Il Giardino degli artisti. L’impressionismo americano: recensione

Il documentario di Phil Grabsky vanta un montaggio delicato e una colonna sonora che sa accompagnare lo spettatore nel meraviglioso cammino dell'arte.

La stagione della Grande Arte al Cinema riconferma la propria capacità di stupire con il documentario del brittanico Phil Grabsky dal titolo Il Giardino degli artisti. L’impressionismo americano (trailer); un viaggio attraverso le opere e la vita di artisti come Henry Ward Ranger, Willard Metcalf, Childe Hassam e Philip Leslie Hale che ebbero il coraggio di sfidare le regole artistiche del tempo, portando una ventata di freschezza e di rivendicazione della propria libertà in un’America sempre più industrializzata.

Il giardino degli artisti. L’impressionismo americano si apre con la mostra The Artist’s Garden: American Impressionism and the Garden Movement, 1887 – 1920 della Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia

È il 1886 quando il mercante d’arte francese Paul Durand-Ruel porta trecento dipinti impressionisti a New York, dove organizza una mostra che sconcerta gli artisti dell’epoca: non più soggetti storici o mitologici ma intimi giardini e gente comune sono i protagonisti delle opere di Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir ed Edgar Degas; ma un manipolo di pittori provati dal caos di una metropoli sempre più confusa e sovraffollata, dove la persona perde di valore intrinseco, coglie l’opportunità di approcciare un nuovo stile di vita e, al contempo, artistico.

Nasce così il Garden Movement (1887 – 1920) che vede il formarsi di diverse colonie di artisti che si riuniscono nella periferia cittadina, curando giardini coloratissimi e ricchi di pace, da cui prendere spunto per le proprie opere; intimità e condivisione sono le parole chiave di queste comunità, nate dall’esempio di Monet a Giverny.

The Eel Trap, 1888 di Willard Metcalf

Miss Florence Griswold e Celia Thaxter: mecenatismo al femminile per un movimento non solo artistico.

La massiccia immigrazione portò la classe media emergente a trovare rifugio nelle periferie appena fuori dalla città, dove poter coltivare un’esistenza personale; non è quindi solo un’esigenza degli artisti quella di trovare un rifugio ma anche del privato cittadino che subisce il mutamento drastico della propria società.

E il giardino è la risposta perfetta per entrambi: un luogo da coltivare e veder crescere, colorato ed incontaminato, in cui sono le donne le vere protagoniste. Sì, perché è grazie a loro che molti artisti hanno avuto la possibilità di unirsi e dipingere insieme condividendo le esperienze, prima a Old Lyme (considerata città natale dell’impressionismo americano) dove Miss Florence Griswold offrì la propria dimora neoclassica a maestri come Henry Ward Ranger (1858 – 1916) e Willard Metcalf (1858 – 1925), poi a Appledore Island dove la poetessa Celia Thaxter trasformò l’isola in un vero eremo di ispirazione specialmente per Childe Hassam, considerato uno dei più grandi esponenti dell’impressionismo americano.

Il giardino degli artisti. L’impressionismo americano: l’arte come risposta a un mutamento sociale in cui la donna è protagonista incorniciata.

Summer Evening, 1886 di Childe Hassam

La donna è in un momento di transizione, lotta per il proprio diritto di voto, si autodetermina sempre più e il giardino è sicuramente un ambiente a lei familiare. Molte donne all’epoca divennero coltivatrici di giardini, alcune addirittura si definirono architette di giardini e molte scrivevano e leggevano le riviste inerenti all’argomento.

Nelle opere degli artisti impressionisti le figure femminili venivano però quasi sempre raffigurate in un sistema di confine come tra la casa e la finestra, o tra il giardino e la veranda: un impasse che definisce il loro delicato momento di transizione; o al contrario venivano viste ancora come un mero ornamento e poste vicino a piante e fiori colorati. Per Celia Thaxter farsi ritrarre in un giardino senza cappello è un atto di protesta contro l’utilizzo nella manifattura di copricapi femminili di piume di uccelli del territorio che andavano incontro al rischio estinzione.

In the Garden, 1892 di Childe Hassam

Il documentario di Grabsky, grazie a un montaggio delicato, ad una colonna sonora che lieve accompagna lo spettatore tra la storia e l’arte di un’America in equilibrio tra antico e moderno, stupisce il suo sguardo con le opere di Childe Hassam, Julian Alden Weir, John Henry Twachtman, Robert Lewis Reid, Willard Leroy Metcalf, Frank Weston Benson, Edmund Charles Tarbell, Thomas Wilmer Dewing, Joseph DeCamp ed Edward Emerson Simmons, e attira la sua attenzione grazie alle preziose testimonianze degli esperti, regalando un bouquet di emozioni.

Il Giardino degli artisti. L’impressionismo americano è in uscita nella sale solo il 9 e il 10 Maggio, distribuito da Nexo Digital.

Regia - 3
Fotografia - 4
Sonoro - 3
Emozione - 5

3.8