Il silenzio della palude: significato e spiegazione del film Netflix

Qual è il significato de Il silenzio della palude e come finisce il film Netflix? ALLERTA SPOILER!

Il fluire delle parole di uno scrittore sulla carta si intreccia inesorabilmente a ciò che avviene nella realtà valenciana nel thriller spagnolo Il silenzio della palude (El silencio del pantano), che segna l’esordio alla regia di un lungometraggio di Marc Vigil, mentre conferma la bravura attoriale di Pedro Alonso, che interpreta Q, il protagonista del film.

La pellicola spagnola, ambientata a Valencia, parte con dei buoni presupposti, salvo poi confondere gli spettatori attraverso una complicata e indissolubile amalgama di dettagli che coincidono con le due identità di Q (Alonso). Quando lo vediamo per la prima volta è intento a presentare il suo romanzo e firmare autografi e già lì una domanda fatta da una fan innesca il dubbio che non ci scrolleremo più di dosso: perché uccide? Ma su questo punto torneremo più avanti, adesso la cosa che più ci interessa è provare a sbrogliare la matassa di verità e menzogne che compone l’intera trama.

Il silenzio del pantano: chi è Q (Pedro Alonso)?

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Il romanziere di polizieschi Q, interpretato da Pedro Alonso, ha un’identità certamente ambigua. In pubblico sembra una persona disponibile e colta, ma già quando lo vediamo dialogare col fratello intuiamo meglio il suo carattere: è calcolatore, freddo, egoista. Insomma non una persona da amare profondamente, ma è davvero un assassino?
Il film scombuia la ragione sempre di più i man mano che va avanti col minutaggio provvedendo a configurare l’autore col protagonista del libro e facendoci così compiere voli pindarici tra realtà e immaginazione.

Mentre la sua voce narra, Q è prima intento a destreggiarsi tra personalità di un certo rilievo politico e sociale (come se fosse uno di loro), ma poco dopo ecco che ci troviamo di colpo catapultati nella Valencia più campestre, nella palude di cui egli stesso parla. Si alternano così attimi di esistenza normale (lui intento a scrivere nella sua fredda stanza) a momenti in cui la violenza raggiunge il suo apice.

L’impressione è, appunto, che i crimini di cui Q scrive non siano poi così immaginari e che lui stesso sia diventato un assassino per mettere legna nella macchina dell’arte narrativa. Questo spiegherebbe anche il motivo per cui non può rivelare la ragione che spinge il suo protagonista a uccidere.

Il silenzio della palude: cosa succede nel film?

Dopo aver ucciso il tassista nella scena d’apertura, la vittima su cui si concentra il protagonista è molto più importante e sotto i riflettori. Si tratta infatti del professor Carretero (Jose Angle Egido), un ex politico coinvolto in uno scandalo che adesso insegna economia all’università e aiuta i politici corrotti e gli spacciatori a riciclare denaro servendosi di lavanderie, bar, ristoranti e altre attività apparentemente invisibili.
Q lo rapisce mentre sta per salire in auto e lo tiene in ostaggio per diversi giorni. In sottofondo la sua voce legge il contenuto del prossimo libro, svelando i dettagli di ciò che l’uomo ha commesso e non solo. In questa fase è difficile capire quanto stia avvenendo per merito suo e quanto invece sia solo inventato, ma l’entrata in gioco di altri personaggi e altrettanti punti di vista provvede a chiarirci un po’ la situazione.

La scomparsa di Carretero infatti ha destato innanzitutto il sospetto della sua fuga in Brasile da parte dei politicanti che fanno affidamento su di lui per riciclare il denaro. A contare su di lui è anche La Puri (Carmina Barrios), la regina della droga che ha investito molti soldi in un nuovo progetto edilizio che adesso è stata costretta a sospendere. Per venire a capo della verità la gitana manda in missione Falconetti (Nacho Fresneda): un uomo con una brutta cicatrice in faccia che regola i conti con chi ostacola l’attività della donna senza farsi scrupolo quando si tratta di uccidere qualcuno.
A cercarlo è anche la deputata Isabel (Maite Sandoval), che per mantenere segrete le sue attività criminali ha persino annullato le indagini sulla scomparsa del professore, che secondo l’opinione pubblica e l’università è ancora vivo e vegeto, talmente sommerso dagli impegni da non essere a lavoro!

Anche Q fa le sue ricerche, scoprendo meglio gli scheletri nell’armadio di Carretero, quali sono nello specifico le attività fasulle usate per il riciclaggio di droga e denaro e reperendo, nell’armadietto della palestra, alcuni documenti che collegano La Puri, Isabel, il suo assistente Vincent (Javier Godino) e altri due uomini di nome Ricardo e Muñoz al professore. Proprio recandosi nella palestra frequentata dalla sua vittima però Q commette un passo falso: lì infatti era stata lasciata la macchina di Carretero e proprio lì Falconetti ha fatto piazzare una sua spia che, segnata la targa della moto in sella alla quale Q ha raggiunto il luogo, fornisce a Falconetti la pista che gli occorre.

Da lì il sicario riesce a risalire – tramite una sua fonte impiegata presso il dipartimento dei trasporti di Valencia – al proprietario della moto: è Nacho (Raul Prieto), il fratello di Q, ex proprietario del mezzo incriminato, ma chiaramente all’oscuro dei fatti. Intrufolandosi nell’abitazione Falconetti agisce d’impulso attaccando subito l’uomo, che si difende come può, finendo però per essere ucciso.

