La casa in fondo al lago: recensione del film horror

Una casa sepolta dalle acque, due giovani esploratori e un terribile segreto sono gli elementi chiave di un horror che intrattiene ma non soddisfa pienamente.

Julien Maury e Alexandre Bustillo (già autori di Leatherface – Il massacro ha inizio), si cimentano alla regia e alla sceneggiatura del film La casa in fondo al lago, in uscita nelle sale italiane dal 5 agosto 2021, distribuito da Notorious Pictures.
Una ghost story innestata sulla base di un survival horror (o viceversa!), in cui le riprese subacquee fungono da calamita per gli spettatori desiderosi di esplorare una pellicola differente dal solito, apparentemente originale ma purtroppo non esente di criticità.

La storia segue le avventure di Tina e Ben (interpretati da James Jagger e Camille Rowe), una giovane coppia con la passione per la storia, che si diletta a visitare vecchie case abbandonate con l’obiettivo di realizzare dei filmati da pubblicare su YouTube, sperando di racimolare un numero sempre maggiore di visualizzazioni. Una trama piuttosto classicheggiante, che arriva però immediatamente al dunque senza permetterci di conoscere bene i due protagonisti né tantomeno di immedesimarci nelle loro gesta, che restano perlopiù appigliate alla netta e superficiale differenza caratteriale che ci mostra un lui alquanto impavido e scherzoso e una lei timorosa.

La casa in fondo al lago: la regia dinamica di Julien Maury e Alexandre Bustillo

La casa in fondo al lago cinematographe.it

A conferire appeal a La casa in fondo al lago, prodotto dalla Blumhouse di Jason Blum, è unicamente l’idea di avventurarsi in un villaggio del Sud della Francia, da anni sommerso volontariamente sotto le acque del lago per via della costruzione di una diga (cosa che ricorda per certi versi la nostrana Curon, protagonista della serie TV Netflix). Scortati da un abitante del luogo, Pierre, i due protagonisti vanno all’interno di questa singolare dimora, facendo una sconcertante scoperta.
Tuttavia si innesca fin da subito un controsenso tecnico: a una progressiva immersione nella profondità del lago non corrisponde un affioramento di dettagli tali da soddisfare lo spettatore, il quale sente fino alla fine il bisogno di saperne di più sul mistero che avvolge la casa, più di ciò che di materiale viene tralasciato davanti alla macchina da presa e che, a onor del vero, ha il merito di sottolineare la maestria registica di Maury e Bustillo, i quali sembrano dilettarsi in una miscellanea di stili in grado di conferire un movimento insolito e gradevole alla pellicola.

Nonostante l’obbligatorio uso di droni e dispositivi video indossabili lo spettatore non resta quasi per niente vincolato nel limitato spazio oculare dei protagonisti: altre telecamere supportano tutte le angolazioni visive, fornendoci un accattivante quadro d’insieme che, se dal punto di vista narrativo un po’ confonde le idee, certamente recupera grandiosamente dal punto di vista della spettacolarizzazione. Le immagini convergono così da ogni prospettiva e fanno riflettere anche lo spettatore meno ferrato in materia sulla difficoltà di girare le scene sott’acqua (presso gli studi Lites, in Belgio).

Atmosfere horror tra le profondità del lago nel film con James Jagger e Camille Rowe nel cast

La casa in fondo al lago cinematographe.it

Oltre alla bravura degli attori e dell’intero team tecnico, infatti, a rappresentare un deterrente in questo caso è anche la mancanza di quei piccoli dettagli che in una “nomale casa infestata” danno pepe alla monotonia dell’azione. Ciononostante, i registi sanno colmare questa assenza giocando sul cattivo funzionamento della tecnologia usata dai protagonisti, facendo partire improvvisamente momenti musicali o interrompendo la comunicazione e regalando dosati ma necessari jumpscare.

Il risultato è un film dall’atmosfera tutto sommato carica di tensione, certamente in grado di incuriosire e intrattenere, sigillato altresì da una fotografia (firmata da Jacques Ballard) che dà valore aggiunto all’intera visione. Non manca neanche la scena post-credits, peccato solo per quel mancato approfondimento della trama, sarebbe stato interessante calarsi ulteriormente nella storia del male custodito tra quelle mura e i suoi artefici.

Girato con un budget di circa 5 milioni di dollari, La casa in fondo al lago gode delle musiche di Raphaël Gesqua e vede alla stesura della sceneggiatura, oltre ai due registi, anche Julien David e Rachel Parker.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8