Pushing Daisies di Bryan Fuller: recensione

Dead Like Me, Wonderfalls, Mockingbird Lane e Hannibal.
Cosa hanno in comune questi quattro show televisivi?
Il produttore televisivo Bryan Fuller.
Esploso notoriamente grazie a quest’ultima serie, Hannibal, Fuller  è famoso per aver prodotto ed ideato serie televisive coraggiose e diverse dall’ordinario e per questo, forse, non così longeve (ovviamente tralasciando quella dedicata alle vicende di Hannibal Lecter, attualmente in lavorazione alla terza stagione).
Nata come spin-off di Dead Like Me, Pushing Daisies, conta solamente due stagioni rispettivamente da 9 e 13 episodi.
E’ una favola semplice, divertente, romantica seppur il tema principale della serie sia la Morte. E’ la storia di Ned che, da bambino, scopre di avere un dono: è in grado, con un tocco, di riportare in vita una qualsiasi creatura, umana, animale e vegetale. Ovviamente, però, oltre al dono c’è una controindicazione: passati 60 secondi, infatti, se Ned non tocca nuovamente il miracolato, un’altra creatura muore al posto della precedente. Passano gli anni e Ned, ormai cresciuto, è un creatore di torte (un Piemaker) e gestisce assieme ad Olive Snook, da sempre innamorata di lui, la pasticceria Pie Hole.

I protagonisti di Pushing Daisies.

I protagonisti di Pushing Daisies.

La prima stagione, differentemente dalla seconda, di Pushing Daisies non presenta una trama orizzontale molto accentuata, eppure i singoli episodi sono di una piacevolezza unica nonostante, come detto prima, un tema forte come la Morte. La forza della serie sta probabilmente in questo, in come viene trattato un argomento triste e tutt’altro che divertente.
Utilizzando l’elemento comico mescolato a giallo troviamo, non solo una storia d’amore impossibile (Ned riporta in vita Chuck, suo primo amore d’infanzia, e decide ti tenerla in vita nonostante sappiano entrambi che d’ora in poi non potranno più toccarsi), ma dei casi da risolvere: infatti assieme al detective scorbutico, ma non troppo, Emerson Cod, Ned mette in atto un secondo lavoro, decisamente non legale, che consiste nel riportare brevemente in vita malcapitati, risolvere gli omicidi ed incassare la ricompensa.
Con un’atmosfera Burtoniana, con un pizzico de Il Favoloso Mondo di Amelie,  ed in particolare vicina a film quali Big Fish e Edward Mani di Forbice in cui prevalgono colori accesi e costumi anni ’60, Pushing Daisies è un tripudio di luci e bellezza in cui i personaggi si muovono in situazioni mai banali, ma brillantemente studiate per divertire e stupire il pubblico. Da questo punto di vista non si capisce come mai la serie sia stata cancellata dopo solo due stagioni. E’ certamente senza pretese e di base semplice, eppure è tanto fresca quanto geniale.

Ned e Chuck.

Ned e Chuck.

Gli interpreti d’altra parte arricchiscono moltissimo le sceneggiature dei singoli episodi ricche di battute esilaranti: Chi “Kenneth” McBride (Boston Public, Dr. House – Medical Division, The John Larroquette Show, Killer Instinct, The Nine, Human Target) è il rude eppure sensibile detective Emerson Cod; Kristin Chenoweth (Ugly Betty, Glee) è Olive Snook, la folle ed esuberante collega di Ned, perennemente innamorata di lui, si trova coinvolta in un triangolo amoroso, mai ricambiato, assieme a Ned e Chuck; quest’ultima interpretata dalla simpaticissima Anna Friel (Limitless, Strangers). Ultimo, ma non ultimo, il protagonista assoluto, Ned, interpretato dall’allora semi-sconosciuto, ora famosissimo, Lee Pace, attore statunitense salito alla ribalta con la trilogia Jacksoniana in cui interpreta il re degli Elfi Silvani, Thranduil, e nella fortunata serie AMC Halt And Catch Fire con il ruolo di Joe McMillan. Grazie ad una forte mimica facciale ed espressività, ci regala con un’interpretazione fantastica, un personaggio certamente unico ed autentico: passionale e timido al tempo stesso, sincero e bugiardo, astuto eppure leale e spiritoso, insomma dinamico.

Lee Pace è Ned, il Fabbricatorte.

Lee Pace è Ned, il Fabbricatorte.

Pushing Daisies è andata in onda sul canale ABC dal 2 ottobre 2007 al 13 giugno 2009. Nonostante abbia avuto breve vita, è stata apprezzata molto dalla critica e si è portata a casa ben sette Emmy Awards. In Italia è stata trasmessa dapprima sul canale Joi e successivamente in chiaro su La 5.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.7

Voto Finale