Reversal – La fuga è solo l’inizio: recensione

Thriller appartenente al filone dei Rape & Revenge, Reversal – La fuga è solo l’inizio, diretto dal regista ancora agli esordi José Manuel Cravioto, racconta purtroppo una storia decisamente già sentita: quella di un prigioniero che riesce a scappare dai suoi aguzzini e si vendica, ribaltando i ruoli. Protagonista è questa volta una ragazza, Eve (Tina Ivlev), spinta da un forte desiderio di vendetta, sentimento che prende il sopravvento e la guida con una brutalità impensabile.

Eve riesce a liberarsi dalla stanza in cui era rinchiusa, incatenata a un materasso sporco, colpendo alla testa con un mattone (cosa ci faceva lì, ci chiediamo?) l’uomo che è venuto a portarle il pranzo, Phil (Richard Tyson). Se il montaggio dinamico e gli intermezzi costituiti dai vecchi video del cellulare che riprendono Eve e il fidanzato Ronnie (Kristoffer Kjornes) avevano dato uno slancio – non memorabile, ma di certo non così pessimo – all’inizio di Reversal – La fuga è solo l’inizio, ecco che già cadiamo in basso: Eve esce dalla casa dov’era segregata e scopre di essere lontano dalla città: scappare, a quanto pare, è impensabile – ma perché? – così la biondina torna in casa, si concede una doccia e si trasforma in un MacGyver in gonnella, costruendo una specie di guinzaglio, e va a riprendersi il suo aguzzino, perché ha trovato delle foto di altre ragazze prigioniere.

reversal - la fuga è solo l'inizio

Reversal – la fuga è solo l’inizio – qualcosa non funziona!

In un vortice sempre più inverosimile, Eve costringe Phil a portarla nelle altre case, dove sfoggia delle sorprendenti abilità con la pistola (avrà fatto pratica con Call of Duty), ma purtroppo ci saranno diversi incidenti con le altre ragazze segregate (che tra l’altro sembrano tutte fresche di parrucchiere). Phil cerca di tirarsi fuori dai guai dicendo che c’è qualcuno più in alto di lui, che «Non c’è niente di personale», ma molti punti della sceneggiatura fanno acqua da tutte le parti e ci ritroviamo a seguire Reversal – La fuga è solo l’inizio senza farci coinvolgere, usando «i mille colpi di scena» promessi dalla sinossi solo per raddrizzarci un po’ sulla poltrona, stanchi della espressione da cattivona che continua a propinarci la Ivlev.

36. Tina Ivelv_Eve is ready for her final plan

Cravioto sarà anche agli inizi della sua carriera, quindi non ci permettiamo di bocciarlo del tutto, ma la trama è vista e rivista, le azioni e la violenza sono troppo improbabili (così come il fatto che Eve usi il cellulare per trovare fon il navigatore le altre case, ma non per chiamare la polizia), mentre altri aspetti sono decisamente prevedibili (come il fidanzato di Eve che, in qualche modo, è connesso ai crimini). I nobili intenti di Cravioto, che erano quelli di spingere gli spettatori a «prendere in considerazione il fatto che viviamo in un mondo in cui le donne vengono sequestrate, violentate e danneggiate» vengono disattesi, perché i temi dello sfruttamento sessuale, della violenza e del rapimento sono solo un contorno, non vengono approfonditi nemmeno per comprendere appieno la trama di Reversal – La fuga è solo l’inizio, che resta spesso confusionaria – e il finale aperto non migliora la situazione.

Reversal – La fuga è solo l’inizio, purtroppo, risulterà avvincente solo per gli amanti del genere: lo trovate al cinema, distribuito da Notorious Pictures, a partire dall’8 ottobre.

Giudizio Horror House

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 0.7
Fotografia - 2.5
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 0.7

1.6

Voto Finale