Tutti i ricordi di Claire: recensione del film con Catherine Deneuve

Tutti i ricordi di Claire racconta la fragilità di chi si sente perso e vuole perdersi. Un film in cui i ricordi sembrano oggetti in grado di aprire dei varchi.

Claire Darling (interpretata da una meravigliosa Catherine Deneuve), una bella donna dai capelli bianchi, organizza la vendita di tutti gli oggetti accumulati nella sua vita passata nell’Oise. La sua è stata una vita caratterizzata dalla ricchezza e dall’agio ma anche da molti drammi. Claire, sposata e madre di due figli, perde il figlio e poco dopo il marito. Da allora invecchia nel rimorso e nella solitudine e respinge Marie (Chiara Mastroianni), la figlia per cui nutre un incomprensibile rancore. Partita vent’anni prima, Marie torna a casa per parlare con la madre ma quella che trova è una donna diversa da come ricordava. Questa è la storia di Tutti i ricordi di Claire, adattamento del romanzo americano di Lynda Rutledge (Faith Bass Darling’s Last Garage Sale) – ambientato in Texas -, il film di Julie Bertuccelli (Da quando Otar è partito, L’albero, Squola di Babele) che compie una disamina sul tempo, sul ricordo, sulla memoria e sulla vita.

Tutti i ricordi di Claire: Catherine Deneuve nei panni di una donna che si aggira tra ricordi, dolori e memorie

cinematographe.it, Tutti i ricordi di Claire

Famiglia, memoria, segreti, vita e morte, tutto questo è ciò che Bertuccelli porta nel suo film e ogni elemento ha un ruolo importante nei ricordi di Claire, nella storia privata ed intima di una donna, arrivata a quello che lei crede essere l’ultimo giorno della sua vita – che è il primo giorno d’estate. Lo spettatore viene catapultato nella provincia francese, in un giardino in cui Claire dispone gli oggetti preziosi della sua vita, simbolo di un’esistenza “ricca” e a tratti molto faticosa, che diventano strumenti per tornare indietro nel tempo. Catherine Deneuve, tra una sigaretta e una tazza di tè, cammina tra le tracce della sua storia più intima, drammatica, espone alla mercé del miglior offerente la memoria sua e della famiglia; ogni oggetto la riporta lì, al suo volto più giovane, indaffarato e occupato a spendersi in mille cose, alla giornata più dolorosa della sua vita, la morte del figlio, a quella in cui il marito si è accasciato a terra. Il flashback interrompe il fluire della storia di Tutti i ricordi di Claire, il mondo della donna è abitato da fantasmi e magia.

Lei (ri)vede ciò che ha vissuto, vede, di fronte ai suoi occhi, la sé del passato e tutti gli altri componenti della sua famiglia, il figlio e la figlia, il marito; e così, lo spettatore, a tratti spaesato, assiste all’incrociarsi di ogni cosa e ogni elemento diventa tormento e ossessione, malia e struggimento. Deneuve domina su tutto, su ciò che è visibile, vivo, esistente e anche sull’invisibile.

Tutti i ricordi di Claire: il giardino in cui Claire “vende” i suoi oggetti è un limbo angoscioso

cinematographe.it, Tutti i ricordi di Claire

Julie Bertuccelli tratta i ricordi come oggetti che aprono varchi e la protagonista diventa narratrice quasi suo malgrado. Il giardino è un limbo penoso in cui la donna sembra perdersi in ogni senso, è luogo del ricordo, dove gli avventori accorrono per frugare barbaramente tra gli oggetti, accaparrandosi quelli più belli e cancellando i conflitti familiari dando nuova vita agli oggetti stessi. Interessante è sicuramente il racconto del conflitto tra Claire e Marie, il loro rapporto che sembra essere irrimediabilmente rotto, la loro lontananza, la difficoltà nel comunicare, le tensioni e le incomprensioni. Quando Marie ritorna tutto è ancora più difficile non solo per il passato, ma anche per lo stato di Claire.

Su Claire pesano i giorni, l’affanno, il dolore per ciò che è accaduto. Non si perdona per ciò che è stato ed è questo il motivo per cui tutta la sua vita è disposta su dei tavoli all’aperto, e non perdona neppure Marie, interpretata da Chiara Mastroianni, figlia della Deneuve anche nella realtà –  decide così di vendere, complice anche la convinzione di essere vicina alla morte e per la condanna di una malattia che le rende impossibile avere una “nuova” memoria, e resta così bloccata nel passato. Il tempo  nel film è un mistero inesorabile che procede in maniera, anche asfissiante a tratti – non è un caso infatti che Marie senta l’oppressione di tutta quella infelicità – e lo spettatore in alcuni momenti si perde a causa di questo ritmo così lento e inesorabile che però gioca con i piani temporali.

Tutti i ricordi di Claire: è un film in cui si racconta con delicatezza la storia di una donna fragile

cinematographe.it, Tutti i ricordi di Claire

Tutto si concentra e scorre sul viso di Claire, inondato dai ricordi, dai rimpianti, dalle angosce. Tutti i ricordi di Claire racconta la fragilità di chi si sente perso e vuole perdersi, di chi in una posizione di debolezza non vive il ricordo come un porto sicuro ma come un luogo che può essere anche amaro. Il film mostra la liberazione di una donna per mezzo della vendita dei suoi averi, pensa così Claire di salvarsi da ciò che l’ha fatta soffrire, ma non sempre questo basta.

Bertuccelli realizza una pellicola delicata, profonda ma che pecca a volte a causa di una lentezza che appesantisce un film che potrebbe scorrere in maniera molto più fluida. Dalla sua però il film ha il fascino discreto e conturbante della Deneuve che cammina come una dea tra ricordi e oggetti dando forma ad una donna di una bellezza struggente che si ritrova davanti alla memoria, alla morte e ai ricordi tragici. Ha l’eleganza di Chiara Mastroianni che porta sullo schermo come in un gioco di specchi la veridicità del rapporto madre/figlia.

Il film è nelle sale dal 21 novembre 2019 con Movies Inspired.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1