L’ultima legione: recensione del film con Colin Firth

Nonostante il risultato finale non sia del tutto disprezzabile, L'ultima legione presenta del potenziale mortificato costantemente dal regista. Vediamo perché.

Il 14 settembre 2007 esce nelle sale italiane L’ultima legione, film fantasy ispirato in parte all’omonimo romanzo del 2002 scritto dal nostro Valerio Massimo Manfredi, che narra del crollo dell’Impero Romano d’Occidente e della nascita della leggenda di Re Artù.

Il film di Doug Lefler, uno dei discepoli del ben più famoso Sam Raimi, vanta un cast d’eccezione, capeggiato da due pezzi da novanta come il Premio Oscar 2001 come miglior attore protagonista del Discorso del re, Colin Firth e il Premio Oscar 1983 come miglior attore protagonista per Gandhi, Ben Kinglsey. Al loro fianco la star di Bollywood e Miss Mondo 1994 Aishwarya Rai, un giovanissimo Thomas Sangster, Peter Mullan, Kevin Mckidd e John Hannah.

L'ultima legione Cinematographe.it

L’Impero Romano d’Occidente è ormai al suo tramonto definitivo. Alle lame dei barbari solo il giovanissimo erede dei Cesari può opporsi, aiutato da uomini coraggiosi e da una leggendaria spada.

Ambrosinus (Kingsley), un vecchio abitante della Britannia, ci narra la storia della spada di Giulio Cesare, tramandata di generazione in generazione fino ad arrivare nelle mani di Tiberio. Ma alla morte di quest’ultimo la spada venne nascosta agli occhi del mondo per non farla finire in mano ai malvagi.

Roma è al collasso: Odoacre (Mullan), condottiero e generale dei Goti, riesce a prendere il potere e, dopo aver invaso la città, rapisce il giovanissimo Romolo Augusto (Sangster), ultimo erede della dinastia dei Cesari, prima che possa essere incoronato nuovo imperatore. Confinato a Capri assieme proprio ad Ambrosinus, ora suo precettore e mentore, l’ultima speranza di Roma è ormai solo una luce flebile. Nella loro medesima prigione, però, è custodita proprio la leggendaria spada di Cesare.

In loro soccorso arriverà il generale Aurelio (Firth) con i suoi fedelissimi legionari e una spia d’oriente, Mira (Rai). Ma dove ci si può nascondere in un impero pieno di persone che stanno cercando te? La risposta è al confine più estremo della Britannia, dove stanzia la Legio IX Draco, l’ultima legione.

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L’ultima legione: le differenze tra libro e film

Nonostante lo scrittore Valerio Massimo Manfredi abbia ricoperto il ruolo di consulente durante tutto il processo di creazione della pellicola, L’ultima legione presenta diverse differenze rispetto al suo corrispettivo letterario. Certo, è comune, anzi persino fisiologico, che le due versioni di uno stesso racconto presentino delle differenze sostanziali, soprattutto perché il media tramite il quale viene fruita la vicenda è completamente diverso.

In questo specifico caso, nonostante la trama segua più o meno fedelmente quella raccontata nel romanzo, si trovano delle differenze abissali per quanto riguarda la scrittura dei personaggi. In primis Mira, la protagonista femminile della pellicola, nel libro non è presente nella maniera più assoluta, così anche il senato Nestore è inserito ex novo nel film di Lefler. In più il personaggio di Colin Firth, Aurelio, è un famoso generale dell’esercito romano, mentre nel libro di Manfredi è solo un soldato semplice.

In generale si può dire che più meno tutti i destini dei personaggi sono mutati nella trasposizione, per non parlare dei caratteri, irriconoscibili e irrintracciabili tratti comuni tra le due versioni. Come già detto, il passaggio da libro a film è sempre un processo doloroso.

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L’ultima legione: un fantasy “castrato”

Nonostante il risultato finale non sia del tutto disprezzabile, il film presenta del potenziale mortificato costantemente dal registNonostante il risultato finale non sia del tutto disprezzabile, il film presenta del potenziale mortificato costantemente dal regista, mai veramente all’altezza della situazioni, e da una sceneggiatura, che nella trasposizioni paga parecchio e non aiuta per nulla.

Dunque Lefler viene lasciato un po’ come l’uomo solo al comando, unico ad avere il potere di usare il timone per trovare la rotta giusta alla colossale imbarcazione che gli è stata affidata. Kingsley e Firt fanno quel che possono, ma risultano anche loro delle figurine in mezzo ad un variopinto e poco credibile circo di quelli che sembrano cosplayer piuttosto che guerrieri.

C’è più di una possibilità nel corso della trama per approfondire la psicologia dei personaggi che già di per sé presentano una grande libertà creativa, essendo praticamente costruiti ex novo dagli autori, ma tutto viene sprecato per lasciare spazio a duelli e combattimenti vari, che, a parte magari l’eccezione del finale, non sono mai veramente entusiasmanti.

In definitiva L’ultima legione ha un grande potenziale nella storia, nel ritratto storico e politico nel quale avvengono i fatti, ma il risultato è un film per bambini, al massimo per ragazzi, ma proprio al massimo. Un bello spreco insomma.

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Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

1.8