Un amico straordinario: recensione del film con Tom Hanks

In uscita il 5 marzo Un amico straordinario, film diretto da Marielle Heller con Tom Hanks, candidato agli Oscar come miglior attore non protagonista, Matthew Rhys, Chris Cooper, Wendy Makkena, Tammy Blanchard. Tratto da una storia vera il film è distribuito da Warner Bros Italia.

1998. Fred Rogers è il simpatico presentatore di un programma per bambini Mister Rogers’ Neighborhood. La sua dolcezza, la pacatezza e il modo schietto e garbato di spiegare ai suoi piccoli spettatori i tanti aspetti della vita, anche quelli più drammatici, lo hanno reso amatissimo negli Stati Uniti, un mito per grandi e piccini. Il giornalista di Esquire Lloyd Vogel, da poco diventato padre, viene incaricato dalla sua caporedattrice di scrivere un articolo su Rogers. Un compito che l’uomo non sente nelle sue corde, essendo un giornalista investigativo, e che fa fatica ad accettare. Depresso, rabbioso, in conflitto con il padre, l’incontro con Fred Rogers cambierà la vita di Vogel: il presentatore con garbo ma anche con un pizzico di invadenza tirerà fuori dal giornalista il meglio.

Un amico straordinario, cinematographe.it

Un personaggio quello di Fred Rogers praticamente sconosciuto in Italia il cui programma tv si potrebbe paragonare al nostro Albero Azzurro: un set accogliente con personaggi fissi e ospiti diversi ogni puntata, principesse che cantano e un pupazzo di pezza mosso e doppiato dallo stesso Rogers. Lui è gentile, attento alle persone, ai bambini, curioso del mondo che lo circonda e sempre disponibile: saggio fino alla retorica, così perfetto da percepire che dietro forse c’è altro, un lato oscuro, così amabile da chiedersi dove sia il trucco. Sono le domande e le perplessità alle quali il film di Marielle Heller non dà risposta: quello che doveva essere il ritratto a tutto tondo di un personaggio speciale si rivela la superficiale celebrazione di un mito americano.

Un amico straordinario – Tom Hanks sottotono

Tratto dall’articolo Can You Say … Hero? di Tom Junod (non si capisce perché nel film il giornalista abbia un nome diverso), Un amico straordinario conduce lo spettatore nel dramma di Lloyd Vogel (un inespressivo Matthew Rhys) mettendolo a confronto con la vita apparentemente equilibrata di Fred Rogers. Tom Hanks condivide con il personaggio che interpreta la stessa fama: l’attore statunitense è uno dei più amati e venerati dal pubblico che spesso si ritrova nelle sue storie, che in lui vede “uno di famiglia”: accogliente, adorabile e naturalmente talentuoso. Il due volte premio Oscar ha saputo emozionare e rimanere nei nostri cuori con personaggi come Forrest Gump, Andrew Beckett in Philadelphia, John H. Miller in Salvate il soldato Ryan e Chuck Noland in Cast away. In Un amico straordinario, però, non riesce a brillare come sempre, bloccato in una perenne espressione allegra che comunica poco. Una performance in parte vanificata da una regia estenuante, didascalica e mancante di un approfondimento psicologico. Sappiamo tutto del protagonista, tormentato e problematico, ma del suo “amico straordinario” rimane una superficiale conoscenza. Cos’è successo, quindi, alla regista del gioiellino Copia originale?

Un amico straordinario, cinematographe.it

Un amico straordinario –  Il film con i se e con i ma

Tra il reale e il sogno, tra immagini della città ricostruita con lego e pupazzetti in puro stile Mister Rogers’ Neighborhood (Jade Healy alle scenografie) e infinite e poco accattivanti disquisizioni sulla vita, la famiglia, il perdono (colpa, forse, di Noah Harpster e Micah Fitzerman-Blue alla sceneggiatura), il film appare come un’occasione mancata di raccontare onestamente un rapporto di amicizia tra due uomini agli antipodi. Uno non solo presentatore tv vincitore di diversi Emmy ma anche un pastore protestante (informazione omessa nel film), l’altro il classico “giornalista star” sempre pronto a giudicare superficialmente. L’atteggiamento da esaltato di Rogers, che invade letteralmente la vita di Lloyd, poteva essere un ottimo spunto per rivelare anche i normali difetti, le debolezze, i conflitti interiori di un personaggio che viene rappresentato come un santo, come lo definisce la stessa moglie nel film. Renderlo, in poche parole, vero. Ma i film, come la storia, purtroppo, non si fanno con i se e con i ma.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.7