Imperium (2016): recensione del thriller con Daniel Radcliffe

Disponibile su Netflix, Imperium è un travolgente thriller con il protagonista della saga di Harry Potter in un ruolo completamente inedito. Una tensione costante lo scuote e lo sostiene per tutto il corso del racconto.

Prima di valutare i reali rischi di una folle operazione, l’agente Nate Foster (Daniel Radcliffe), un soggetto introverso e poco incline ad imporsi al lavoro, decide di trascorrere venti mesi sotto copertura in un gruppo di neonazisti negli Stati Uniti. Guidato dalla sua collega Angela Zamparo (Toni Collette), Nate viene introdotto all’interno di un piccolo gruppo suprematista guidato da Vince Sargent (Pawel Szajda), un tassello di fondamentale importanza per riuscire a stabilire un contatto con il politico conservatore Dallas Wolf (Tracy Letts), una figura di spicco che, attraverso uno show radiofonico, alimenta il fuoco della ribellione e riafferma con decisione il ruolo di una razza superiore alla media per organizzare riunioni sospette. Riuscire a confondersi nel gruppo e ottenere la fiducia dei membri chiave di un circolo esaltato e composto da elementi poco cauti negli atteggiamenti e nelle reazioni, diventerà una missione sempre più impegnativa per Nate. Imperium segna un punto di svolta per il regista Daniel Ragussis, al suo primo lungometraggio. Il film è attualmente disponibile all’interno del catalogo Netflix.

Imperium: ovvero come rispondere ad un fuoco che non riesce ad attenuarsi

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Attraverso movimenti ideologici ancora radicati nella cultura odierna, una supremazia che ha deciso di prosperare e insinuarsi nelle menti di giovani ragazzi pronti a tutto per riassestare la scena politica e sociale globale, Imperium non si serve di una direzione particolare o personalizzata per dire la propria su un argomento così spinoso. Il grande pregio del film risiede in una schiettezza di fondo cristallina, in un lenta discesa verso un nucleo di discorsi fondati sull’identitarismo, l’etnocentrismo e l’egemonia della “razza bianca” su altre forme di socializzazione. Daniel Radcliffe è un interprete misurato, che calcola le proprie mosse a seconda dell’intensità che genera una determinata scena a livello di interazioni con i comprimari.

Si partecipa ad una danza dell’odio e della rabbia, in una continua manipolazione di menti flebili per progettare un’idea di futuro rivoluzionaria, riaffacciandoci però a tecniche e manovre politiche che furono destabilizzanti durante la guerra di secessione americana e nel corso della seconda guerra mondiale. Un contrasto che il regista Daniel Ragussis vuole evidenziare per aprire gli occhi su di una realtà incostante, ma infiammata da opinioni condotte con grande entusiasmo e fermezza. Una pellicola che si può definire alquanto rischiosa, sia per come va esponendo dinamiche accese fra gruppi isolati ma uniti contro una causa assolutamente non in linea con i cambiamenti radicali avvenuti nel nuovo millennio – tra cui l’affermazione di comunità LGBT e il movimento “Black Lives Matter” – , sia nella delineazione di un protagonista che rimane in bilico fra il disgusto e lo stupore celato.

Una tra le sceneggiature più coraggiose e complesse degli ultimi anni

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Imperium è ispirato alle memorie dell’agente FBI Michael German e rielaborato in forma di sceneggiatura dallo stesso Ragussis. Stendere un percorso di ri-formazione e rinnovata consapevolezza dei propri ideali e dello stile di vita condotto è un vero e proprio salto della fede per tutti gli attori coinvolti nel progetto. Particolarmente teso nel rappresentare un mondo del tutto estraneo a ciò che solitamente viene descritto ed esaltato nella nostra realtà cinematografica, Imperium stuzzica delle corde emotive che ancora non erano state esposte. Il livello di dettaglio raggiunto per studiare, contemplare e analizzare un fervore collettivo con diramazioni ritenute inconcepibili è impressionante: come l’agente Nate, abbiamo il compito di rimanere integri e non rivelare le nostre reali intenzioni in situazioni ricche di tensione. Ogni frase ed espressione viene costantemente monitorata da piccoli pesci ed importanti esponenti del movimento, in un gioco di intese avvincente sul piano narrativo.

Una parentesi è da riservare al personaggio interpretato da Toni Collette: la sua Angela Zamparo è una collega di lavoro intransigente, che pretende la massima resa durante la delicata operazione che si sta conducendo. Gli scambi di dialogo fra l’agente infiltrato e l’organizzatrice della missione sono estremamente diretti, scevri da qualsiasi forma di esaltazione per assicurarsi la ripresa ottimale. Due attori formidabili sono al pieno servizio di una storia incalzante, che vuole spiegarsi e rivelarsi attraverso un susseguirsi di eventi che non conducono ad una soluzione definitiva o ad una morale di fondo illuminante. Imperium introduce e porta a termine un obiettivo pericoloso: addentrarsi in una mentalità fondamentalmente sbagliata, ma prestando particolare attenzione alle loro interazioni. Un film da non perdere.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.6