L’avvertimento (El aviso): recensione del film Netflix con Raúl Arévalo

La nostra recensione de L'avvertimento (El aviso il titolo originale), thriller spagnolo Netflix con Raúl Arévalo, Aura Garrido e Hugo Arbues

L’avvertimento (El aviso il titolo originale) è un thriller spagnolo del 2018, diretto da Daniel Calparsoro e basato sull’omonimo libro di Paul Pen. I protagonisti del film sono Raúl Arévalo (celebre come interprete de La isla minima e regista de La vendetta di un uomo tranquillo), Aura Garrido, Antonio DechentHugo Arbues. L’avvertimento è disponibile su Netflix dal 24 luglio.

L’avvertimento: un solido e intenso thriller spagnolo targato Netflix
L'avvertimento

Ai giorni nostri, il piccolo Nico (Hugo Arbues), già vittima di bullismo da parte dei suoi compagni, riceve un inquietante biglietto, attraverso il quale viene avvisato di tenersi lontano da un negozio da lui frequentato con la madre Lucía (Aura Garrido) il giorno del suo decimo compleanno, ovvero il 12 aprile 2018. Dieci anni prima, Jon (Raúl Arévalo) viene coinvolto insieme al suo migliore amico in una sparatoria nel medesimo negozio; l’uomo comincia così a indagare sul luogo e sulla sinistra concatenazione di tragedie a esso correlate. Anche se a distanza di un decennio l’uno dall’altro, i destini di Jon e Nico sono così destinati a intrecciarsi in maniera minacciosa e sorprendente.

L'avvertimento

In un catalogo di film originali che continua a rivelarsi a dir poco balbettante, Netflix mette a segno un inaspettato centro per quanto riguarda le sue produzioni al di fuori degli Stati Uniti, che paradossalmente si dimostrano spesso e volentieri di livello più alto rispetto alle omologhe a stelle e strisce. L’avvertimento si dimostra infatti un thriller solido e di grande intensità, che riesce a sopperire a qualche fragilità in fase di sceneggiatura grazie a una convincente messa in scena e a un cast in stato di grazia, nel quale si distinguono Aura Garrido, nei panni di una giovane madre single coraggiosa e allo stesso tempo tormentata, e Raúl Arévalo, che si conferma uno dei migliori interpreti spagnoli in circolazione in un ruolo costantemente in bilico fra caparbietà, rimorso e ossessione.

L’avvertimento predilige l’introspezione dei personaggi ai risvolti soprannaturali del racconto

Attraverso continui salti avanti e indietro nel tempo, talvolta eccessivamente bruschi, lo spettatore viene trascinato in un’enigmatica serie di delitti, accomunati a distanza di diversi decenni fra loro dal medesimo schema (cinque persone dalle età ben precise presenti in scena, di cui una mortalmente ferita da un colpo di arma da fuoco) e soprattutto dallo stesso luogo, un mini market di periferia apparentemente anonimo, ma in realtà crocevia di persone e destini. La narrazione è sempre coinvolgente e dotata del giusto livello di tensione, e l’intricato puzzle alla base di essa rivela le sue tessere un poco alla volta, in un’efficace altalena fra misteri introdotti e risposte fornite. Daniel Calparsoro compie però, soprattutto nella prima parte, l’errore di mettere troppa carne al fuoco, allontanandosi dal cuore del racconto per introdurre in maniera decisamente forzata e inconcludente tempi potenzialmente intriganti come il bullismo o l’instabilità mentale di Jon.

La conseguenza diretta dell’eccessivo spazio concesso a queste tematiche è il minor tempo dedicato all’approfondimento della mitologia di un ambiguo negozio di città, che sembra attrarre sangue e violenza secondo un rigido schema prestabilito. In maniera similare a quanto avviene nel celeberrimo It di Stephen King e nelle sue trasposizioni cinematografiche e televisive, ci aspetteremmo di scoprire di più sulla storia del luogo e dei personaggi a esso correlati, che vengono invece liquidati in maniera abbastanza sbrigativa. L’avvertimento prende così la strada meno suggestiva ma non per questo inefficace, privilegiando l’introspezione dei personaggi rispetto alla componente soprannaturale del racconto. Ciò che otteniamo è perciò un racconto che ci lascia più dubbi e meno spiegazioni di quanto vorremmo, reso però godibile da personaggi veri e tridimensionali, che ci restituiscono la sensazione di prendere parte a eventi inspiegabili ma sorprendentemente realistici, non lontani per atmosfere e situazioni dalla vita di provincia.

L’avvertimento: una piacevole sorpresa all’interno del catalogo Netflix

Il merito è soprattutto degli attori, abili a colmare con i loro gesti e le loro espressioni i vuoti lasciati più o meno volutamente in fase di sceneggiatura, e di una colonna sonora sottile e ammaliante, che accompagna la narrazione sostenendone il ritmo e sottolineandone i momenti più intensi. Due qualità che compensano qualche svolazzo di troppo da parte del regista Daniel Calparsoro (ci riferiamo soprattutto alle ripetute scene su bruchi e falene), che è però abile a riprendere il timone del racconto un attimo prima di infelici scivolate nei cliché di genere.

L'avvertimento

Tirando le conclusioni, possiamo quindi definire L’avvertimento una piacevole sorpresa all’interno del catalogo Netflix, capace di coinvolgere e intrattenere lo spettatore sia durante la visione sia al termine della stessa, con gli inevitabili quesiti e dibattiti scatenati. Un thriller che nonostante qualche risvolto confuso e mal sfruttato convince, utilizzando espedienti già visti nel genere come la doppia temporalità, la predeterminazione e la ripetizione di schemi criminali in maniera sorprendentemente personale, rivelandosi una gradevole visione per un’afosa serata estiva.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3

Tags: Netflix