Poco dopo, durante una cerimonia cattolica c’è un incontro/scontro tra La Puri e Isabel: la gitana informa la donna dell’incidente (la morte di Nacho), manifestandole il suo bisogno di rintracciare l’uomo. Tuttavia per Isabel la scomparsa di Carretero non è più una priorità; secondo la politica se la sta spassando in Brasile e, per quanto le riguarda, se La Puri vuole continuare a cercarlo può farlo, ma le sue mani resteranno pulite! Da buona doppiogiochista Isabel provvedere a insabbiare la morte di Nacho, spacciandola come una rapina andata male, per poi fare arrestare La Puri.

Cosa succede nel finale de Il silenzio della palude?

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Falconetti è ancora sulle tracce di Carretero e, nonostante non sia in gran forma, segue la moto dirigendosi verso la vecchia e isolata casa di Q (quella nella palude). Nonostante il sicario sia convinto fino alla fine di avere il coltello dalla perte del manico, alla fine Q lo sorprende e gli spara con un fucile. Quando esce fuori dall’abitazione ha ancora l’arma tra le mani e si imbatte in un ragazzo (un altro che lavora per La Puri e che abbiamo visto parlare col professore), che lo fissa disarmato e terrorizzato. Q esita per qualche secondo, poi deposita l’arma e si dirige verso il ponte, intento a guardare la palude proprio come nelle scene iniziali.
Alle sue spalle, il giovane ha imbracciato il fucile, si avvicina all’uomo e gli spara, ma noi non lo vediamo: la macchina da presa resta fissa sulla palude, salvo poi far sparpagliare lo stormo di uccelli nel momento in cui esplode il colpo.

Nella scena successiva Q sta stampando quello che presumibilmente è il suo ultimo romanzo. Indossa la giacca, volge uno sguardo al suo appartamento e poi si dirige verso la porta d’uscita.

Ciò desta chiaramente confusione nello spettatore, che si domanda se ciò che ha visto sia solo frutto della finzione adoperata da Q per ammaliare i suoi lettori o se c’è un fondo di verità. Il fatto di vederlo vivo e in un luogo completamente diverso da quello precdente ci fa certo supporre che sia solo finzione, ma fino a che punto?

Il silenzio della palude: qual è il significato del film con Pedro Alonso

Come abbiamo detto, il film è piuttosto ambiguo e non lascia scampo allo spettatore di discernere tra quanto accade al protagonista del film e quanto invece al personaggio da egli creato nel suo romanzo. Nonostante ciò ci sono alcune linee guida da seguire per tentare di rintracciare un filo di razionalità e la prima è quella di cui abbiamo già parlato in apertura, ovvero la scena in cui la ragazza chiede a Q perché il personaggio che anima i suoi romanzi commette omicidi. Curiosa di sapere se lo scriverà in futuro, la ragazza chiede anche se per caso il protagonista ha sofferto di traumi o altro. Q appare a disagio a questa domanda e l’unica cosa che sa rispondere è che uccide “perché può”.

Oltre a essere una pecca nella struttura complessiva del film, il fatto che l’assassino non abbia un movente ben preciso ci fa intendere che sia Q stesso il killer.

Stando agli altri elementi, l’avvicendarsi di altre persone e la presenza di un fratello purtroppo non ci aiuta molto a capire se ciò che vediamo è reale o solo immaginato dal romanziere. Il fatto che tornando a casa dalla presentazione trovi il fratello e che i due dialoghino anche a proposito di una moto è certamente segno che Nacho sia reale.
Altro elemento che ci confonde è il luogo in cui Q scrive: lo vediamo in un appartamento moderno e spazioso, ma poi dice di trovare ispirazione nella vecchia casa in palude. Certamente un artista può andare dove vuole, però per certi versi è come se la vecchia casa facesse da cornice alla finzione, mentre nella nuova si riversasse la realtà. Se così fosse c’è da dire che sono poche le scene in cui Q è immerso nella sua casa nuova, quella in cui molto probabilmente vive, ma è pur vero che per la maggior parte del film abbiamo come sottofondo la sua voce: non ci serve vedere che scrive per capire che lo sta facendo.

La nostra prima intuizione ci dice che Q è un assassino che uccide per trovare ispirazione e sicuramente anche per imprimere di veridicità i suoi romanzi, ma evidentemente nella stesura del racconto tende a esagerare e a introdurre dettagli immaginari.
L’altra ipotesi invece è che sia totalmente innocente: un uomo che non sarebbe in grado di far del male a nessuno, ma che è perfettamente capace di osservare il mondo in cui vive, informarsi e fantasticare su ciò che i giornali non dicono, fino a calarsi nella parte marcia di Valencia. Quindi si, uccide perché “può farlo”, perché agli autori è concesso di tutto.

Per concludere possiamo solo dire che, nonostante il finale, la metafora è abbastanza chiara: la palude ha davvero avvelenato tutto, anche quelle canne così dritte che sembravano essere i padroni.
Tutto viene contaminato dalla melma, in Il silenzio degli innocenti, così come la realtà viene contaminata dalla finzione e viceversa.

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