L’Ultimo Samurai: recensione del film di Edward Zwick con Tom Cruise

L'Ultimo Samurai, il film per la regia di Edward Zwick con protagonista Tom Cruise, è uno dei film più belli e riusciti del genere.

Il vecchio mondo che si scontra con il nuovo, il corpo e la mente contro le armi, questo e molto altro ancora è L’Ultimo Samurai, meravigliosa pellicola di Edward Zwick con protagonisti Tom Cruise ed un eccelso Ken Watanabe, ambientata in un Giappone che cerca di disfarsi delle sue tradizioni millenarie per entrare all’avanguardia nei giochi politici mondiali.

Un Giappone in conflitto interiore: la trama del film di Edward Zwick

L'ultimo samurai, Cinematographe.it

E’ il 1876 e per l’ex capitano statunitense Nathan Algren (Tom Cruise) la vita trascorre lontano dal campo di battaglia, da cui ha accumulato vittorie ma anche sconvolgimenti interiori e imperdonabili ordini a cui ha dovuto sottostare. Per sopravvivere pubblicizza fucili, per dimenticare beve senza contegno. L’imperatore del Giappone Mejii però ha chiesto di lui, affidandogli la missione di addestrare l’esercito del paese per sconfiggere gli ultimi samurai ribelli. Quella che Nathan accetta come semplice missione per distrarsi e portare un bottino a casa, si rivela però essere una svolta nella sua vita, un viaggio che lo cambierà per sempre non solo come soldato, ma come uomo.

Candidato a quattro premi Oscar per Miglior attore non protagonista, Miglior Scenografia, Migliori Costumi e Miglior Sonoro, e a tre Golden Globe per Miglior film drammatico, Miglior attore protagonista in un film drammatico e Miglior attore non protagonista, L’Ultimo Samurai pur presentando alcune inesattezze storiche ma tratto da una storia vera, è l’esempio perfetto e armonioso di come storia, letteratura e arte sul grande schermo, mediati dall’occhio lucido e incantato della settima arte possono dare vita a pellicole indimenticabili.

L’antico guerriero che sfida il moderno: essere un samurai

L'ultimo samurai, Cinematographe.it

L’Ultimo Samurai fa riferimento ad un periodo storico di forti cambiamenti in Giappone, che porta avanti la sua occidentalizzazione non solo firmando trattati con le potenze mondiali più forti, quindi su un piano politico, ma anche cambiando la percezione che da sempre aveva portato avanti nel tramandare valori millenari religiosi, spirituali, morali ed etici. I Samurai, da sempre i guerrieri fedeli fino alla morte all’imperatore e detentori di un sapere militare e spirituale, rappresentano soprattutto nella figura di Katsumoto (Ken Watanabe), coloro che cercano di preservare la cultura, l’essenza del Giappone.

Quell’essenza di cui Algren si innamorerà e forse persino riconoscerà come essere da sempre nascosta in lui: essere un samurai infatti è pari al germoglio di un fiore di pesco, lo si è in essere, nel profondo dell’animo, non si diventa. Nathan infatti non lo diventa: possiede già quel rispetto verso il nemico, verso l’uomo che vince con strategia e non con brama, tutti quei valori etici e di guerra che gli fanno scoprire di avere già dentro di sé il valore di un samurai. Alle armi infatti preferirà il corpo e la mente, scegliendo di stare dalla parte chi ancora sa preservare quei valori tradizionali che ci rendono uomini.

L’ Ultimo Samurai: una regia scenografica per un profondo viaggio storico e culturale

L'ultimo samurai, Cinematographe.it

Ciò che colpisce l’ex capitano americano al suo arrivo in Giappone è il profondo conflitto presente nel paese, disposto a uccidere i samurai pur di adeguarsi alle armi dell’era moderna: significa volersi sbarazzare non solo di una parte della propria popolazione, ma rinnegare e uccidere quei valori culturali che hanno reso nel bene e nel male il paese un posto unico al mondo, preservatore di equilibri umani possibili solo lontano dalla modernità. Nathan riesce a percepire infatti nelle terre meravigliose e intoccate dei samurai uno sconfinato amore per la vita, e a vedere la bellezza di ciò che lo circonda solo quando viene catturato e costretto a viverci.

Nel film di Zwick la regia valorizza ancora di più la sceneggiatura: non si corre il rischio infatti che la bellezza scenografica riempia una sostanza vuota, ma anzi c’è una perfetta fusione che ritrae in piena onestà quella bellezza nipponica che non è forma, ma è essenza. Il viaggio di Nathan e ciò che lui impara ad amare diventerà il percorso visivo ed esperienziale anche dello spettatore.

La bellezza delle scene di guerra, nello scontro tra chi combatte ancora con la mente e la destrezza, contro chi spara dietro un fucile o un cannone, perfettamente orchestrata dalla musica di Hans Zimmer, fanno de L’Ultimo Samurai uno dei film più belli e riusciti del genere.

Regia - 5
Sceneggiatura - 5
Fotografia - 5
Recitazione - 5
Sonoro - 5
Emozione - 5

5

Tags: Tom Cruise