Pets United: recensione del film d’animazione Netflix

Netflix aggiunge al suo catalogo un film d'animazione con un concept particolare e pieno di spunti, ma con tanti problemi nello svilupparli e con una storia troppo cervellotica.

Direttamente dal mondo dell’animazione europea arriva su Netflix, Reinhard Klooss, famoso produttore tedesco (Asterix e Obelix contro Cesare fu il suo primo progetto internazionale) e già regista di Tarzan nel 2013, con l’originale Pets United, coproduzione anche cinese, una sorta di sequel spirituale di Animals United di 10 anni fa, diretto e scritto sempre da lui.

Un progetto, quello dell’epoca, più tradizionale per una storia con animali come protagonisti rispetto al suo nuovo lavoro. Il film del 2010 era l’adattamento di un romanzo e seguiva le avventure in Africa di Billy il suricato; oggi il protagonista è invece Roger, un famigerato cane ladro, che vive nella città futuristica di Robo City. Non sono cambiati invece i nomi di prestigio tra i doppiatori, nella lista questa volta spiccano i nomi di Natalie Dormer, Eddie Marsan, accanto a loro Patrick Roche, Bryan Larkin, Ian Odle, Teresa Gallagher e Jeff Burrell. Pets United è disponibile su Netflix dall’11 settembre.

Pets United: Welcome to Robo City

Roger e Belle, cinematographe.it

Robo City è la città dei sogni con in più una gigante ruota panoramica al centro. Tutti sono felici: gli esseri umani godono di ogni comfort, i loro animali domestici sono trattati come delle star di Hollywood e i robot sono ben felici di occuparsi di ogni forma di lavoro o assistenza occorra alla comunità. Gli unici outsider sono i randagi, e i senza tetto, costretti a rubare per nutrirsi e a nascondersi per sfuggire alla terribile polizia Antirottami, guidata dall’altrettanto temibile sceriffo robot Bill (Odle). Ed è tra di loro che si aggira la più grande minaccia alla tranquillità della metropoli: Roger (Roche), il cane ladro.

Ben presto si scoprirà però che, udite udite, non è tutto oro quel che luccica e che dietro la sfavillante città con tutti i suoi comfort e i suoi lussi si cela un oscuro e terribile segreto e quando sarà rivelato non ci sarà più scampo per nessuno. Solo quelli da sempre considerati come gli ultimi potranno salvare la situazione, a patto che mettano da parte i loro rancori verso gli altri (soprattutto le gattine dell’alta società) e siano pronti a fare fronte comune. In palio, dopo tutto, c’è solo la loro vita e il futuro della città.

Pets, United!

Pets United, cinematographe.it

Klooss scrive e dirige un film che vuole essere per famiglie e allo stesso tempo vuole parlare dei mali della nostra società, proponendo un concept molto originale, come quello che mette nella stessa storia robot e animali. Un ragionamento sulla carta non sbagliato, anzi, anche molto coraggioso, ma è il risultato ciò che conta, il cinema non è didattica. E quello raggiunto da Pets United non è proprio granché.

Al di là dell’aspetto tecnico, deficitario in animazione e regia e solo per questo da considerare fuori contesto nel mercato attuale del settore, e il design di personaggi e ambientazione, scopiazzati tra vecchia e nuova produzione Disney, Pixar, Dreamworks e qualche altra cosina presa qua e là (c’è anche un Cristiano Ronaldo italiano con tanto di addominali), la pellicola presenta degli enormi problemi nella scrittura e non solo perché mette decisamente troppa carne al fuoco.

Nell’idea alla base dell’avventura di Roger, del suo compagno emo-bot e del folto gruppetto dei pets c’è l’intenzione di parlare di classismo, inquinamento, sprechi, emarginazione, abbandono, integrazione e lotta sociale trasformando il tutto in un film per famiglie grazie all’uso di gag ripetute all’infinito, canzoncine terribili, karaoke improvvisati e scene comiche completamente estemporanee. Un corto circuito interno alla pellicola stessa, che rimane in un limbo in cui nulla fa ridere, tutto fa più o meno impressione e le soluzioni che si trovano ai temi sollevati sono, in sintesi, insensate. Una commedia per famiglie sciocca, perché evidentemente sciocchi sono stati considerati gli spettatori del genere, scritta da persone con la presunzione di essere più intelligenti. Che è poi un modo indiretto per svilire anche il proprio lavoro.

Pets United, cinematographe.it

L’errore di fondo è una manipolazione e una concezione errata del linguaggio popolare e la trama ne è il sintomo più evidente. Piena di bivi, nuove strade, parentesi aperte e mai chiuse, personaggi che entrano ed escono senza motivo apparente e con addosso inutili pesi narrativi, artificiosi e non funzionali, vuole solo dire al pubblico che sono stati inseriti tutti gli ingredienti che in teoria dovrebbero fare un buon film. In teoria. Poi bisogna anche cucinare.

Pets United stanca se è preso come una pellicola per bambini e irrita se è visto con un minimo di pensiero critico in più, diventando un carrozzone di personaggi già visti che lotta per essere simpatico ad ogni costo, millantando un’attualità arrogante senza nessuno tipo di costrutto dietro. Un film che vuole dire tante cose, ma ogni volta che parla appare svociato.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 1.5
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 2

1.8

Tags: Netflix