Il Diritto di Uccidere – Eye in the Sky: recensione del film con Helen Mirren e Alan Rickman

Il Diritto di Uccidere – Eye in the Sky è un film di guerra di Gavin Hood, che tratta un tema molto delicato negli USA: l’utilizzo dei droni come strategia di attacco.
Il film è prodotto da Colin Firth e conta un favoloso cast di star immense: a partire dal compianto Alan Rickman, che ci regala una performance forte, molto decisa, arriviamo alla superba e gelida Helen Mirren e ad Aaron Paul (il Jesse Pinkman di Breaking Bad).

Il film tratta un dilemma, quasi in tempo reale: sganciando un attacco drone che distruggerebbe 3 dei terroristi più ricercati in Africa, anche una bambina innocente morirebbe, risultando un danno collaterale. Cosa fare quindi? Procedere o no?

Il Diritto di Uccidere - Eye in the SkyQuesto è il dilemma che tutti i personaggi del film cercano di risolvere. Helen Mirren è il colonnello Katherine Powell, forte e decisa, irremovibile, dedita al suo lavoro e fedele alla sua patria: il suo unico obiettivo è distruggere il nemico, per prevenire stragi.

Mentre la Mirren si muove in ottica preventiva, alcuni membri della war room londinese, non volendo prendersi responsabilità, pensano alla difesa, piuttosto che all’attacco. Alan Rickman è il generale Frank Benson, tipico british, ironico, che non fa nulla per nascondere il suo pensiero. Lui è un generale con le idee ben chiare: bisogna agire; ma è ostacolato dai politici e dai legali che, non volendo alcuna responsabilità di danni collaterali, scaricano la responsabilità di decisione sempre a qualcun’altro: agli avvocati, ai ministri e al segretario di stato.

Nonostante alcune scene di stampo ironico. il film è molto reale e non lascia spazio alla finzione.

Infatti, ben chiari risultano i due approcci, quello americano e quello inglese, alla questione dell’utilizzo dei droni. L’approccio americano nel film è impersonato dalla figura del ministro degli esteri, interpretato da Michael O’Keefe, che giocando a ping pong, risponde prontamente di procedere immediatamente con l’attacco drone. L’approccio inglese, invece, è diviso: c’è chi come la Mirren e Rickman vuole agire, in quanto soldati, esperti militari e chi, come i membri del gabinetto, i politici e i segretari, che invece sono reticenti pensando alla povera bambina che morirebbe, ma anche alle responsabilità che l’uccisione della bambina avrebbe su di loro.

Il Diritto di Uccidere – Eye in the Sky: è legittimo l’uso dei droni, anche se comporta danni collaterali?

Il Diritto di Uccidere - Eye in the Sky: recensione del film con Helen Mirren e Alan Rickman


La sceneggiatura di Guy Hibbert è genuina, semplice, ben argomentata e invita lo spettatore a un confronto: con la propria coscienza, con le proprie convinzioni, con il proprio governo, con il sentimento e con la razionalità. Perché sicuramente l’uso dei droni è distruttivo, porta dei danni collaterali e genera un sentimento anti-occidentale. Sempre. I droni, quindi, sono una tattica vincente? Non c’è una risposta giusta, o meglio sì: i droni servono per colpire terroristi, per vincere le guerre.

Ma quando ci vanno di mezzo i civili, è un’altra storia.

Un civile è sacrificabile in vista della prevenzione da un attacco terroristico? È meglio che il proprio governo venga incolpato da chi colpito o è meglio giocare in vista delle possibili conseguenze di un attacco emesso? Questo dilemma, più vivo che mai in America, è trattato da tutti i punti di vista nel film: da quello del governo, da quello dei militari, dall’occhio del drone e cioè da chi il drone lo pilota in prima persona e si considera il vero responsabile del suo sgancio. Nel film questo ruolo è affidato ad Aaron Paul, giovane e poco esperto pilota di droni che si rivelerà decisivo nella decisione dello sgancio, anche confrontandosi a muso duro con il colonnello Powell.

Il Diritto di Uccidere - Eye in the Sky: recensione del film con Helen Mirren e Alan Rickman

Il Diritto di Uccidere – Eye in The Sky è un film molto forte e molto reale, conta infatti l’uso di droni Reaper veri, realmente usati dagli americani e dei MAV, Micro Aerial Vehicles, anche se con un design modificato, a forma di uccello e coleottero.

Quello dei droni è un tema molto delicato, e per parlarne bisogna essere a conoscenza della totalità dei loro effetti, della loro forza come strategia e arma militare, dei vantaggi e delle conseguenze che porta. Il diritto di uccidere mostra in maniera molto genuina e anche con una certa ironia una realtà molto seria e difficile dell’epoca contemporanea.

Il film è all’altezza del tema trattato con un cast eccezionale che fa capire cosa significhi davvero recitare!

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.9