Standoff – Punto morto: recensione del film con Laurence Fishburne

La nostra recensione di Standoff - Punto morto, film del 2016 di Adam Alleca con protagonisti Laurence Fishburne, Thomas Jane ed Ella Ballentine

Standoff – Punto morto è un film del 2016 scritto e diretto da Adam Alleca (in precedenza sceneggiatore de L’ultima casa a sinistra del 2009 e Cell). I protagonisti del film sono Laurence FishburneThomas Jane ed Ella Ballentine. In Italia e in molti altri paesi del mondo, Standoff – Punto morto non ha avuto un passaggio in sala, ed è stato distribuito direttamente in Home Video.
Standoff - Punto morto Dopo aver assistito, nel corso di una visita alla tomba dei genitori, a un assassinio da parte del feroce sicario Sade (Laurence Fishburne), la piccola Bird (Ella Ballentine) è costretta a darsi alla fuga nei boschi, in quanto testimone oculare dell’accaduto. La bambina trova rifugio nell’abitazione del veterano di guerra Carter (Thomas Jane), disperato a causa delle morte del figlio e della recente separazione dalla moglie. Sade bussa alla porta di Carter armato fino ai denti, con l’intenzione di eliminare Bird, che potrebbe identificarlo. Carter rifiuta e protegge Bird, cominciando così un lungo duello fisico e psicologico con il sicario.

Standoff – Punto morto: uno stallo alla messicana lungo un intero film
Standoff - Punto morto

Da Sergio Leone a Quentin Tarantino, passando per John Woo e Tony Scott, molti maestri del cinema hanno utilizzato con successo la tecnica dello stallo alla messicana, situazione in cui due persone si tengono reciprocamente sotto tiro, per esaltare i loro lavori e creare sequenze dense di suspense. Il debuttante dietro alla macchina da presa Adam Alleca ha il coraggio e quel pizzico di sana presunzione necessari a incentrare su uno stallo alla messicana un intero film, cercando di compensare la staticità dell’azione e la scarsità di location (si rimane quasi esclusivamente all’interno di una singola abitazione) con il carisma dei propri interpreti e con la sua abilità nel tenere alta la tensione.

Il risultato, considerando anche che stiamo parlando di un film pensato più per la TV e per l’Home Video che per la sala, con conseguente penuria di mezzi e di budget, è un prodotto sorprendentemente più che accettabile, che trova nel carisma di Laurence Fishburne e in una solida regia le proprie armi migliori, compensando così qualche forzatura a livello di scrittura. I personaggi inizialmente sembrano decisamente stereotipati e monolitici: un sicario senza scrupoli, interessato solo a salvaguardare il proprio interesse, un uomo solo e privato di tutti i suoi affetti e l’immagine della purezza e dell’innocenza, ovvero una bambina messa di nuovo alle strette dalla vita dopo la precoce perdita dei genitori. Con il passare dei minuti però, grazie anche alle solide performance dei protagonisti, Adam Alleca è abile a scavare dentro ai propri personaggi, delineandone la storia e i lati più nascosti del carattere.

Standoff – Punto morto si rivela un prodotto più che dignitoso, nonostante qualche forzatura a livello di trama

Una sfida che avrebbe potuto risolversi tranquillamente in pochi secondi, con un rapido e brutale scontro a fuoco fra i due adulti, viene portata avanti per poco meno di 90 minuti, senza mai sfondare nella ridondanza. Ciò che infastidisce di più, insieme a una colonna sonora poco ispirata e incapace di esaltare i molti dialoghi, sono certamente le diverse manipolazioni del racconto che Alleca è costretto a mettere in campo per prolungare lo stallo, che spaziano dalla tardività della reazione delle forze dell’ordine a certe svolte troppo semplicistiche del racconto, capaci di minare la credibilità dello stesso.

Ad aiutarci a chiudere un occhio su alcune mancanze di Standoff – Punto morto sono soprattutto i 3 protagonisti, che duellano fra loro in bravura rivelando progressivamente aspetti dei caratteri dei rispettivi personaggi: dal pragmatismo di quello di Fishburne al tormento interiore di quello di Jane, arrivando poi al candore del personaggio della promettente Ella Ballentine, messo in pericolo proprio dalla sua curiosità per il mondo e per il prossimo. L’istintivo senso di protezione verso Bird di Carter, che trova così un motivo per sentirsi nuovamente vivo e utile, e il suo virile duello con Sade, basato sulla comune dimestichezza con le armi e con le tattiche di battaglia, fanno il resto, mantenendo sempre alti ritmo e tensione.

Standoff - Punto morto

In definitiva, Standoff – Punto morto si rivela un prodotto più che dignitoso, capace, nonostante i propri punti deboli, di mantenere sempre alta l’attenzione dello spettatore nei confronti di un duello umano e strategico di forte emotività.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

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