La famiglia Addams (1991): recensione del film cult di Barry Sonnenfeld

Malgrado le numerose imperfezioni, anche a distanza di quasi tre decenni, La famiglia Addams non smette di affascinare il proprio pubblico.

Non sarebbe un azzardo affermare che gli anni Novanta si sono imposti come la decade che più ha contribuito alla formazione di un immaginario artistico capace di immortalarsi come un impero senza fine, di un’iconografia che ha cambiato irrimediabilmente le sorti della pop culture: gli anni Novanta, infatti, hanno visibilmente forgiato un’epoca attraverso titoli che si sono imposti nell’immaginario comune con il rapido passare del tempo. Titoli come MatrixPulp FictionTitanicLa famiglia Addams.

Diretto da Barry Sonnenfeld nel 1991, La famiglia Addams ha il gusto dell’infanzia: impensabile, per coloro che sono cresciuti in quella decade, l’idea che qualcuno non abbia mai avuto l’occasione di vedere il lungometraggio. Ma, in realtà, cosa si nasconde dietro i ricordi vividi che ogni volta il film ci riporta alla mente? Una visione stimolante o solamente un feticcio che ci catapulta indietro nel tempo, quando la vita era semplicemente un gioco e noi eravamo solamente dei bambini seduti sul tappeto di fronte alla televisione, magari con una cassetta VHS in mano?

Tralasciamo i ricordi d’infanzia e ammettiamolo una volta per tutte: La famiglia Addams è un film mediocre

La famiglia Addams Cinematographe.it

Reinterpretazione cinematografica delle strisce comiche ideate da Charles Addams nei lontani anni ’30, La Famiglia Addams ha da subito iniziato a dominare la cultura pop grazie alla sua anima eccentrica, bizzarra e, sotto sotto, terribilmente inquietante. Distaccandosi dall’immenso valore simbolico che il lungometraggio di Barry Sonnenfeld continua a rivestire ancora oggi, però, è spontaneo rendersi conto di ciò che il film è in realtà, è naturale ridimensionarlo.

La più grande debolezza de La famiglia Addams risiede in ciò che ha contribuito a renderlo iconico: la trama. Quando si parla di debolezza della trama, è necessario specificare che non ci si riferisce tanto alla successione degli eventi messinscena quanto alla sciocca prevedibilità delle scene che si dispiegano di fronte ai nostri occhi, scene che, a tratti, si presentano come un susseguirsi di cliché visti e rivisti. A fianco della banalità della fabula, si trova l’intuibile struttura comica, articolata a partire da uno schema tradizionale e, per questo, terribilmente semplicistico: è difficile continuare a ridere di gusto se la comicità risiede in un banale e infantile umorismo nero, se ogni battuta risiede in un’affermazione convenzionalmente cattiva da interpretare come un grande complimento. Il macabro umorismo di La famiglia Addams è incapace di evolvere e modificarsi, incapace di stupire. Ovvero, in poche parole, stancante.

Anjelica Huston (Morticia) e Raúl Juliá (Gomez) sono credibili, legati da un carismatico feeling e visibilmente a loro agio quando indossano i panni deila coppia più eccentrica, gotica e iconica del cinema degli anni Novanta. Il film, inoltre, rappresenta il trampolino di lancio per l’ascesa della carriera cinematografica di Christina Ricci, fotografata nell’immaginario culturale con il volto impassibile della gelida Mercoledì Addams. Partendo dalla sopracitata Huston fino ad arrivare a Jimmy Workman (Pugsley), il cast de La famiglia Addams si riconferma essere brillante, presentandosi come il motivo cardine per cui il lungometraggio parrebbe funzionare.

Eppure, malgrado ogni imperfezione, anche a distanza di quasi tre decenni, la famiglia strana ed eccentrica partorita dalla mente di Charles Addams non smette di affascinare il proprio pubblico. Nonostante il passare del tempo, la bellezza gotica di Morticia continua a sedurre lo spettatore e Mercoledì ad essere un simbolo per le giovani adolescenti anti-convenzionali che odiano i vestiti rosa e i ragazzi sdolcinati.

Regalo perfetto per la notte di HalloweenLa famiglia Addams non può essere eliminato dall’esclusiva collezione di film cult che continuano a far sognare il proprio pubblico, impressionandolo all’ennesima visione con la stessa intensità che lo aveva folgorato alla prima.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8