Rapiscimi: recensione del film di Giovanni Luca Gargano

Recensione di Rapiscimi, black comedy italo-portoghese del 2019 diretta da Giovanni Luca Gargano, con Pietro Delle Piane, Paolo Cutuli, Carmelo Caccamo e Vincenzo Di Rosa.

Rapiscimi è l’opera prima del regista cosentino Giovanni Luca Gargano, il quale, dopo una lunga gavetta tra la regia di cortometraggi, spot pubblicitari e una serie di esperienze come aiuto regista per fiction Rai e Mediaset, riesce finalmente a far sentire la sua voce nel panorama del cinema nostrano. Ad affiancarlo nella realizzazione c’è il direttore della fotografia Davide Manca, altro talento calabrese, e lo scenografo d’eccezione Alessandro Rosa, famoso per il suo lavoro in Squadra Antimafia.

La sceneggiatura è addirittura riconducibile a 5 nomi, perché oltre al regista stesso e a uno degli attori, Vincenzo Di Rosa, l’hanno firmata anche Alessandro Pondi, Umberto Carteni e Paolo Logli. Nel cast troviamo Pietro Delle Piane, Paolo Cutuli, Carmelo Caccamo, Vincenzo Di Rosa, Massimo Olcese, Virgílio Castelo, Alexia Degremont, Paulo Pires e Rocco Barbaro (chiamato addirittura a una tripla prova).

La pellicola è stata realizzata grazie a una co-produzione italo-portoghese riconducibile ad Alba Produzioni, società cinematografica internazionale gestita da Sandro Frezza e Ferdinando Vicentini Orgnani. Con loro hanno collaborato Arbalak (società calabrese) e la Check The Gate (società portoghese). Il film è distribuito in Italia da Whale Pictures.

Infine, Rapiscimi segna un doppio ritorno. Il primo riguarda il piccolo comune di Orsomaro, che, a due anni di distanza da quando fu scelto dal premio Oscar Danny Boyle (The Millionaire, Trainspotting) per alcuni episodi della miniserie televisiva Trust, fa il suo ritorno sullo schermo. Il secondo invece riguarda in prima persona il regista Giovanni Luca Gargano, che torna a girare nella sua terra di origine dopo che nel 2012 la Regione Calabria gli affidò lo spot per la promozione della terra dei Bruzi.

Rapiscimi: il trailer e la trama

In un paesino sperduto dell’Aspromonte, quattro disoccupati, sfaticati e pigri la combinano grossa, finendo con l’inimicarsi tutto il resto della comunità. Sono ora obbligati a trovare velocemente un escamotage per radunare abbastanza soldi e ripagare il danno fatto. Così uno di loro, convinto di aver avuto l’idea del secolo, coinvolge il resto della combriccola in un’attività quanto meno originale: un’agenzia che organizza rapimenti su commissione per tutti coloro che sono annoiati dalle solite vacanze e sono alla ricerca di esperienze estreme.

Cosa potrebbe andare storto? Assecondati da Giulia (Degremont), un hacker di abilità straordinaria, riescono a creare il sito dell’agenzia e a ottenere il primo incarico. Peccato che il cliente, Pedro (Castelo), non sia proprio la persona che stavano cercando. Una serie di vicissitudini porteranno i ragazzi a vivere un’avventura delirante, che capovolgerà i ruoli in gioco e metterà a dura prova il loro istinto di sopravvivenza.

Rapiscimi: colorato, goliardico e volutamente irreale

Rapiscimi cinematographe.it

Giovanni Luca Gargano mette in scena un film colorato e goliardico, con una sceneggiatura un po’ confusa e volutamente irreale. Il film si divide in tre parti (in modo in realtà molto poco armonico), creando, di fatto, tre atmosfere diverse: nella prima viene presentato il paesino tipicamente del sud, in cui la vita scorre spensierata; dopo di ché si passa all’attuazione del piano dei quattro ragazzi e la pellicola prende una piega più frammentata, in cui l’azione si sposta tra Lisbona, Roma e il bosco calabrese, che, tra una citazione al Vietnam del Cacciatore e l’altra, comincia a ricoprire un ruolo sempre più importante. Infine il terzo e ultimo atto, in cui si passa alla messa in scena di un rapimento delirante e grottesco. Il risultato è un film i cui fili narrativi si perdono perché troppo deboli e perché soppiantati alla lunga da una trama che si allarga e si stringe senza una reale cognizione di causa e con dei tempi quanto meno goffi.

La volontà di far ridere comunque e per forza ricade soprattutto sui quattro protagonisti, presentati come macchiette e niente più (ognuno ha una caratteristica principale e si muove solo su quella), che sembrano una tavolozza di quattro colori, la cui mescolanza dovrebbe essere l’arma vincente. Risultato riuscito a metà perché l’alchimia si avverte a tratti, ma tolta la parte demenziale, sinceramente, rimane ben poco.

La sceneggiatura, come accennato prima, è scritta da 5 teste e nel film è palese: la narrazione risulta raffazzonata, accennata, molto poco armoniosa, poco credibile negli interpreti e nei (troppo) repentini cambiamenti di trama. Complice una regia che tenta di farsi notare e di osare qualcosa che probabilmente non è neanche nelle corde del film, a scapito di un, anche semplicemente onesto, accompagnamento della narrazione, che dunque è lasciata a se stessa.

La fotografia è a tratti casalinga, ma fa il suo lavoro e quella sì, accompagna bene la vicenda su schermo. La recitazione è caricaturale, ma assolutamente non stucchevole, la nota negativa è probabilmente il personaggio di Giulia.

Un film con molte anime al suo interno e tutte pressoché divise, motivo per cui il prodotto finale è di difficile commento. Rapiscimi è, nel suo risultato, un film confusionario per sceneggiatura e regia, accennato in tante sue parti e che si perde più di una volta, confondendo la superficialità con la semplicità, il voler far ridere per forza con lo sdrammatizzare realtà e situazioni invece drammatiche.

Rapiscimi esce il 19 aprile distribuito da Whale Pictures.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 1.5
Recitazione - 1
Sonoro - 1
Emozione - 1

1.2