TFF36 – Ovunque proteggimi: recensione del film di Bonifacio Angius

Un dramma sociale che racconta la storia di due personalità borderline, in un originale road movie, tra istinti autodistruttivi e voglie di riscatto.

Ovunque proteggimi , presentato in occasione della 36ª edizione del Torino Film Festival e in uscita nelle sale italiane con Ascent Film e Rai Cinema dal 29 Novembre 2018, è un film drammatico, ambientato in Sardegna, diretto da Bonifacio Angius con protagonisti Alessandro Gazale e Francesca Niedda.

Ovunque proteggimi: la folle avventura on the road di Alessandro e Francesca

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Il film racconta la storia di Alessandro, cinquantenne cantante amatoriale di musica folk, che non sente il peso della sua età e canta per pubblici ristretti e poco riconoscenti, indossando sempre la sua amata camicia porta fortuna. Come tutti i sabato notte fa mattina al Blu Star Disco, tra bevute e puntate esagerate alle slot-machine, ubriaco questionando su ogni cosa. Gioca al gratta e vinci per cercare di trovare i soldi che sua madre decide di negargli, dopo l’ennesima volta in cui torna sbronzo a casa, per fare colpo sulle ragazzine. Non avrebbe mai pensato di ritrovare l’amore, il quale si manifesta casualmente in una corsia d’ospedale, dove Alessandro si ritrova per un TSO a cui deve essere sottoposto per il suo stato d’ira incontenibile. L’amore si chiama Francesca, una ragazza particolare, spontanea, con grandi occhi malinconici, a cui è stato tolto l’affidamento del figlio per problemi di droga e psiche, ma convinta di volerselo riprendere per partire con lui in nave, andando via dalla Sardegna alla volta di Barcellona, città idealizzata e vista come il luogo del riscatto e del nuovo inizio. Tra i due scatta una scintilla imprevista e Alessandro si ritrova ad aiutare la ragazza a riconquistare il figlio in una folle avventura on the road, che diventa anche occasione per ritrovare se stessi.

Ovunque proteggimi: una buona sceneggiatura per raccontare l’intima essenza di due anime fragili e tormentate

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Ovunque proteggimi racconta di due solitudini molto diverse ma complementari, parla dell’incontro tra due anime tormentate in maniera differente ma inaspettatamente pronte ad accogliere l’un l’altra nella propria vita. Dopo la prima parte in cui ci vengono presentati i personaggi con le loro difficoltà, a seguito del loro incontro, ci troviamo di fronte ad un road movie particolare e suggestivo, dove due personalità borderline e votate all’autodistruzione trovano reciproca forza per cercare di andare avanti e di salvarsi dal baratro.

La sceneggiatura del film è sufficientemente solida, basata su dialoghi realistici, anche nei suoi passaggi più folli e rappresentativi della vacuità di alcuni pensieri. Una storia che riesce a trasmettere quel dissidio tra il ritrovarsi al margine della società e il perbenismo della società stessa, tra la dipendenza e il disagio mentale da una parte e la razionalità ipercritica dall’altra. È una narrazione sugli scontri e gli incontri, sulla voglia di riscatto, ma anche sulla ribellione allo status quo.

Ottima è anche la chimica tra i due protagonisti, attori non di richiamo ma pienamente azzeccati nei rispettivi ruoli. Con una recitazione sentita – ma misurata e fortemente emotiva – i due protagonisti sorreggono adeguatamente sulle loro spalle la sceneggiatura, trovando con due interpretazioni meritevoli il modo di trasmettere allo spettatore il turbinio di sentimenti che affolla la loro interiorità. Gazale è energico e vitale, Niedda delicata e passionale, entrambi riescono a dare vita a personaggi reali, ai quali è difficile essere indifferenti e con i quali ci si trova in una situazione d’empatia.

Nel film anche il paesaggio sardo assume un valore non trascurabile, diventando complemento dell’animo dei personaggi e sposandosi in maniera funzionale alle loro vicende, con una fotografia discretamente curata, che cerca di valorizzare l’estetica dell’ambientazione. Anche la terra sarda si mostra – come i suoi protagonisti – luogo di libertà e oppressione allo stesso tempo, in bilico tra bellezza e crudeltà, tra il fascino del mare e l’aridità dell’entroterra, con un sole che scalda gli animi ma rischia allo stesso tempo di bruciare.

Ovunque proteggimi: un film sincero e coinvolgente che deve molto alle ottime interpretazioni del cast

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Angius realizza dunque un dramma sociale, con qualche momento più leggero e dal tono da commedia, senza accentuare mai il carattere melodrammatico della vicenda, ma lasciando che sia la veridicità dei sentimenti ad emergere, focalizzandosi sul bisogno d’essere altro rispetto a se stessi per uscire dalle difficoltà, ma allo stesso tempo d’essere accettati nelle proprie debolezze e difficoltà.
Non sarà un film perfetto, ma Ovunque proteggimi è sicuramente un film sincero e coinvolgente, una volta entrati nel meccanismo che lo anima e nell’intima essenza dei due protagonisti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3