Vulcano – Los Angeles 1997: recensione del film con Tommy Lee Jones

Un film che sfida le leggi della fisica, un disaster movie a tutti gli effetti!

Los Angeles, 1997. Mike Roark (Tommy Lee Jones) si appresta a passare una settimana in compagnia della figlia Kelly (Gaby Hoffmann). Un incidente dai contorni poco chiari però lo costringe a tornare sul posto di lavoro: Mike è infatti a capo della OEM (Office of Emergency Management), l’ufficio losangelino che si occupa di coordinare tutte le forze della città durante le situazioni di emergenza. Dal suolo sembra fuoriuscire uno strano vapore, i cui gas si rivelano nocivi per l’uomo. La geologa Amy Barnes (Anne Heche) teorizza una possibile, anche se improbabile, eruzione vulcanica.
L’ipotesi di Amy si rivela veritiera quando, dopo una serie di scosse di terremoto, nel sottosuolo di Los Angeles comincia a scorrere un fiume di lava, pronto a emergere in superficie e a distruggere tutto quello che incontra sulla sua strada. Sarà proprio Mike a dover salvare la città, sua figlia e se stesso.

Tutti i difetti di Vulcano – Los Angeles 1997

Vulcano-Los-Angeles-1997 Cienmatographe.it

Nel 1997, Mick Jackson tornava dietro alla macchina da presa dopo il grande successo di Guardia del corpo, con Whitney Houston e Kevin Costner. Un disaster movie che, in quanto tale, era già garanzia di successo al box office. E infatti Vulcano – Los Angeles 1997 non fa eccezione. Solo che, a differenza di altri disaster movie ben fatti, Vulcano presenta tutto ciò che di sbagliato vi sia, in questo genere di film. Anzitutto, la storia è ridicola: si può chiudere un occhio sulla probabilità che un fiume di lava investa Los Angeles (i film che raccontano i disastri aerei si concentrano su un fatto che può accadere una volta su quattordici milioni, eppure tali film continuano a essere generalmente convincenti). Ma non si possono perdonare gli errori madornali della sceneggiatura, come la lava che tutto distrugge e poi viene fermata da blocchi di cemento, oppure il mirabolante salvataggio finale del protagonista. L’esagerazione è sì parte integrante del disaster movie, ma Vulcano – Los Angeles 1997 fa davvero di tutto per rendere incredulo lo spettatore.

Tommy Lee Jones in uno dei momenti bui della sua carriera

Gli effetti speciali li consideriamo datati, ma questo sarebbe il problema minore, se Vulcano – Los Angeles 1997 presentasse solo questo problema. Dopo più di vent’anni, va da sé che simili effetti li consideriamo superati e ci fanno sorridere, soprattutto quando abbiamo a che fare con un film raffazzonato e esagerato come Vulcano – Los Angeles 1997. A questo si devono aggiungere le non mirabolanti interpretazioni degli attori, imbolsiti a causa dei personaggi ben poco di spessore. Tommy Lee Jones, comunque veterano del genere, soffre in un ruolo come quello di Mike; e lo stesso può dirsi di Anne Heche.

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Il regista Mick Jackson vittima delle mode del tempo

È possibile che Vulcano- Los Angeles 1997 sia vittima del suo tempo, giacché è un film non memorabile legato alle mode anni ’90, che lascia dunque il tempo che trova. La regia è difatti trascurata e del tutto dimenticabile: crediamo che sia un problema della moda di allora, a maggior ragione visto che Mick Jackson aveva dato prova di essere un discreto regista con Guardia del corpo. Non solo: diciannove anni dopo Jackson avrebbe girato La verità negata, film di tutt’altro tenore basato sulla storia (vera) di una storica ebrea costretta a misurarsi in tribunale con un negazionista della Shoah. Il film del 2016 presenta una sobrietà registica tale che quasi non sembra che Mick Jackson, vent’anni prima, abbia girato qualcosa come Vulcano . Los Angeles 1997.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.8