’uccellino protagonista. Una chicca: gli adulti nostalgici troveranno la morte di Darius vagamente somigliante a quella di alcuni protagonisti morti nei classici Disney, come la mamma di Bambi o Mufasa ne Il Re Leone. Il tema del viaggio migratorio degli uccelli diventa una metafora di vita: non è solo uno spostamento da un continente all’altro, ma è sopratutto sinonimo di crescita, dell’abbandono del nido materno (dove Yellowbird è cresciuto) verso la scoperta del nuovo mondo, quello degli adulti, dove si affacciano nuove realtà e sentimenti (il senso di responsabilità, il coraggio e i legami di amicizia).

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Presentato in anteprima al Romics, Yellowbird è una tenera storia di crescita personale in cui ci possiamo tutti rispecchiare, ma di cui potremo facilmente dimenticarcene tra qualche anno.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.4
Fotografia - 2.9
Recitazione - 3
Sonoro - 3.2
Emozione - 3

2.8