Troppo Napoletano: recensione del film di Gianluca Ansanelli

È disponibile su Netflix Troppo Napoletano, la commedia prodotta da Alessandro Siani dai toni leggeri, che non perde occasione di rendere giustizia alle sue origini.

Una commedia prodotta da Alessandro Siani e dai torni leggeri, arriva su Netflix il film Troppo Napoletano. La storia di uno scugnizzo che rende giustizia alle sue origini: un inno all’orgoglio partenopeo.

Troppo Napoletano: la storia di uno “scugnizzo” impacciato e insicuro

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Il protagonista di Troppo Napoletano è Ciro Iovine (Gennaro Guazzo), un bambino che frequenta il primo anno di scuola media, alle prese con un amore improvviso: Ludovica Mancini, una nuova compagna che si adatta subito al gioioso ambiente scolastico. Una struttura semplice ed essenziale: si cerca di adottare una formula programmata per definire un piccolo arco evolutivo del personaggio principale.

La storia si dipana in maniera organica, con un atto iniziale che ci presenta Ciro, perdutamente innamorato ma insicuro di se stesso a causa di un padre, il cantante neomelodico Genny Maresca, deceduto nei primi anni di vita del bambino. Si prosegue con l’incontro di vitale importanza con lo psicologo Tommaso Orfei (Luigi Esposito, in arte Gigi del duo comico Gigi e Ross) per articolare una dinamica ricca di sketch e siparietti deliziosamente impostati. Infine avviene la digressione improntata sul dramma fin troppo caricato a nostro avviso, che interviene prepotentemente sul girato cercando di donare un pizzico di profondità a un racconto fino a quel momento simpatico e scacciapensieri.

La coppia Ciro e Tommaso: il cuore di Troppo Napoletano

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Una pellicola che mostra i fianchi sul lato delle svolte narrative, percorrendo strade già battute da molti altri titoli di genere, può quantomeno reggersi sulle interpretazioni sentite e divertite da parte della coppia di attori Guazzo ed Esposito. Essi possiedono la capacità d’intrattenere e vivacizzare il prosieguo della storia, con mimiche facciali imperdibili e una discreta carica umoristica di fondo. Niente di così rilevante sul fronte recitativo, specie nella deriva toccante che si crea in chiusura, ma nel complesso la chimica è fondamentale per rendere la visione particolarmente piacevole.

Sorprende la presenza del conduttore del celebre programma Made in Sud, che assieme al giovane interprete e Serena Rossi nei panni della madre di Ciro, formano un triangolo compatto pronto a regalarci risate genuine.

Napoli e “Napoli Napoli”: due facce della stessa medaglia

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“La città di Napoli” puntualizza il bambino protagonista nella parte centrale del film “è formata da due territori ben distinti: Napoli e Napoli Napoli“. Quest’ultimo confina a nord con Capodimonte, a est con Vomero e la riviera di Chiaia, a sud col Mar Tirreno e a ovest con Monticelli. È questa la reale location del film, ma le due facce di Napoli sono complementari fra loro. Il regista Gianluca Ansanelli si sofferma sulle bellezze del cuore della città, sull’atmosfera calorosa che si respira in ogni via e in ogni anfratto della zona e sulle persone cordiali e buone di spirito.

La città prende forma e sembra cristallizzata in una facciata di cartolina. Al suo interno, un cast completamente a suo agio che ci conduce con mano in questa storia quasi sospesa tra una risata e una parentesi stucchevole, contenente la sempreverde morale dell’autostima da ricercare in se stessi. La location viene utilizzata come asso da giocare per ristabilire il tono generale della pellicola, e in questo non si può cadere in errore. L’ambientazione porta con sé un fascino invidiabile e riesce puntualmente a trasmettere un grado di candore unico nel suo genere.

Troppo Napoletano: una Colonna Sonora Originale ben implementata

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Le musiche di Troppo Napoletano completano un quadro variopinto, che punta all’esasperazione dei sentimenti più profondi. Serena Rossi contribuisce lei stessa a valorizzare questo aspetto del film, con alcuni gradevoli spezzoni musicali e una performance canora di spicco. Le note di brani quali E Tu Dimane, Sei Un Miracolo, La Spagnola e Troppo Napoletano (quest’ultimo scritto dall’attore e stand-up comedian Alessandro Siani, che svolge anche il ruolo di produttore del film) fungono da cassa di risonanza per amplificare le sensazioni di personaggi incapaci di amare profondamente e dedicarsi del tutto al prossimo.

Non manca un finale carico di allegria che trasforma la storia in una sorta di favola moderna, dalla morale inserita nel posto giusto al momento giusto e con una vetrina che si affaccia sull’amore condiviso, rinvigorito fino al suo massimo potenziale. Per coloro che riescono ad accogliere un più che abbondante grado di spensieratezza, il titolo saprà soddisfarvi senza particolari riserve.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3